Diagnosi

visita ortopedica

Visita Ortopedica

Visita Ortopedica PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Salute In questo Articolo Parliamo di: Prenota Visita Ortopedica Hai subito un recente trauma e vorresti effettuare una Visita Ortopedica e vuoi sapere in cosa consiste questa visita? La Visita Ortopedica è un passo cruciale nella gestione della salute muscoloscheletrica. Quando si tratta di problemi legati alle ossa, alle articolazioni e ai muscoli, consultare un ortopedico è essenziale per ottenere una diagnosi accurata e un trattamento adeguato. In questo articolo, esploreremo l’importanza della Visita Ortopedica, le procedure comuni e cosa aspettarsi durante la visita. In che cosa consiste una Visita Ortopedica? Si tratta di una visita specialistica che viene effettuata dal Medico specialista in Ortopedia.  Lo scopo della visita è quello di fornire una diagnosi alle problematiche del paziente, sulla base dei sintomi e delle condizioni del paziente.  Durante le Visite Ortopediche, è possibile che vengano eseguite diverse procedure, a seconda dei sintomi e dei problemi specifici del paziente. Alcune procedure comuni includono: Raccolta dell’Anamnesi, che viene effettuata dal medico specialista con lo scopo di raccogliere il maggior numero di informazioni sulle condizioni del paziente  Esame Obiettivo del Paziente, in cui lo specialista valuterà le condizioni del paziente e la sua sintomatologia  Ulteriori accertamenti che potranno essere prescritti dallo stesso specialista in funzione di quanto emerso in sede di visita. Tra questi troviamo esami diagnostici, per esempio ecografie e radiografie. A cosa Serve la Visita Ortopedica? La visita ortopedica permette di studiare la struttura e la funzionalità dell’apparato locomotore per diagnosticare patologie acute, croniche o degenerative a carico della colonna vertebrale, degli arti superiori (spalla, gomito, mano e polso) o degli arti inferiori (anca, ginocchio, piede e caviglia). Fra le più frequenti sono incluse l’artrosi, i problemi al menisco, le lesioni ai legamenti del ginocchio e della cuffia dei rotatori, la sindrome del tunnel carpale, l’alluce valgo, il neuroma di Morton, la sindrome da compressione del nervo ulnare e la fascite plantare.Inoltre la visita ortopedica può essere utile in seguito a traumi che possono aver leso le strutture dell’apparato locomotore. Come si svolge la Visita Ortopedica? Le condizioni ortopediche possono influenzare la nostra capacità di muoverci, lavorare e svolgere le attività quotidiane. Una visita ortopedica può aiutare a: Diagnosi Precisa: Gli Ortopedici sono specialisti in grado di diagnosticare una vasta gamma di disturbi muscoloscheletrici, da fratture ossee a lesioni legamentose e artriti. Pianificazione del Trattamento: Dopo la diagnosi, l’ortopedico sviluppa un piano di trattamento personalizzato. Questo può includere terapia fisica, esercizi, farmaci o, in alcuni casi, la chirurgia. Migliorare la Qualità della Vita: Ricevere un trattamento adeguato per le condizioni ortopediche può ridurre il dolore, migliorare la mobilità e consentire una migliore qualità di vita. Quanto costa Visita Ortopedica Milano? Presso il Centro Medico Unisalus di Milano, situato a due passi dalla stazione centrale di Milano, è possibile effettuare la propria Visita Ortopedica con i nostri Ortopedici Esperti al prezzo di 150€. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare la tua visita Ortopedica? Prenota ora tramite il pulsante qui sotto oppure chiama il n.0248013784. Puoi anche scriverci un email all’indirizzo info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito.  Prenota Visita Ortopedica NEWS PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Salute Salute ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Radiografia endorale

