igiene orale

A cosa serve il collutorio?

Sappiamo tutti, o quasi, cos\’è il collutorio, come si presenta e come si utilizza. Ma siamo sicuri di utilizzarlo nella maniera corretta? E di sapere, nello specifico a cosa serve il collutorio? Di tipologie di collutorio ce ne sono molte, che sono più o meno specifiche per determinate condizioni o patologie. Inoltre, questo prodotto può essere una strategia di prevenzione per il mantenimento di una buona salute orale, se si configura però come affiancamento ad una corretta igiene orale. In generale, il suo utilizzo non comporta particolari danni. Ci sono però dei casi in cui, la scelta non ponderata di un collutorio, può amplificare alcune problematiche preesistenti. Ecco perché è importante sapere come funziona e a cosa serve il collutorio e in base a cosa possiamo effettuare la nostra scelta, se decidiamo di introdurre questo prodotto nella nostra routine di igiene orale.  Cos\’è e a cosa serve il collutorio? Il collutorio è un prodotto utilizzato per il risciacquo orale. Quindi di denti, gengive, lingua. E in generale dell\’interno della bocca. La maggior parte delle volte, il collutorio contiene degli antisettici, che hanno lo scopo di uccidere i batteri \”cattivi\”, quelli nocivi per la nostra salute orale, che si depositano sulla lingua o tra i denti. I motivi per cui possiamo utilizzare il collutorio sono tantissimi: prevenzione di patologie, problematiche specifiche, alito cattivo, estetica. È importante specificare che, questo prodotto, non può essere utilizzato in sostituzione di una corretta igiene orale, che implica lavarsi i denti almeno due volte al giorno (dopo i pasti) e utilizzare in maniera corretta il filo interdentale. Si tratta però di un forte alleato alle pratiche di igiene orale. In particolare, se contiene la formulazione giusta e adatta alla situazione della nostra bocca e alle nostre necessità. Ecco perché, il momento migliore per utilizzarlo è proprio dopo aver lavato i denti e praticato l\’igiene orale. Un aspetto spesso sottovalutato, a cui vogliamo rivolgere l\’attenzione, riguarda la presenza di alcol in alcuni collutori, che può essere il 18% o il 26% del liquido. Ciò implica che il collutorio non va assolutamente ingerito.  Tipi di collutorio Come anticipato, il collutorio può essere utilizzato in moltissimi casi. Di conseguenza, ne esistono moltissimi tipi che contengono sostanze più o meno specifiche per agire in modo efficace in situazioni differenti. Una prima distinzione importante da fare è quella tra collutori che, in base allo scopo, possono essere: Estetico o cosmetico. Si tratta di un prodotto da banco, che migliora l\’alito e lascia in bocca un sapore gradevole, ma non combatte problematiche specifiche come placca e tartaro, gengiviti o carie. Aiuta però ad eliminare i residui di cibo che potrebbero non essere stati tolti dallo spazzolamento dei denti e dall\’utilizzo del filo interdentale. Terapeutico. Queste tipologie di collutori hanno diversi benifici. Si tratta di principi attivi che possono aiutare ad affrontare o prevenire patologie orali fastidiose o dolorose. Tra queste abbiamo le carie, le malattie gengivali, l\’alitosi o la secchezza delle fauci, ad esempio. Ciò avviene perché questi prodotti presentano una formulazione con principi attivi specifici. In alcuni casi, hanno anche capacità di sbiancamento dei denti. È importante specificare che alcuni collutori terapeutici sono prodotti da banco, altri invece necessitano di prescrizione medica. I collutori, a fini estetici o terapeutici, possono essere quindi di diversi tipi. Ad esempio, per la protezione dai batteri, la riduzione della placca o la gengivite, puoi selezionare dei prodotti che contengano fluoro, cloruro di cetilpiridinio (CPC, ingrediente che combatte i germi, seppur a volte sgradevole al gusto) o clorexidina nella loro formulazione. Altri ingredienti che possono essere contenuti nei collutori sono ad esempio lo iodio povidone o alcuni oli essenzali, sempre per problematiche come placca o gengivite. Ovviamente, se soffri di patologie specifiche, dovresti rivolgerti al tuo dentista di fiducia per trattare le condizioni alla base. Il collutorio può aiutarci, ma non si sostituisce ad una cura. Tranne nel caso di formulazioni specifiche che devono però essere prescritte dal proprio dentista. In generale, l\’utilizzo del collutorio non comporta particolari rischi. Ma, anche senza una patologia dentale o orale specifica, se non sei sicuro della tua scelta, contatta il tuo dentista e chiedi la sua opinione in merito. Come si utilizza il collutorio Per quanto sembri un\’operazione banale, c\’è un modo corretto di utilizzare il collutorio. Dovresti sempre seguire le istruzioni specificate sulla confezione del collutorio che acquisti. In generale però, possiamo darti le linee guida che riguardano la maggior parte dei collutori in commercio: Lava i denti prima di utilizzarlo. Il collutorio non si sostituisce ad una corretta igiene orale, quindi dovrebbe essere usato dopo lo spazzolino e il filo interdentale. In particolare, se utilizzi un dentifricio al fluoro (utile per remineralizzare i denti), fai passare un po\’ di tempo prima di usare il collutorio. Quest\’ultimo potrebbe lavare via il fluoro rimasto in bocca dopo lo spazzolamento. Utilizza la dose corretta. Solitamente, il tappo del collutorio funge anche da misurino. In generale, la quantità corretta va dai tre ai cinque cucchiaini di prodotto per volta. Fai un risciacquo profondo. Ti consigliamo, durante il risciacquo, di fare dei gargarismi per 30 secondo, in modo da pulire a fondo la bocca. Non ingoiare il collutorio, sputalo. Non è consigliato sciacquare la bocca dopo l\’utilizzo del collutorio. Per non perdere i suoi effetti benefici. Altre informazioni da tenere a mente sono: Se necessario, diluisci il prodotto. Assicurati di leggere l\’etichetta del prodotto che scegli. Ogni prodotto ha una concentrazione specifica dei suoi principi attivi e ingredienti. Se il collutorio non richiede il di essere diluito, farlo potrebbe diminuire l\’efficacia dei principi attivi che contiene. Calcola le tempistiche. È importante che il collutorio venga tenuto in bocca per la giusta quantità di tempo, che va da 30 secondi ad un minuto circa. Se il tuo risciacquo dura meno di trenta seconda, potresti non ottenere i benefici massimi. Come funziona il collutorio? Come abbiamo detto, il collutorio uccide i batteri e i germi nocivi, grazie agli ingredienti atisettici: il mentolo, l\’alcol, l\’eucalipto. Andando ad agire anche nei posti più ostili da raggiungere, come la

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Gengivite bambini

La gengivite bambini è una patologia che può compromettere la salute dentale nell\’età adulta. Oltre agli adulti, infatti, anche bambini e adolescenti possono incorrere in varie infezioni o infiammazioni gengivali. Anzi, ne sono spesso molto più colpiti. In particolare dalla problematica della gengivite. Questa possibilità aumenta in quei bambini che presentano alcune malattie sistemiche, di cui la gengivite può essere un campanello d\’allarme. Al giorno d\’oggi, la consapevolezza in merito alle infezioni gengivali e alla cura dell\’igiene orale è sicuramente più sviluppata che in passato. Ma per quanto riguarda i bambini, c\’è ancora molta disinformazione e poca attenzione.  In generale, la prevenzione orale nei bambini è molto sottovalutata. Ciò non permette lo sviluppo di una consapevolezza in merito all\’igiene orale. Secondo alcuni dati, la prevalenza della gengivite aumenta di molto durante l\’adolescenza. Una diagnosi precoce di gengivite è però molto importante, anche in vista di prevenzione di problematiche future. Ecco perché è fondamentale parlarne e comprendere i danni che la gengivite, nei bambini piccoli e negli adolescenti, può causare, le strategie di prevenzione e i trattamenti migliori tramite cui curarla. Cos\’è la gengivite nei bambini Iniziamo col dire che esistono delle differenze strutturali nelle gengive e nei denti, tra adulti e bambini. Ad esempio, le gengive dei bambini sono molto meno larghe rispetto a quelle degli adulti. Inoltre, i punti i cui i denti decidui entrano in contatto sono più ampi rispetto a quelli della dentatura permanente e adulta. Ciò lascia più spazio alla proliferazione batterica e di conseguenza allo sviluppo di patologie e problematiche dentali e gengivali. Gengive gonfie nei bambini in un certo periodo di vita possono essere normali. Ad esempio nel periodo di transizione tra denti decidui, da latte, e quelli permanenti. Periodo che prende il nome di dentizione. Ma ci sono alcuni casi in cui gengive rosse nei bambini, insieme ad una determinata sintomatologia, sono in realtà il risultato di problematiche gengivali. La gengivite, o malattia gengivale, è un\’irritazione e infiammazione del tessuto gengivale che circonda i denti, data principalmente dalla placca, sostanza appiccicosa che si attacca ai denti e al tessuto gengivale e permette