La radiografia endorale è una procedura diagnostica che permette, tramite radiazioni ionizzate controllate, di avere un\’immagine nitida di uno o più denti (di solito un massimo di tre). Si tratta di una procedura comune, rapida e indolore, che è però utile nella diagnosi di diverse patologie dentali, come la carie, o nel monitoraggio di alcune procedure dentistiche comuni. La radiografia endorale può essere effettuata con modalità differenti, tra queste, quella periapicale è la più comune e utilizzata. Vediamo quindi insieme per la radiografia endorale cosa significa, come eseguire una radiografia endorale e a cosa serve. Radiografia endorale cos\’è La radiografia endorale è un esame diagnostico odontoiatrico utilizzato per ottenere un\’immagine dei denti, solitamente non più di tre, sfruttando l\’emissione delle cosiddette radiazioni ionizzanti. Questo esame permette di evidenziare l\’anatomia del dente, dalla corona, alla radice, all\’osso, nel caso si sospetti una patologia che riguarda una specifica zona orale. È possibile infatti osservare i tessuti duri (le ossa, ad esempio) in maniera molto semplice, chiara e limpida. Durante la procedura viene utilizzata una lastra, che prende il nome di lastrina endorale, che viene posizionata nella bocca del paziente ed emette questi raggi. Grazie alle tecnologie di ultima generazione, è garantito un risultato ottimale con il minimo numero di radiazioni.  La radiografia endorale è una delle modalità di imaging più utilizzate dai dentisti, grazie all\’alta risoluzione che permette una visione chiara sia dei denti che delle eventuali patologie, dentali e ossee, presenti. Fornendo, tramite un\’attenta e meticolosa calibrazione, diagnostiche che risultano essenziali anche per la creazioni di impianti dentali. È anche utilizzata per controllare l\’esito di terapie canalari. In quanto esame mirato, la radiografia endorale ha il vantaggio di visualizzare la zona con una angolazione adatta e precisa. Ciò permette una diagnosi migliore. Le radiografie endorali sono importanti perché forniscono al dentista informazioni importanti in tutte le fasi: Diagnosi Trattamento Monitoraggio in seguito al trattamento A cosa serve la radiografia endorale Ora che abbiamo visto cosa significa radiografia endorale, vediamo a cosa serve e perché viene scelta come esame diagnostico. Abbiamo visto che tramite essa il dentista può recuperare delle informazioni specifiche che riguardano una zona circoscritta, come uno o due, massimo tre denti. In merito a tutte le parti che li compongono. L\’RX endorale viene prescritto in diverse occasioni, ad esempio per verificare la presenza di: Carie Granuloma dentale Ascesso dentale Fratture dentarie Malattie parodontali (come la parodontite) Cisti Denti inclusi Anomalie di vario genere nell\’arcata dentale Inoltre, può essere utilizzata durante una delle seguenti procedure: Devitalizzazione del dente Terapia canalare Terapia parodontale Per controllare stato di impianti, ponti o corone dentali Tipologie di radiografie endorali Esistono diverse tipologie di radiografie endorali. La radiografia endorale periapicale, bitewing e infine occlusale. Vediamole insieme: Periapicale. mostra il dente nella sua intera lunghezza, dalla corona alla radice. È consigliata per valutare la presenza di granulomi o ascessi dentali. Bite-wing. Viene utilizzata per un\’analisi delle superfici interprossimali del dente e ci permette di vedere dettagliatamente le corone dentali e alcuni tessuti circostanti dei denti. È indicata per scovare la presenza di carie e valutare i livelli ossei alveolari. Occlusale. Comprende più denti, consente di ottenere l\’immagine di circa 3/4 dell\’arcata dentale Radiografia endorale come si fa Prima di una radiografia endorale, non c\’è bisogno di nessuna preparazione particolare. Si tratta di un esame tendenzialmente veloce e indolore, che dura all\’incirca una decina di minuti. Il paziente deve essere seduto in posizione eretta e l\’esame avviene su una normale poltrona dentistica. Al dentista o all\’operatore sanitario è richiesto di indossare i guanti e sottostare a tutte le regole d\’igiene previste dal sistema sanitario. Per acquisire le immagini si possono scegliere recettori digitali o a pellicola. A scopo igienico, i primi devono essere avvolti in buste di plastica monouso apposite prima del posizionamento, mentre i secondi sono già inseriti in unità sterili preconfezionati. La dimensione del recettore scelto varia principalmente in base alla posizione dei denti che si stanno valutando e ad altri fattori (ad esempio se si parla di pazienti pediatrici). Durante l\’esame, il paziente non deve avere addosso oggetti metallici, perché potrebbero interferire con la qualità delle immagine. Inoltre, egli viene dotato di un particolare grembiule piombato, che funge da schermo e riduce quindi l\’assorbimento delle radiazioni. Per lo stesso motivo, deve indossare anche un \”collare\” apposito, utile per proteggere la tiroide, organo molto sensibile alle radiazioni. Anche se, come abbiamo specificato, il numero di queste è ormai molto ridotto. La procedura Quando il paziente è \”vestito\” in modo adeguato, viene sistemata all\’interno della sua bocca la lastrina endorale (da cui prende il nome la radiografia endorale). Questa viene sorretta da un supporto, solitamente in plastica, che il paziente deve mordere, affinché la lastrina rimanga in posizione e non si muova. L\’apparecchio endorale per la radiografia è solitamente poggiato sulla guancia del paziente. Questo emette le radiazioni ionizzate, in direzione della lastrina. È importante che il recettore (la lastrina) sia sempre posizionato con il suo lato attivo verso la sorgente delle radiazioni ionizzate. Una volta che il paziente è in posizione e il recettore è immobile, l\’operatore si posiziona dietro la classica barriera di sicurezza. Avviene quindi la \”scansione\”. Le immagini appaiono direttamente sul computer. Queste possono essere poi avvicinate le une alle altre per dare una visione d\’insieme dei denti interessati. Il numero di immagini varia, ma si può arrivare anche a 21 radiogrammi. Essendo computerizzate, le immagini possono essere ingrandite in modo da identificare con ancora più precisione la problematica che si sta cercando di individuare. I ricettori digitali (quindi nel caso di radiografia endorale digitale) sono ora preferiti a quelli analogici, sia per la qualità delle immagini che restituiscono che per i tempi di esposizione alle radiazioni. Radiografia endorale periapicale La tipologia di radiografia endorale più utilizzata è sicuramente quella periapicale. Quali elementi prende in esame l RX endorale periapicale? Come anticipato, questa fornisce l\’immagine dell\’intero dente (dalla radice alla corona) e a volte dei denti adiacenti, dell\’osso circostante e delle strutture anatomiche presenti nelle circostanze. Le RX periapicali danno quindi importantissime informazioni diagnostiche.