la proliferazione batterica. Come si crea l\’infiammazione gengivale Se la placca dentale non viene rimossa tramite corretto spazzolamento, si trasforma in tartaro. Quest\’ultimo raccoglie ancora più batteri e ciò causa il disturbo della gengivite. Solitamente questa problematica si presenta con una sintomatologia lieve. Ma se non curata, si configura come il primo stadio di malattie parodontali che possono essere anche molto gravi e comportare perdita dei denti o addirittura perdita ossea. Spesso, questa ed altre infiammazioni gengivali vengono trascurate col pensiero che, riguardando i denti da latte, scompariranno da sole col ricambio del dente. In realtà è importante ripetere che, se non trattate, queste patologie non migliorano. Anzi, possono rendere più difficoltosa la dentizione e dare luogo alle patologie serie di cui abbiamo parlato. Fortunatamente, se si presta la giusta attenzione alla tematica, prevenire e curare la gengivite bambini può essere semplice e ridurre la possibilità di incorrere in patologie in età adulta. Infiammazione gengivale bambini: ascesso gengivale Oltre alla gengivite, un\’altra patologia di origine batterica ancor più grave, che si manifesta spesso nei bambini, è il cosiddetto ascesso gengivale, che fa parte della più ampia categoria di ascesso dentale. Si tratta di una problematica che si manifesta con gonfiore e arrossamento delle gengive. A volte presenta anche pus e febbre. L\’ascesso è causato da infezioni o traumi alle gengive, ma può essere dato anche da una scorretta gestione della carie. In questo caso, i rimedi naturali o casalinghi non sono utili a curare l\’infiammazione. È necessario rivolgersi immediatamente al dentista per bambini se si nota questo tipo di sintomatologia. Questo solitamente prescriverà una cura antibiotica, spesso accompagnata da antidolorifici per diminuire il dolore. Se la situazione è molto grave, potrà scegliere di effettuare una piccola incisione sulla gengiva per far uscire il pus accumulato. Gengivite bambini 1 anno Nonostante queste problematiche siano da tenere particolarmente sotto controllo, nel caso in cui il nostro bambino, intorno all\’anno di età, presenti delle gengive gonfie, non è sempre necessario allarmarsi.  Questo infatti può essere sintomo del normale processo di dentizione di cui abbiamo parlato, da non confondere con la gengivite. Si tratta di una sorta di \”infiammazione naturale\”, giustificata dal processo di crescita. I genitori però dovrebbero essere in grado di riconoscere il resto della sintomatologia, come febbre, irritazioni sulla bocca o abbondante salivazione. Nel neonato, il gonfiore gengivale può apparire intorno ai quattro mesi o all\’anno e i denti decidui tendono a scomparire intorno ai sei anni. Sapere che il gonfiore può essere sinonimo di dentizione è importante per i genitori, per escludere la necessità di intervenire rispetto a problematiche più importanti. Non sempre però è semplice capire cosa sia normale e cosa invece sia la manifestazione di una patologia. Ecco perché essere seguiti da un dentista pediatrico a cui rivolgersi in caso di dubbio è sempre la scelta migliore. Gengivite bambini sintomi Quando le gengive sono sane si presentano di colore rosa e non sanguinano. Se ti stai chiedendo che sintomi da la gengivite nei bambini, la risposta è che la manifestazione della problematica è pressoché identica ad una gengivite che colpisce gli adulti. Vediamo insieme alcuni sintomi che ci permettono di riconoscere problematiche rispetto alle gengive bambini: Sanguinamento. Si tratta del segno più comune. Si verifica più spesso quando il bambino si sta lavando i denti o passa il filo interdentale. Gengive rosse e gonfie. Dovute all\’edema e all\’infiammazione in corso. Alitosi. La placca infatti contiene dei batteri che risultano maleodoranti. Dolore. Che può riguardare sia le gengive che i denti Sensibilità dentale. Ad esempio ai cibi freddi o caldi. Tasche gengivali. Piccoli spazi che si formano tra i denti e le gengive. Sintomi meno comuni possono essere la febbre, gonfiore del viso o la recessione gengivale, fenomeno in cui le gengive iniziano man mano a ritirarsi e a lasciare scoperta una porzione sempre maggiore del dente. Se questi sintomi si presentano, in combinazione o tutti insieme, si tratta

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Curettage gengivale