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Gengivite bambini

La gengivite bambini è una patologia che può compromettere la salute dentale nell\’età adulta. Oltre agli adulti, infatti, anche bambini e adolescenti possono incorrere in varie infezioni o infiammazioni gengivali. Anzi, ne sono spesso molto più colpiti. In particolare dalla problematica della gengivite. Questa possibilità aumenta in quei bambini che presentano alcune malattie sistemiche, di cui la gengivite può essere un campanello d\’allarme. Al giorno d\’oggi, la consapevolezza in merito alle infezioni gengivali e alla cura dell\’igiene orale è sicuramente più sviluppata che in passato. Ma per quanto riguarda i bambini, c\’è ancora molta disinformazione e poca attenzione.  In generale, la prevenzione orale nei bambini è molto sottovalutata. Ciò non permette lo sviluppo di una consapevolezza in merito all\’igiene orale. Secondo alcuni dati, la prevalenza della gengivite aumenta di molto durante l\’adolescenza. Una diagnosi precoce di gengivite è però molto importante, anche in vista di prevenzione di problematiche future. Ecco perché è fondamentale parlarne e comprendere i danni che la gengivite, nei bambini piccoli e negli adolescenti, può causare, le strategie di prevenzione e i trattamenti migliori tramite cui curarla. Cos\’è la gengivite nei bambini Iniziamo col dire che esistono delle differenze strutturali nelle gengive e nei denti, tra adulti e bambini. Ad esempio, le gengive dei bambini sono molto meno larghe rispetto a quelle degli adulti. Inoltre, i punti i cui i denti decidui entrano in contatto sono più ampi rispetto a quelli della dentatura permanente e adulta. Ciò lascia più spazio alla proliferazione batterica e di conseguenza allo sviluppo di patologie e problematiche dentali e gengivali. Gengive gonfie nei bambini in un certo periodo di vita possono essere normali. Ad esempio nel periodo di transizione tra denti decidui, da latte, e quelli permanenti. Periodo che prende il nome di dentizione. Ma ci sono alcuni casi in cui gengive rosse nei bambini, insieme ad una determinata sintomatologia, sono in realtà il risultato di problematiche gengivali. La gengivite, o malattia gengivale, è un\’irritazione e infiammazione del tessuto gengivale che circonda i denti, data principalmente dalla placca, sostanza appiccicosa che si attacca ai denti e al tessuto gengivale e permette la proliferazione batterica. Come si crea l\’infiammazione gengivale Se la placca dentale non viene rimossa tramite corretto spazzolamento, si trasforma in tartaro. Quest\’ultimo raccoglie ancora più batteri e ciò causa il disturbo della gengivite. Solitamente questa problematica si presenta con una sintomatologia lieve. Ma se non curata, si configura come il primo stadio di malattie parodontali che possono essere anche molto gravi e comportare perdita dei denti o addirittura perdita ossea. Spesso, questa ed altre infiammazioni gengivali vengono trascurate col pensiero che, riguardando i denti da latte, scompariranno da sole col ricambio del dente. In realtà è importante ripetere che, se non trattate, queste patologie non migliorano. Anzi, possono rendere più difficoltosa la dentizione e dare luogo alle patologie serie di cui abbiamo parlato. Fortunatamente, se si presta la giusta attenzione alla tematica, prevenire e curare la gengivite bambini può essere semplice e ridurre la possibilità di incorrere in patologie in età adulta. Infiammazione gengivale bambini: ascesso gengivale Oltre alla gengivite, un\’altra patologia di origine batterica ancor più grave, che si manifesta spesso nei bambini, è il cosiddetto ascesso gengivale, che fa parte della più ampia categoria di ascesso dentale. Si tratta di una problematica che si manifesta con gonfiore e arrossamento delle gengive. A volte presenta anche pus e febbre. L\’ascesso è causato da infezioni o traumi alle gengive, ma può essere dato anche da una scorretta gestione della carie. In questo caso, i rimedi naturali o casalinghi non sono utili a curare l\’infiammazione. È necessario rivolgersi immediatamente al dentista per bambini se si nota questo tipo di sintomatologia. Questo solitamente prescriverà una cura antibiotica, spesso accompagnata da antidolorifici per diminuire il dolore. Se la situazione è molto grave, potrà scegliere di effettuare una piccola incisione sulla gengiva per far uscire il pus accumulato. Gengivite bambini 1 anno Nonostante queste problematiche siano da tenere particolarmente sotto controllo, nel caso in cui il nostro bambino, intorno all\’anno di età, presenti delle gengive gonfie, non è sempre necessario allarmarsi.  Questo infatti può essere sintomo del normale processo di dentizione di cui abbiamo parlato, da non confondere con la gengivite. Si tratta di una sorta di \”infiammazione naturale\”, giustificata dal processo di crescita. I genitori però dovrebbero essere in grado di riconoscere il resto della sintomatologia, come febbre, irritazioni sulla bocca o abbondante salivazione. Nel neonato, il gonfiore gengivale può apparire intorno ai quattro mesi o all\’anno e i denti decidui tendono a scomparire intorno ai sei anni. Sapere che il gonfiore può essere sinonimo di dentizione è importante per i genitori, per escludere la necessità di intervenire rispetto a problematiche più importanti. Non sempre però è semplice capire cosa sia normale e cosa invece sia la manifestazione di una patologia. Ecco perché essere seguiti da un dentista pediatrico a cui rivolgersi in caso di dubbio è sempre la scelta migliore. Gengivite bambini sintomi Quando le gengive sono sane si presentano di colore rosa e non sanguinano. Se ti stai chiedendo che sintomi da la gengivite nei bambini, la risposta è che la manifestazione della problematica è pressoché identica ad una gengivite che colpisce gli adulti. Vediamo insieme alcuni sintomi che ci permettono di riconoscere problematiche rispetto alle gengive bambini: Sanguinamento. Si tratta del segno più comune. Si verifica più spesso quando il bambino si sta lavando i denti o passa il filo interdentale. Gengive rosse e gonfie. Dovute all\’edema e all\’infiammazione in corso. Alitosi. La placca infatti contiene dei batteri che risultano maleodoranti. Dolore. Che può riguardare sia le gengive che i denti Sensibilità dentale. Ad esempio ai cibi freddi o caldi. Tasche gengivali. Piccoli spazi che si formano tra i denti e le gengive. Sintomi meno comuni possono essere la febbre, gonfiore del viso o la recessione gengivale, fenomeno in cui le gengive iniziano man mano a ritirarsi e a lasciare scoperta una porzione sempre maggiore del dente. Se questi sintomi si presentano, in combinazione o tutti insieme, si tratta

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Disodontiasi

La disodontiasi è una problematica che colpisce principalmente i cosiddetti “denti del giudizio”.  Questa condizione può essere molto dolorosa e comportare una serie di complicanze collegate anche all’impossibilità di praticare una buona igiene orale. Esistono diversi trattamenti per risolvere il problema, questi dipendono da diversi fattori e dalla situazione specifica. Vanno quindi studiati insieme al proprio Medico Dentista. Ma prima di parlarne, è necessario rispondere ad una domanda: disodontiasi cosa vuol dire? Disodontiasi cosa significa Con il termine disodontiasi mesiale si intende un disturbo dovuto alla difficoltà di fuoriuscita (eruzione) dei denti. Questa difficoltà è data principalmente dalla mancanza di spazio dell’arcata dentale o dall’orientamento scorretto del dente.  Ciò può comportare una serie di condizioni: Inclusione. Quando non avviene l’eruzione del dente Malposizionamento. Quando il dente fuoriesce in posizioni scorrette La disodontiasi è associata ad un continuo dolore della zona. I tessuti che si trovano attorno ai denti, infatti, si infiammano causando disagio. Questa problematica può colpire sia adulti che bambini. Pericoronite in caso di disodontiasi Con la disodontiasi può verificarsi anche uno scarso riassorbimento dei tessuti molli. Ciò avviene quando il dente spunta regolarmente, ma i tessuti molli che lo circondano sono scarsamente assorbiti.  C’è quindi una morfologia anomala del solco della gengiva, che forma una sorta di tasca, in cui si possono depositare batteri o residui alimentari.  Ecco perché la disodontiasi è collegata all’infiammazione del “sacco pericoronale\”, ovvero l’insieme dei tessuti che circondano e sostengono l’elemento dentale. Casi di disodontiasi Esistono diversi tipi di disodontiasi, classificabili in basi ai seguenti parametri: Posizione. Si tratta del criterio principale. Riguarda la posizione che assume il dente all’interno dell’osso della mandibola o della mucosa del cavo orale. Può essere orizzontale, verticale oppure obliqua. Prende in considerazione anche l’inclinazione del dente. Entità dell’inclusione. Può essere parziale oppure totale. Se nel primo caso il dente riesce a fuoriuscire parzialmente dalla gengiva, nel secondo è totalmente incluso nell’osso mascellare o mandibolare.  Durata. Si distingue tra disodontiasi permanente e temporanea. Nel primo caso, il dente non termina il processo di eruzione, nel secondo invece emerge completamente ma impiegando più tempo del normale. Disodontiasi degli ottavi cosa significa  Solitamente si parla di disodontiasi degli ottavi inferiori o disodontiasi del terzo molare, perché colpisce più comunemente i denti del giudizio.  Ma può colpire anche i canini, i secondi molari superiori, o i denti da latte nei bambini. In questi casi è importante rivolgersi al proprio dentista, o dentista per bambini, per alleviare il disagio e le possibili complicazioni che la problematica comporta. Cause e fattori di rischio Le cause di disodontiasi sono molte, ma sono principalmente collegate all’orientamento sbagliato del dente o alla mancanza di spazio nell’arcata. Possono però riguardare anche Malocclusione dentale che si verifica spesso nei bambini Alterazioni nello sviluppo mandibolare e/o mascellare. Ad esempio un numero di denti superiore al normale, il palato stretto, persistenza o caduta precoce di denti da latte o altre malformazioni Cisti dentali Traumi Fattori indiretti come la malnutrizione o la disfunzione della tiroide Sintomi Oltre al forte dolore solitamente continuo durante lo sviluppo della mandibola e della mascella, la disodontiasi genera solitamente gonfiore della zona. In casi estremi può comportare il cosiddetto “trisma”, una vera e propria contrattura dei muscoli della mandibola, che rende difficoltoso e doloroso il movimento di apertura e chiusura della bocca.  La sintomatologia risulta comunque variabile. Altri sintomi che possono verificarsi in caso di disodontiasi sono: Febbre Difficoltà nella masticazione Problemi di deglutizione Infezione gengivale (gengivite, ad esempio)  Ascesso o fistole Carie Infiammazione dei linfonodi del collo La maggior parte di questi sintomi è in realtà collegata alla scarsa igiene orale che la disodontiasi comporta, a causa della difficoltà nel trattare correttamente il dente e la zona. Ciò può provocare complicazioni infettive anche gravi che possono propagarsi alle aree limitrofe o all’intero cavo orale.  Un’altra correlazione che si verifica spesso è quella tra disodontiasi e mal di testa. Come avviene la diagnosi  Disodontiasi cosa fare quando notiamo i sintomi? Il primo passaggio è sicuramente quello di rivolgerti ad un Dentista esperto. Quest’ultimo si occuperà di effettuare tutte le analisi per arrivare alla giusta diagnosi, che avviene solitamente tramite: Ispezione del cavo orale. Osservazione diretta. Immagine radiografica che identifichi la posizione del dente. Radiografia endorale, ortopantomografia, ortopanoramica (OPT) oppure un test più approfondito come il CBCT. Altri test approfonditi e specifici. Tramite quest’insieme di esami, il Medico Esperto può identificare la strada giusta e proporre il trattamento ideale, evitando il rischio di lesioni anche gravi, come quella al nervo alveolare inferiore.  Disodontiasi come si cura Le strade terapeutiche della disinclusione per risolvere la problematica, sono molte e diverse.  Ognuna di esse si adatta alla situazione specifica del paziente e deve essere stabilita insieme al proprio Dentista.  Egli infatti valuterà dei fattori come la gravità del problema, la causa, l’età o lo stato di salute generale del paziente. Le soluzioni possono essere di trattamento ortodontico, terapia antibiotica e antinfiammatoria per l\’avulsione del dente oppure operazione chirurgica. Intervento chirurgico  La strada principale è quella della chirurgia. All’intervento segue solitamente un trattamento ortodontico per il corretto posizionamento del dente.  In alcuni casi, il medico può scegliere di agire al contrario. Partendo da un trattamento ortodontico per poi arrivare all’operazione.  L’intervento chirurgico è la strada solitamente scelta per i denti del giudizio. Nella rimozione dei denti da latte, invece, è importante non agire troppo presto, per evitare di causare una mancanza di spazio per i denti permanenti.  Può riguardare l’estrazione del dente o l’asportazione dei tessuti che circondano e coprono il dente. L’intervento di estrazione avviene solitamente in anestesia locale e nella fase post-operatoria il paziente può sperimentare: Gonfiore Mal di testa Dolore  Sanguinamento Malessere Sono poi sconsigliate l’attività fisica, il fumo o l’assunzione di cibi o bevande irritanti nei giorni immediatamente successivi all’intervento. La prognosi e i tempi di guarigione sono strettamente collegati alla condizione di partenza e allo stato generale del paziente.  Controindicazioni dell’intervento chirurgico Gli effetti collaterali dell’intervento possono essere: Pericoronite Malattie parodontali Carie In generale l’intervento chirurgico è sconsigliato in caso di: Età avanzata Stato