Il curettage gengivale è un trattamento utilizzato per effettuare una pulizia profonda denti. Viene proposto in caso di malattie come la parodontite o la gengivite e non solo. La tipologia di curettage scelta dipende principalmente dalla condizione di partenza del paziente. Ma il trattamento può essere scelto anche a scopo preventivo. Vediamo insieme di cosa si tratta, come funziona e a cosa serve questo trattamento dentistico di routine.  Cos\’è il curettage gengivale? Il curettage gengivale, o curettage dentale, è una pratica tendenzialmente di routine. Viene utilizzata in odontoiatria per la pulizia tasche gengivali. Sia in ottica di cura che di prevenzione di disturbi dentali. Nello specifico,  per la rimozione del tartaro e della placca batterica che si accumula delle \”tasche gengivali\”, i cui disturbi sono conseguenza della parodontite o della gengivite, patologia che può manifestarsi anche nei bambini (gengivite bambini) Quindi per rispondere alla domanda \”Curettage gengivale quando farlo?\”, diciamo che quando le tasche sono più profonde di 5mm, si ricorre alla chirurgia o all\’intervento parodontale. Altrimenti, se la situazione è meno grave, la tecnica utilizzata è proprio quella del curettage gengivale. La scelta dell\’uno o dell\’altro avviene quindi tramite sonda in grado di vedere la profondità della borsa parodontale. In cosa consiste il curettage? Nella pratica, la tecnica di curettage è una pulizia denti profonda. La placca e il tartaro vengono rimossi sia dalla parte sopra che quella sotto, tramite pulizia sottogengivale. Viene effettuata tramite uno strumento apposito, che prende il nome di curette. Si tratta di uno strumento manuale, una sorta di penna che presenta un gancio sulla sua estremità. Questo strumento è in grado di raschiare la parete gengivale, eliminando i tessuti molli della tasca. In questo modo si è in grado di ripulire anche la radice del dente che può essere esposta. A volte, insieme alla curette, il dentista esperto può scegliere di utilizzare degli strumenti che funzionano ad ultrasuoni o a laser (in questo caso si parla di curettage gengivale laser). Questi supportano la disgregazione del tartaro, permettendo quindi risultati migliori. La pratica avviene sotto anestesia. Dopo la procedura, la zona viene disinfettata con un liquido apposito. Il risultato è  una superficie dentale più liscia e libera da impurità. Nel giro di pochi giorni, la gengiva si gonfia, eliminando la tasca e tornando quindi ad aderire al dente. Tipologie di curettage gengivale Esistono due tipi di curettage che il dentista può scegliere. Distinguiamo infatti tra: Curettage gengivale per quadrante a cielo chiuso. Si tratta di un procedimento meccanico e quasi indolore. La superficie della radice dentale viene liberata da placca e altri depositi, poi levigata. Curettage a cielo aperto. Si parla in questo caso di un piccolo intervento chirurgico. La gengiva viene scollata dall\’osso e poi fissata nuovamente con punti di sutura, dopo la rimozione di tartaro e placca. Il primo può essere scelto quando la tasca è al di sotto dei 3,5mm, mentre il secondo quando è tra i 3,5 e i 5mm. Curettage gengivale a cosa serve e perché farlo? Placca e tartaro sono il risultato di: Residui alimentari Batteri Scarsa igiene orale Il curettage dentale è importante per evitare diversi disturbi anche gravi. Ad esempio: Infezioni e infiammazione Recessione gengivale Perdita del sostegno osseo, nei casi più gravi È quindi importante sottoporsi a questa pratica appena si notano i sintomi di infiammazioni gengivali (come gengive rosse, gonfie o perdite di sangue), onde evitare peggioramenti. Tra queste, come abbiamo anticipato, le più note sono: Gengivite. Infiammazione delle gengive che crea fastidio in aree specifiche e può portare a recessione, causata spesso da scarsa igiene orale. Parodontite. Livello avanzato di gengivite in cui i batteri riescono ad entrare nelle tasche che circondano il dente, portando a conseguenze gravi anche alle strutture ossee. In questo caso il curettage deve essere scelto immediatamente in ottica di cura. Spesso questa tecnica è anche utilizzata come pratica di supporto alle sedute di detartasi, la cosiddetta igiene orale professionale o allo sbiancamento dentale per risolvere anche il problema estetico. Ogni quanto sottoporsi al trattamento di pulizia gengivale? Gli specialisti consigliano di ricorrere al curettage almeno due volte l\’anno. Ciò è da effettuare anche in ottica di prevenzione e per migliorare la sensibilità gengivale. Ogni caso è comunque a sé. Sarà il tuo dentista a dirti ogni quanto dovresti