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Nevralgia dentale

La nevralgia dentale è un disturbo che colpisce la dentatura e si presenta nel momento in cui hai un\’infiammazione ad uno o più nervi dei denti. Le nevralgie ai denti possono causare dolore ad un solo dente oppure a tutta l’arcata dentale sia inferiore che superiore. Può inoltre colpire le gengive (nevralgia gengivale). Quando parliamo di nevralgia ai denti dobbiamo prestare attenzione. Infatti può essere confusa con il classico mal di denti, ma la sintomatologia è diversa. Per questo motivo è bene fare un po\’ di chiarezza. Nevralgia che cos’è Innanzitutto occorre specificare che la nevralgia dentale è un disturbo ampio e che in generale si presenta quando c’è un’infiammazione ad un nervo. In caso venissi colpito da nevralgie dentarie, devi bene sapere che possono essere coinvolte diverse parti del corpo e la nevralgia può provocare dolore da lieve a grave. Una nevralgia grave può interferire con la capacità di una persona di svolgere le attività quotidiane e può influire sulla qualità della sua vita. Nevralgia dentale sintomi Questa condizione si presenta con un dolore acuto e forte della durata di circa due minuti a differenza del classico mal di denti. Infatti per il classico mal di denti il dolore si presenta come costante e pulsante. I sintomi della nevralgia dentale sono intensi e distinti. Tra questi abbiamo: episodi improvvisi di dolore estremo lancinante che segue il percorso di un nervo dolore persistente o bruciore formicolio o intorpidimento contrazioni o crampi muscolari involontari L\’origine di questi dolori nel corpo dipende dal tipo di nevralgia dentaria che colpisce le persone. Nevralgia ai denti cause La causa esatta della nevralgia dentale non è nota, ma spesso si pensa che sia causata dalla compressione del nervo trigemino (nevralgia del trigemino) o da un\’altra condizione medica che colpisce questo nervo. In generale queste possono essere le cause della nevralgia: un tumore una ciste, una sacca piena di liquido malformazione artero-venosa: un groviglio anormale di arterie e vene sclerosi multipla (SM) – una condizione a lungo termine che colpisce il sistema nervoso lesione facciale danni causati da interventi chirurgici, compresa la chirurgia dentale Inoltre bisogna distinguere se questa condizione si presenta in giovane età o dopo i 40- 50 anni. Infatti, nei pazienti con oltre 40 anni, i vasi sanguigni possono perdere elasticità e questo porta le loro pareti a cedere. Di conseguenza si crea un aneurisma. L’aneurisma è in sostanza un rigonfiamento del vaso sanguigno e può andare a comprimere un nervo e provocare quindi la nevralgia. Se la nevralgia dei denti si presenta invece in giovane età le cause possono essere diverse. Analizziamo nelle specifico le altre cause di nevralgie dentali. Nel caso di un tumore, questo potrebbe andare a premere su un nervo e portare quindi ai sintomi della nevralgia. Invece se parliamo di sclerosi multipla che per sua natura provoca lesioni alla guaina mielinica dei nervi e pertanto porta alle nevralgia. Oltre a queste cause la nevralgia ai denti può essere causata dal virus dell’Herpes Zoster, ovvero il “Fuoco di sant’Antonio”. Questo virus rimane annidato nell’organismo e in caso di debilitazione del sistema immunitario può attaccare il nervo trigemino e provocare la nevralgia. Diagnosi Nevralgia Dentale La nevralgia ai denti non è semplice da diagnosticare in quanto i sintomi altalenanti. Infatti il dolore può essere assente per mesi o addirittura anni. Quindi per arrivare ad una diagnosi definita il medico deve basarsi su almeno tre fattori: la storia clinica del paziente analizzare la sintomatologia del paziente valutare le zone interessate dal dolore e il tipo effettuare test specifici Nevralgia denti rimedi Numerosi trattamenti possono offrire sollievo dal dolore causato dalla nevralgia del trigemino e dalla nevralgia dentale. Anche identificare i trigger ed evitarli può aiutare. I trigger sono eventi scatenanti del dolore. Ad esempio se il dolore compare a seguito dall\’esposizione di una corrente d’aria allora è bene evitare tali situazioni. Tra le cure mediche annoveriamo farmaci per la cura dell’epilessia. Tali medicinali, se presi ad un basso dosaggio, portano sollievo ai nervi perché rallentano gli impulsi elettrici negli stessi e riducono la loro capacità di inviare messaggi di dolore. Per questo motivo li usiamo per combattere la nevralgia. Invece, in caso di nevralgia provocata da aneurisma, l’unico intervento possibile è quello chirurgico. L’operazione si basa sul metodo di decompressione microvascolare, che è abbastanza difficile e non si può eseguire su tutti i pazienti. Per combattere il virus dell’herpes Zoster si usano antivirali anche se hanno più uno scopo preventivo che curativo. Mentre se la causa della nevralgia è la sclerosi multipla purtroppo ad oggi non esistono cure per questa patologia, quindi si può intervenire con farmaci che riducono le ricadute. Infine, quando un tumore è la causa della nevralgia, si può agire come per ogni altro tumore. Ovvero con un’intervento chirurgico o con cicli di radio e chemioterapia oppure con entrambe le soluzioni. Chiedi sempre parere al tuo Medico di fiducia per avere una diagnosi certa di nevralgia dentale, individuarne la causa e impostare il corretto piano di cura. Se vuoi prenotare una visita con i professionisti del nostro Centro Dentistico Unisalus di Milano, puoi scrivere o chiamare i riferimenti che trovi nella sezione contatti del nostro sito.

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Amelogenesi imperfetta cura

Amelogenesi imperfetta cura: una serie di trattamenti possono aiutare a combattere e a prevenire questo gruppo di patologie. Per capire come intervenire, dobbiamo innanzitutto partire da che cos’è l’amelogenesi imperfetta. Vediamola nel dettaglio. Amelogenesi imperfetta cos’è L’amelogenesi imperfetta è un gruppo di patologie che riguardano lo sviluppo dello smalto. Le cause sono principalmente genetiche. Infatti, è ereditata dal cromosoma X, come carattere dominante o come carattere recessivo. Nel primo caso vuol dire che più componenti per generazione saranno colpiti da questa patologia. Questa malattia fa sì che i denti siano insolitamente piccoli, scoloriti, bucherellati e soggetti a rapida usura e rottura. Lo smalto dei denti è molto più sottile e di colore giallo o marrone. Cause L\’amelogenesi Imperfetta è causata da fattori genetici. Infatti, nei soggetti in cui si presenta, vi sono mutazioni dei geni AMELX, ENAM o MMP20. Questi sono responsabili dello sviluppo delle proteine necessarie per la formazione dello smalto. Questo è il materiale che riveste i denti ed è ricco di minerali. A causa dell’amelogenesi imperfetta, si verificano mutazioni in questi geni che portano allo sviluppo di uno smalto sottile o morbido. Sintomi Il sintomo principale di questa malattia è lo smalto imperfetto. Può manifestarsi sia nei denti da latte che nei denti degli adulti. Altri sintomi sono: • denti piccoli e di colore giallo o marrone • sensibilità dentale • fragilità nei denti • malocclusione da morso aperto Tipi di amelogenesi imperfetta Questa patologia può essere suddivisa in quattro tipi principali: • ipoplastico • ipomaturazione • ipocalcificato • tipo ibrido Ipoplasico Questo tipo riguarda un difetto nella quantità di smalto creato che risulta piuttosto sottile. Esso è duro ma non è presente abbastanza sui denti. Ne consegue che i denti sono piccoli, di colore marrone o giallo con fosse e scanalature. Le corone dei denti vanno da piccole a normali. Inoltre, denti superiori e inferiori non si incontrano dando origine a un morso scadente. Ipomaturazione Questa tipologia indica che c’è un difetto nella crescita finale dello smalto. I denti sono di un colore crema opaco. Lo smalto ha uno spessore normale, ma è morbido e i denti appaiono a chiazze. Possono anche consumarsi e rompersi. In generale, chi presenta questa tipologia di amelogenesi imperfetta mostra anche un morso aperto. Inoltre, presentano denti dalla superficie ruvida che possono essere morbidi e doloranti. Ipocalcificato L’ipocalcificato riguarda un difetto nelle fasi iniziali di sviluppo dello smalto. Infatti, quest\’ultimo può avere uno spessore normale ma risulta morbido. In alcuni casi può anche essere assente o cariato. Ibrido Questo tipo di amelogenesi  è ibrido. Infatti ha particolarità sia di quello ipoplasico sia di quello ipomaturato così come il taurodontismo. Di solito i denti delle persone che soffrono di questo tipo sono più piccoli del consueto. Lo smalto è più sottile del normale con zone in cui non è presente (ipomineralizzate). Diagnosi dell’amelogenesi imperfetta La diagnosi di questa patologia viene svolta da un dentista. Di solito basta un esame visivo, ma ci sono anche delle procedure specifiche per diagnosticarla. Tra queste troviamo un’analisi della storia familiare ed esami orali per valutare lo smalto. Il dentista esegue delle radiografie dentro e fuori la bocca per vedere il contrasto tra smalto e dentina. Le radiografie aiutano a valutare la densità dello smalto. Quindi a determinare il tipo di trattamento necessario. Amelogenesi imperfetta cura Ad oggi per l’amelogenesi imperfetta non esiste una cura definitiva e standard. È importante però intervenire per evitare complicazioni spiacevoli come gengiviti, parodontiti o carie. Patologie, come la gengivite nei bambini, che sono spesso sottovalutate in età pediatrica. Infatti, le persone con questa malattia devono essere rigorose nell’igiene orale e nelle visite dal dentista. Questa condizione influisce molto sull’aspetto dei denti. Pertanto chi ne soffre può avere anche ripercussioni a livello psicologico. Bassa autostima e, in casi più gravi, depressione possono essere causate dall’amelogenesi imperfetta. Soprattutto in adolescenti. Quindi il trattamento di questa patologia dipende molto da quando viene diagnosticata, dall’età del paziente e dalle condizioni generali dei denti. Alcuni trattamenti possibili sono: • bonding dentale • corone dentali • apparecchi ortodontici • abitudini alimentari • igiene orale • protesi Bonding dentale Questo trattamento è spesso utilizzato per contrastare l’amelogenesi imperfetta di tipo ipoplasico. Infatti, le resine utilizzate per il bonding dentale aderiscono in modo congeniale a questi denti perché sono molto duri. Questo trattamento consiste nell’applicare ai denti moderne resine composite per riempire gli spazi vuoti. Corone dentali Le corone dentali sono protesi che ricoprono completamente il dente reale. Aiutano a ripristinare la forma e la dimensione del dente. Inoltre aiutano a combattere e prevenire le carie. Questo tipo di trattamento è particolarmente adatto a chi soffre di amelogenesi imperfetta di tipo ipocalcificato e ipomaturato. Corone temporanee in porcellana o acciaio possono essere particolarmente utili nel caso di pazienti bambini o adolescenti. I dentisti procedono poi a installare corone permanenti quando i denti sono tutti presenti e stabili. Apparecchi ortodontici Gli apparecchi ortodontici sono spesso utilizzati come trattamento dell’amelogenesi imperfetta. L’obiettivo è quello di riportare i denti in posizione adatta per procedere poi con i restauri. Abitudini alimentari Per chi soffre di amelogenesi imperfetta è bene adottare una dieta sana e povera di zuccheri. Infatti i denti di queste persone sono deboli e fragili, se si assumono troppi zuccheri si rischia di incorrere in altre patologie. Ad esempio carie e malattie gengivali. Igiene orale Per qualsiasi trattamento è indispensabile una buona igiene orale. Infatti, bonding dentali o corone sono difficili da installare con gengive infiammate o sanguinanti. Per la sensibilità al caldo al freddo, ad esempio, si possono usare dentifrici desensibilizzanti. Inoltre, eseguire visite regolari dal dentista per pulizie professionali è molto importante. Protesi Un’altra soluzione per trattare l’amelogenesi imperfetta sono le protesi dentali. Queste possono essere fisse o mobili e possono essere applicate sopra il dente naturale. Amelogenesi imperfetta bambini Come anticipato questa malattia è genetica. Pertanto può essere diagnosticata anche nei bambini. La diagnosi precoce è essenziale. Infatti in questo modo si può intervenire tempestivamente con trattamenti appropriati. Nei bambini, questa patologia è trattata con delle strisce