sottoporti a questa pratica, in base alla condizione delle tue gengive, al tuo stile di vita (alimentazione o fumo di sigaretta, ad esempio) e ad altri fattori, in modo da ottimizzare i risultati e garantire la tua salute dentale. Curettage gengivale fa male? Nonostante ciò che si pensa, spesso il curettage denti fa male. In particolare nel curettage gengivale a cielo aperto, la pulizia delle tasche gengivali \”deve\” essere dolorosa, in quanto profonda, sotto al solco della gengiva. Se non è così, spesso è perché questa pulizia non avviene a fondo e non viene rimosso correttamente tutto il tartaro. In questo modo, non si riesce a tenere sotto controllo la parodontite, la gengivite o gli altri disturbi per cui ci si sottopone al trattamento. A causa del dolore che provoca, però, questa pulizia delle gengive viene effettuata in anestesia locale. Quindi nel concreto, il paziente, non avverte del dolore nella fase di intervento. Molto spesso, prova del fastidio nel periodo post-anestesia. Questo fastidio può durare per qualche giorno. Insieme ad esso, però, può notare anche: Maggiore stabilità dei denti Miglioramento del senso del gusto Buona salute delle gengive Curettage gengivale rischi Nei giorni successivi al trattamento, il fastidio di cui abbiamo parlato, può essere accompagnato anche da maggiore sensibilità dentale, dopo lo sgonfiamento gengivale. Se si parla di Curettage a cielo aperto inoltre, ci si riferisce, come abbiamo visto, ad un vero e proprio intervento, in cui vengono effettuate incisioni tramite bisturi. In questo caso, i rischi sono quelli di un vero e proprio intervento chirurgico, per quanto piccolo sia. Levigatura radicolare e curettage gengivale. La levigatura deve essere proporzionata alla problematica. Se eccessiva infatti, può indebolire i denti, danneggiando lo smalto. Ovviamente anche il ruolo del paziente è fondamentale. Ci sono

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Fluoroprofilassi

La fluoroprofilassi è il miglior alleato nella prevenzione della carie.  Oltre che per il mantenimento della salute orale generale, dei denti decidui e di quelli adulti. Può essere effettuata tramite somministrazione topica o sistemica.  Il quantitativo di fluoro da somministrare è sempre deciso dal dentista. Se uno scarso utilizzo può provocare delle carie, una somministrazione eccessiva di fluoro può portare a problematiche come la fluorosi.  Cos’è la fluoroprofilassi La fluoroprofilassi è una tecnica medica che utilizza il fluoro per prevenire problematiche e mantenere la salute orale. Può essere scelta a tutte le età ma è uno dei pilastri della prevenzione orale nei bambini. Il fluoro è essenziale sia per la formazione dei denti che delle ossa.  Da un lato rafforza la struttura del dente agendo sullo smalto, combinandosi coi suoi minerali. Dall’altro, esercita una funzione antibatterica. Agendo sui microrganismi della placca che producono acidi, disincentivando l’adesione allo smalto.  L’esposizione al fluoruro deve essere regolare e avvenire per piccole quantità ma per lunghi periodi.  La presenza costante del fluoro nella saliva, remineralizza lo smalto e aiuta nelle prime fasi della carie. L’uso deve essere controllato. Il sovradosaggio può creare problematiche dentali come la fluorosi, che può avere molte complicanze su tutto il corpo.  Le linee guida raccomandate dal Ministero della Salute sono stilate dall’OMS. Abbiamo un quadro preciso per la somministrazione, in particolare in età pediatrica.  Approfondiamo ora insieme a cosa serve, come si fa la fluoroprofilassi e le due tipologie di somministrazione. A cosa serve Come anticipato fluoroprofilassi è utile per mantenere i corretti livelli di fluoro ad esempio nella prevenzione delle carie, malattia dentale degenerativa, provocata da batteri che, deteriorando lo smalto, creano cavità nel dente, fino a lenire la polpa. Viene utilizzata anche per chi soffre di sensibilità dentinale.  I denti sensibili possono diventare un problema anche invalidante, che può essere ridotto tramite sedute di applicazione al fluoro.  Gli effetti positivi della fluoroprofilassi (topica) sono quindi: Effetto sbiancante Azione antibatterica Rallentamento della carie Remineralizzazione dello smalto Riduzione della sensibilità dei colli scoperti e dentale Effetto cicatrizzante Fluoroprofilassi come si fa Il principale obiettivo della fluoroprofilassi è quello di evitare sia un eccesso che un difetto di fluoro. Entrambi infatti hanno effetti negativi. È quindi fondamentale individuare il corretto metodo di somministrazione.  Parliamo innanzitutto dei metodi, che si classificano come: Naturali. Cibi, acqua contengono fluoro.  Artificiali. Prodotti per l’igiene orale, integratori, compresse o gel per fluoroprofilassi. Prima di parlare delle due modalità di somministrazione chiariamo cosa può comportare un eccessivo uso di fluoro.  Fluorosi dentale Con la fluorosi c’è un’alterazione della formazione dello smalto. Questa ipomineralizzazione causa la comparsa di macchie bianche in cui il dente risulta decolorato. In casi gravi, possono provocare lesioni del dente. Per prevenire questa situazione ci sono strategie come: Scelta del dentifricio corretto  Attenzione particolare agli alimenti. Fluoroprofilassi topica e sistemica Le due modalità di somministrazione del fluoro sono topica e sistemica. La prima è quella consigliata oggi in Italia, soprattutto nei bambini.  In Italia infatti non c’è la fluorazione delle acque potabili. Quindi l’assunzione sistemica non sarebbe sufficiente per garantire il minimo livello di assunzione.  Somministrazione topica La fluoroprofilassi topica avviene con un’applicazione del fluoro direttamente sul dente.   Può avvenire per via Professionale. Effettuata dal dentista, ad esempio con applicatori di gel al fluoro. Domiciliare. A casa propria, con dentifrici fluorati o colluttori. La somministrazione topica è più efficace nei bambini perché quando un dente erutta, la sua superficie non è totalmente mineralizzata. Quindi il dente è più suscettibile alla carie.  Tendenzialmente, nei bambini ad alto rischio, la somministrazione domiciliare e professionale sono associate in modo strategico. Fluoroprofilassi sistemica Il fluoro si assume per via orale tramite, ad esempio Gocce o pastiglie Acqua fluorata Cibo La somministrazione sistemica, viene utilizzata prima che i denti eruttino.La quantità di fluoro consumata oralmente varia e dipende dalla dieta o dalle sostanze assunte. Come già detto, in Italia non si effettua la fluorazione dell’acqua.  E l’aggiunta di fluoro al sale o al latte non ha avuto riscontri utili. Per bambini ad alto rischio, solitamente vengono integrate pastiglie o gocce.  Per funzionare, la fluoroprofilassi deve essere sempre accompagnata da una corretta igiene orale.  Somministrazione nei bambini Secondo l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, la somministrazione del fluoro per fluoroprofilassi, deve avvenire con la comparsa del primo dente da latte e continuare fino ai tredici anni circa, tranne in situazioni specifiche. Le linee guida fluoroprofilassi OMS, stabiliscono i seguenti passaggi in base all’età: zero – sei mesi. Utilizzare solo acqua sei mesi – due anni. Iniziare ad introdurre una piccola quantità di dentifricio, in base alla risposta del bambino due – sei anni. Lavare i denti due volte al giorno con un dentifricio con 1000 ppm di fluoro. La quantità deve avere le dimensioni di un pisello.  Dopo i sei anni. Dentifricio con 1450 ppm di fluoruro, due volte al giorno, con una quantità maggiore. Nella fluoroprofilassi per i bambini è importante ricordare alcune cose.  Il dentifricio deve essere selezionato in base all’età. Non deve essere ingerito, per evitare che ci sia un assorbimento sistemico, quindi in tutto il corpo.  Il risciacquo è sconsigliato, in modo da lasciare al fluoro il tempo di agire.  Rivolgiti al tuo dentista pediatrico per sapere qual è la quantità di fluoro corretta il tuo bambino.  La somministrazione di eventuali integratori deve essere prescritta da un medico competente per evitare problemi come la fluorosi.  Fluoroprofilassi in gravidanza Esistono due correnti di pensiero in merito alla fluoroprofilassi in gravidanza.  Il primo suggerisce l’assunzione sistemica di compresse.  L’altro invece è scettico sull’efficacia della fluoroprofilassi in questa fase.  Fluoroprofilassi topica in gravidanza. Viene consigliato l’utilizzo topico anche per soggetti con predisposizione alla carie, per evitare la proliferazione di batteri che possono causare problematiche come aborti o parti prematuri.  Solitamente è il Dentista Esperto a valutare la necessità della terapia.  Negli adulti La fluoroprofilassi topica è utilizzata per la prevenzione di patologie cariose in soggetti predisposti.  Inoltre può essere consigliata per chi soffre di ipersensibilità dentale, bocca secca o infiammazione delle gengive. Viene suggerita anche per chi si

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Prevenzione orale nei bambini