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Ipomineralizzazione dei denti

L’ipomineralizzazione dei denti, anche nota come MIH (Molar Incisor Hypomineralization), è una patologia che colpisce in prevalenza i bambini. In questo articolo andremo a vedere di cosa si tratta, cosa comporta e quali sono i rimedi. Ipomineralizzazione dei denti cos’è L’ipomineralizzazione dei denti è una condizione che si manifesta con delle macchie bianco-gialle o giallo-marroni sui denti. In questa patologia il processo di calcificazione dello smalto è alterato, pertanto sorgono difetti permanenti. Infatti lo smalto, tessuto duro del dente, non è in grado di autogenerarsi. Colpisce 1 bambino su 4 e le macchie si presentano principalmente sui molari e sugli incisivi. Le cause ancora non sono chiare, si pensa a problemi congeniti che portano ad un\’insufficienza di minerali nello smalto. Infatti, la carenza di calcio può causare malessere per denti e gengive. Questa patologia si verifica durante lo sviluppo dei denti, quindi dalla gravidanza fino ai due anni di vita del bambino. La malattia non si manifesta finché i denti non sono spuntati del tutto. L ipomineralizzazione dei denti comporta denti porosi e che tendono a frantumarsi facilmente. Questo avviene perché la mancanza di calcio rende i denti morbidi. Suscettibili perciò a decomposizione. Per i bambini che soffrono di questa patologia basta la semplice masticazione a spezzare i denti. Inoltre, soffrono anche di ipersensibilità. Infatti i denti normali di norma contengono il 21% in più di sali minerali rispetto a quelli ipomineralizzati, conferendo loro protezione termica. I denti ipomineralizzati, definiti anche porosi, sono difficili da ricostruire perché la loro composizione è difficile da far aderire ai materiali. Come intervenire Al momento non sono presenti terapie per intervenire sulle cause. È importante quindi intervenire in maniera preventiva. Infatti se questa patologia viene diagnosticata per tempo è possibile eseguire trattamenti specifici, adeguati all’età e alla gravità. Per trattare questa patologia il dentista può: applicare paste caseinate posizionare cemento che rilascia fluoro eseguire restauri in resina o in altri materiali Se questa patologia viene intercettata precocemente, il dentista può intervenire con l’applicazione di cemento o vernici professionali. Questi rilasciano fluoro che serve per rimineralizzare il dente. Inoltre, il paziente può associare mousse a base di calcio. Invece, se l’ipomineralizzazione è in uno stato avanzato il dentista può restaurare il dente o la porzione di dente. In questo caso viene però prima rimossa la parte di dente compromessa. Quando la MIH è in uno stato avanzato, è possibile che si associno processi cariosi. Questi devono essere curati prima di trattare l\’ipomineralizzazione dei denti. Ipomineralizzazione dei denti e Fluorosi La MIH denti va distinta dalla fluorosi. Questa infatti presenta macchie bianco-brunastre e lo smalto non è poroso ma più resistente. MIH e Ipoplasia L’ipomineralizzazione dei morali e degli incisivi va distinta dall’ipoplasia dello smalto. Infatti questa patologia ha natura quantitativa e non qualitativa, ossia si presenta con una scarsa formazione di smalto. Prevenzione Da quanto detto dunque, si evince che la miglior arma che abbiamo contro l’ipomineralizzazione dei denti è la prevenzione. Per questo consigliamo una visita dal dentista nei primi tre anni di vita del tuo bambino. In questo modo, il dentista pediatrico potrà intervenire in tempo, darti tutte le informazioni in merito alla prevenzione orale pediatrica e salvare la salute dei denti del tuo bambino.