La prevenzione orale nei bambini e nei neonati è particolarmente importante. Oltre ad anticipare il verificarsi di problematiche a livello dentale, aiuta a rendere il bambino fin da subito consapevole del valore dell’igiene orale. Tra le varie attività di prevenzione, la prima visita odontoiatrica è sicuramente la prima cosa da fare che viene fatta intorno ai sei mesi, massimo un anno di vita del bambino. In sede di visita il Dentista Pediatrico dispenserà tanti consigli su come deve essere eseguita l’igiene orale quotidiana in casa. Ma vediamo ora come si deve fare per prevenire le problematiche legate ad una scarsa igiene orale. Analizziamo l’iter di cura dei denti dei bambini fin dall’infanzia fornendovi alcuni consigli utili per creare consapevolezza nei bimbi e garantire un ottimo stato di salute dentale. Prevenzione orale nei neonati Prestare attenzione alla salute orale dei bambini è importante ancor prima dello spuntare del primo dentino. Fin dalla nascita del bambino, i dentisti consigliano di pulire le gengive, almeno due volte al giorno con un panno umido e morbido. Questa azione deve essere fatta dopo la prima poppata e subito prima di dormire, in modo da eliminare eventuali batteri che possono essersi depositati all’interno della bocca. Le gengive dei neonati devono risultare ben pulite e di un colore rosa per essere considerate sane. Oltre che per la pura igiene, l’attenzione per la prevenzione orale nei neonati è importante anche perché mette in luce malattie che possono essere nascoste. Se si notano residui di placca, degli accenni di gengivite o delle macchie marroni o bianche sui primi dentini, infatti, potrebbero essere presenti dei batteri. Questi, oltre alla carie possono portare ad altre problematiche gravi. Situazioni del genere si verificano spesso quando i bambini o i neonati sono nutriti con latte artificiale o liquidi zuccherati, è quindi necessario fare più attenzione. Nei neonati quindi, l’allattamento al seno è ideale per garantire anche un buono stato di salute delle gengive. Quando iniziano a spuntare i primi dentini, invece, inizia ad essere sconsigliato perché diventa una possibile causa di carie. Come gestire la comparsa dei primi dentini Con la comparsa del primo dentino che avviene tra i sei e gli otto mesi di età, inoltre, avvengono anche altri cambiamenti. La prevenzione orale nei bambini prevede a questo punto l’inserimento dello spazzolino. Nei bambini molto piccoli, i denti andrebbero lavati due volte al giorno con uno spazzolino a setole morbide e acqua possibilmente naturale. Inserire fin da subito nella vita del bambino delle abitudini sane, è la prima arma che abbiamo per la prevenzione orale nei bambini. In questa fase di transizione le gengive non vanno dimenticate: è necessario continuare a pulirle con un panno umido e a massaggiarle per alleviare il dolore della dentizione, ovvero lo sviluppo dei primi dentini. In questa fase è consigliato dare al bambino un anello da dentizione pulito o lavare le gengive e i denti con l’acqua fredda. Lavare i dentini in questa fase quindi può essere anche un sollievo per il bambino. E’ importante ricordare che la carie è una malattia infettiva trasmissibile. È quindi sconsigliato, ad esempio, testare la temperatura dei biberon con la bocca o condividere cucchiaini o altro. Tra i sei mesi e il primo anno arriva il momento di fissare il primo appuntamento dal dentista, sia in caso di segni evidenti di problematiche, sia che la situazione sembri normale: già con la comparsa del primo dentino è necessario contattare l’odontoiatra pediatrico per applicare sul dente la vernice al fluoro, sempre in ottica di prevenzione della carie. Dal punto di vista dell’igiene orale, invece, è necessario continuare a lavare i denti più volte al giorno con uno spazzolino adatto che non dia sensazioni spiacevoli al bambino, continuando ad associare la pulizia della bocca ad un momento positivo della giornata. Come fare la Prevenzione orale nei bambini Entro i 30 mesi tutti i dentini dovrebbero essere usciti e il bambino dovrebbe essersi allontanato pian piano dal ciuccio o dall’istinto di succhiare il pollice. Se ciò non è avvenuto, è necessario contattare un dentista pediatrico, per valutare insieme il da farsi. Proprio intorno ai due anni, viene solitamente inserito nella quotidianità, il dentifricio al fluoro. Questo passaggio avviene sempre con la consulenza di uno specialista odontoiatrico che si occupa di prevenzione