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Overbite dentale

L’overbite dentale è un tipo di malocclusione causata da una posizione errata dei denti. Il posizionamento dei denti è una parte fondamentale non solo per il sorriso ma anche per la digestione e la salute orale. Due tipi di malocclusione si verificano a causa del disallineamento della mascella: overbite e overjet. Sebbene entrambe causino una mascella deforme, sono estremamente diverse. Vediamole di seguito nel dettaglio. Cos’è l’overbite L’overbite dentale misura il disallineamento verticale dei denti. Infatti, l\’overbite si verifica quando i denti superiori si sovrappongono di oltre 3 millimetri sopra i denti inferiori. Se soffri di overbite, i tuoi denti potrebbero consumarsi a causa del costante impatto l\’uno contro l\’altro. Puoi anche soffrire di dolore alla mascella, problemi di linguaggio e persino apnea notturna. Nei casi più gravi, un posizionamento errato può far sbattere i denti l\’uno contro l\’altro e danneggiare lo smalto e le gengive. Cos\’è l’overjet L’overjet dentale invece misura il disallineamento orizzontale tra i denti. Questo si verifica quando i denti dell’arcata superiore sporgono eccessivamente verso l’esterno. L’overjet rende difficile masticare, parlare  e altre funzioni orali. Questa malocclusione può creare difficoltà a chiudere le labbra e persino dolore alla mascella. Differenza tra overjet e overbite dentale Anche se dall’esterno possono sembrare uguali, overjet e overbite sono differenti. Questa differenza sta nell’angolo che creano i denti dell\’arcata superiore. Infatti l’overbite è un disallineamento verticale, mentre l’overjet è orizzontale. I denti di chi ha l’overbite puntano dritti verso il basso, invece, i denti di chi ha un overjet puntano verso l’esterno. Trattamento dell’overbite L’overbite dentale si può curare in diversi modi, dipende anche molto dalla gravità e dall’età del paziente. È consigliabile intervenire intorno ai 7 anni. In questa età i denti del bambino si stanno ancora sviluppando, pertanto sono più facili da guidare nello crescita. Le opzioni per il trattamento sono: faccette dentali apparecchi fissi odontoiatrici bonding dentale  corone Faccette dentali per curare overbite dentale Per curare l\’overbite dentale potresti ricorrere alle faccette. Le faccette sono involucri sottili del colore dei denti, realizzati su misura che si attaccano alle superfici dei denti per migliorare l\’aspetto. Possono correggere denti irregolari, disallineati o deformi, nonché scolorimento e scheggiature dei denti. Il dentista, in primo luogo, lima una piccola parte di smalto. Secondariamente applica le faccette per garantire una perfetta adesione. Le faccette migliorano il sorriso perché l’effetto finale rende i tuoi denti perfetti in modo simile a quello naturale. Il dentista può crearle della tonalità di bianco che preferisci. Inoltre le faccette sono altamente durevoli, resistenti alle macchie e non irritano le gengive. Apparecchi fissi odontoiatrici Gli apparecchi odontoiatrici sono creati per spostare lentamente i denti in una posizione che sia ottimale. Per quanto riguarda gli apparecchi tradizionali in metallo, possono essere prescritti come correttivi e impiegano dai 18 ai 24 mesi per ripristinare il difetto. Bonding dentale Il bonding dentale è una procedura cosmetica in cui il dentista applica una resina composita ai denti e li modella per dare l\’aspetto di denti dritti e uniformi. Per un lieve disallineamento è la procedura ideale. Il bonding dentale è indolore, richiede solo un appuntamento e rende meno visibile il difetto. Inoltre, il materiale adesivo si adatta ai denti circostanti per regalarti un sorriso dall\’aspetto naturale. Preserva anche i denti in quanto non richiede la rimozione dello smalto prima dell\’applicazione. Corone per correggere l\’overbite dentale Le corone dentali sono protesi realizzate su misura per il dente. Questo intervento permette di migliorare la malocclusione senza bisogno di apparecchio. Infatti, Il dentista taglia il dente e applica la corona. Le corone durano fino a 10 anni. Sono molto utilizzate per correggere l\’overbite dentale. Se necessiti di un intervento per curara overjet e overbite contatta il Centro Dentistico Unisalus a Milano.

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Morso crociato anteriore

Il morso crociato anteriore è un modo errato di chiudere i denti. Anteriore perché riguarda i denti incisivi e canini superiori, che rimangono indietro rispetto ai denti inferiori. Vediamo nel dettaglio il morso crociato. Che cos’è il morso crociato? Innanzitutto il morso crociato può essere chiamato anche incrociato o inverso. Alcuni dentisti preferiscono invece la terminologia inglese cross bite. Come già accennato nell’approfondimento sulla malocclusione, il morso incrociato si verifica quando nella chiusura l’arcata inferiore prevarica quella superiore. Questo porta ad un disallineamento orizzontale tra i denti. A differenza del morso aperto (open bite), in cui i denti anteriori non si chiudono in modo totale e corretto, nel morso incrociato si serrano ma nel modo errato. Perché è importante il morso? Per quale motivo è importante avere una chiusura adeguata della bocca? Il metodo in cui ognuno di noi chiude la bocca è fondamentale, ma pochi ne sono a conoscenza. Infatti, il morso è importante per l’intero organismo, non solo per la salute orale. Chiudere male la bocca può avere ripercussioni sulla postura, sulla schiena e anche sui piedi. Per questo motivo, in caso di morso crociato è bene intervenire in tempo così da evitare problemi più grandi in futuro. Tipi di morso crociato In base al modo in cui si verifica la chiusura errata esistono diversi tipi di morso incrociato. Questi sono: laterale o monolaterale completo parziale anteriore  posteriore bilaterale Analizziamoli nel dettaglio Il morso crociato laterale si verifica solo su un lato dell’arcata dentale. È completo, invece, quando colpisce l\’intera arcata. Può essere parziale quando riguarda solo alcuni denti o anche uno solo. Come già anticipato, nel morso crociato anteriore sono coinvolti i denti dell\’arcata superiore. Invece il morso posteriore coinvolge i denti di dietro e laterali. Infine, il bilaterale si presenta quando entrambi i lati della bocca sono coinvolti. Qualunque sia il tipo di morso incrociato, deve essere corretto per evitare complicazioni future alla bocca e all’organismo. Cause del morso crociato Il morso inverso può essere causato da difetti scheletrici, dentali o da una combinazione di entrambi. Questi problemi possono essere genetici, ma anche causati da cattive abitudini, ritardi nella crescita dei denti, problemi alla struttura ossea o problemi alle vie aeree superiori. Ecco alcune cause che portano al morso incrociato: suzione del pollice, biberon spinta della lingua durante la deglutizione denti mancanti denti da latte caduti precocemente o che tardano a cadere mascella troppo piccola  denti grandi  respirazione con la bocca labiopalatoschisi palatoschisi Correzione morso incrociato Il morso crociato si corregge in base alla diagnosi effettuata. Cosa vuol dire questo? La diagnosi cambia da paziente a paziente e il trattamento risolutivo cambia anche a seconda dell’età. Ad esempio, il morso incrociato laterale adulti possiamo correggerlo con la chirurgia o con gli elastici ortodontici. Ma andiamo per gradi. Il morso inverso è sempre correggibile, cambia il metodo. Infatti, come accennavamo, sono diversi i fattori da prendere in considerazione per risolvere il problema. La gravità della situazione, il tipo di cross bite e l’età. In generale i metodi principali sono l’ortodonzia e la chirurgia. Quest’ultima nel caso di un paziente fuori dall’età dello sviluppo e con difetti scheletrici. Con ortodonzia si intende principalmente l’uso di apparecchi ortodontici. Che apparecchio si mette per il morso inverso? Per rispondere a questa domanda bisogna distinguere tra bambini ed adulti. Iniziamo analizzando il caso dei bambini. Se a presentare il morso inverso è un bambino di sicuro è più facile intervenire. Infatti, essendo molto giovane la struttura ossea è ancora in fase di sviluppo quindi facilmente modificabile. Nel caso di morso inverso scheletrico possiamo usare apparecchi ortopedici, che accompagnano la crescita delle ossa verso il modo corretto. Molto usato è l’apparecchio per l’allargamento del palato. Invece quando il problema è dentale possiamo utilizzare apparecchi fissi o mobili, visibili oppure linguali o trasparenti. Nel caso sia un adulto a presentare il problema dobbiamo intervenire in modo differente. Appunto, l’adulto ha ormai sviluppato la struttura ossea che è salda, quindi non è possibile modificarla. Invece è possibile agire sulla posizione dei denti. Ovviamente si tende sempre per soluzione poco invasive come apparecchi mobili trasparenti o apparecchi fissi linguali. Se pensi di avere il morso crociato non esitare a contattarci per un una visita dentistica ed un preventivo senza impegno.

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Ranula

La ranula è una problematica del cavo orale strettamente correlata al concetto di mucocele. Si tratta della ritenzione di liquidi o cisti che si formano nella bocca e più precisamente sotto la lingua. Per questo motivo viene anche chiamata ranula sublinguale. Le ranule si formano a causa del ristagno di saliva all\’interno della bocca. Solitamente le ghiandole salivari hanno la funzione di drenare la saliva in eccesso. Quando questo non accade, le ghiandole si gonfiano e ci troviamo di fronte a questa ritenzione da cui si forma la ranula sottolinguale. Cause di ranula sottolinguale La causa della ranula sotto la lingua è un malfunzionamento o una ferita della ghiandola salivare, in particolare quella sottolinguale. Esistono infatti tre ghiandole salivari: sottolinguali parotidee sottomandibolari La funzione delle ghiandole salivari è quella di \”drenare\” la saliva per farle raggiungere la bocca. Dove verrà poi ingerita. Tuttavia quando la ghiandola salivare è malata, la ghiandola si gonfia e fa fuoriuscire il liquido in eccesso formando così una bolla o cisti nella zona intorno alla ghiandola. Questa formazione è appunto la ranula. Dato che la problematica coinvolge più spesso la ghiandola sublinguale, parliamo di ranule sotto la lingua. Come si esegue la diagnosi La diagnosi è molto semplice e spesso si risolve con un esame obiettivo del dentista. Durante la visita dentistica, le ranule possono essere osservate a occhio nudo. Esistono tuttavia dei casi più complessi, che possono necessitare di ulteriori accertamenti strumentali come ad esempio una radiografia, per valutare l\’intera portata del problema. Ma non solo. Ulteriori esami possono essere utili per escludere altre cause o problematiche spesso concomitanti. Quali sono i sintomi I sintomi della ranula sono un gonfiore morbido di pochi centimetri nella zona sotto la lingua e in alcuni casi delle piccole ferite all\’interno della bocca. Ferite causate proprio dall\’eccesso di liquido salivare non drenato. Non ti preoccupare se la ranula cresce poco alla volta. Solitamente tende a diventare più grande in modo molto lento, fino al momento in cui viene scoperta da te o dal dentista. L\’unico consiglio che vogliamo darti è che bisogna fare attenzione ad agire velocemente quando cresce. Perché quando raggiunge dimensioni più ampie, potrebbe dar luogo ad uno spostamento della lingua e uno scompenso della funzione masticatoria. La ranula non è dolorosa. Come si trattano le ranule È abbastanza raro che le ranule si risolvano spontaneamente, anche se ci sono alcuni casi in cui questo può capitare. Potresti aver bisogno di un aiuto manuale al drenaggio dei liquidi in eccesso, ma questo risolve il problema solo in maniera momentanea. Non si tratta quindi di un rimedio duraturo. Ranula cura: cosa fare quindi? La terapia più adatta, oltre al drenaggio è quella dell\’asportazione chirurgica della cisti. Una volta eseguito questo semplice intervento devi sempre ricordare di tenere ben curato e pulito il cavo orale. Soprattutto i primi giorni dopo l\’intervento. In questo modo potrai evitare il proliferare di batteri e infezioni nella tua bocca. Per il trattamento chirurgico sono state messe a punto anche tecniche percutanee mini-invasivi molto efficaci. Ricordiamo che comunque le ranule possono essere soggette a recidiva. Per questo motivo consulta sempre il Dottore per delle visite programmate di controllo. Eventuali complicanze nei trattamenti della ranula Le complicanze nell\’intervento chirurgico della ranula sono un evento raro. Dopo l\’intervento potresti al massimo sperimentare un leggero gonfiore nella zona e un po\’ di arrossamento. Di solito non sono necessari punti di sutura, per questo motivo è possibile mangiare già poche ore dopo l\’intervento. Cerca magari di evitare cibi troppo caldi e alimenti solidi, prediligendo un alimentazione liquida e fresca come yogurt, gelati, frullati. Complicanze gravi, come la lesione di un nervo vicino alla ranula, sono rare. Come detto, le ranule sublinguali sono soggette a recidiva. Per questo motivo potresti aver bisogno di un secondo intervento nel corso del tempo. Parlane sempre con il tuo Medico Dentista curante.

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