orale nei bambini. Da questo momento in poi, i controlli dovrebbero diventare regolari. A quattro anni il bambino inizia ad imparare a lavarsi i denti da solo, sotto supervisione. Il compito dei genitori è quello di mostrare ai bambini il modo giusto di spazzolare i denti: avanti e indietro, su e giù per almeno cinque volte. E’ anche importante insegnare al bambino il risciacquo. Una buona strategia da utilizzare, è quella di configurare questo momento come gioco: i bambini si annoiano facilmente e rendere la pulizia dei denti un impegno quotidiano può stancarli. Inserire il divertimento, aiuta il bambino ad apprezzare il momento e contemporaneamente ad iniziare a costruire la propria indipendenza. Intorno ai 6 anni il bambino dovrebbe conoscere le tecniche di spazzolamento di base. A questo punto ci si spinge un po’ oltre. Si insegna al bimbo a spazzolare bene la parte interna dei denti, spesso sottovalutata, cercando di integrare e alternare i movimenti: su e giù, destra e sinistra. Il movimento circolare rimuove meglio ciò che si deposita nello spazio tra i denti. Dai dieci anni in poi, appreso totalmente il movimento e l’importanza della prevenzione orale nei bambini, si può inserire il filo interdentale da utilizzare in maniera autonoma. Prevenzione orale nei bambini efficace Affinché il bambino si occupi della sua igiene orale in maniera ottimale, ci sono dei trucchetti da seguire: Lo spazzolino deve essere adeguato all’età. Le setole degli spazzolini, così come la testina e l’impugnatura devono essere adeguate. Consulta il tuo dentista se sei insicuro della tua scelta Così come lo spazzolino, anche il dentifricio e la quantità usata devono essere selezionati. La quantità di fluoro contenuto è scelta in base all’età. Per i bambini sono studiati anche degli aromi più apprezzabili Il filo interdentale

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Amelogenesi imperfetta cura

Amelogenesi imperfetta cura: una serie di trattamenti possono aiutare a combattere e a prevenire questo gruppo di patologie. Per capire come intervenire, dobbiamo innanzitutto partire da che cos’è l’amelogenesi imperfetta. Vediamola nel dettaglio. Amelogenesi imperfetta cos’è L’amelogenesi imperfetta è un gruppo di patologie che riguardano lo sviluppo dello smalto. Le cause sono principalmente genetiche. Infatti, è ereditata dal cromosoma X, come carattere dominante o come carattere recessivo. Nel primo caso vuol dire che più componenti per generazione saranno colpiti da questa patologia. Questa malattia fa sì che i denti siano insolitamente piccoli, scoloriti, bucherellati e soggetti a rapida usura e rottura. Lo smalto dei denti è molto più sottile e di colore giallo o marrone. Cause L\’amelogenesi Imperfetta è causata da fattori genetici. Infatti, nei soggetti in cui si presenta, vi sono mutazioni dei geni AMELX, ENAM o MMP20. Questi sono responsabili dello sviluppo delle proteine necessarie per la formazione dello smalto. Questo è il materiale che riveste i denti ed è ricco di minerali. A causa dell’amelogenesi imperfetta, si verificano mutazioni in questi geni che portano allo sviluppo di uno smalto sottile o morbido. Sintomi Il sintomo principale di questa malattia è lo smalto imperfetto. Può manifestarsi sia nei denti da latte che nei denti degli adulti. Altri sintomi sono: • denti piccoli e di colore giallo o marrone • sensibilità dentale • fragilità nei denti • malocclusione da morso aperto Tipi di amelogenesi imperfetta Questa patologia può essere suddivisa in quattro tipi principali: • ipoplastico • ipomaturazione • ipocalcificato • tipo ibrido Ipoplasico Questo tipo riguarda un difetto nella quantità di smalto creato che risulta piuttosto sottile. Esso è duro ma non è presente abbastanza sui denti. Ne consegue che i denti sono piccoli, di colore marrone o giallo con fosse e scanalature. Le corone dei denti vanno da piccole a normali. Inoltre, denti superiori e inferiori non si incontrano dando origine a un morso scadente. Ipomaturazione Questa tipologia indica che c’è un difetto nella crescita finale dello smalto. I denti sono di un colore crema opaco. Lo smalto ha uno spessore normale, ma è morbido e i denti appaiono a chiazze. Possono anche consumarsi e rompersi. In generale, chi presenta questa tipologia di amelogenesi imperfetta mostra anche un morso aperto. Inoltre, presentano denti dalla superficie ruvida che possono essere morbidi e doloranti. Ipocalcificato L’ipocalcificato riguarda un difetto nelle fasi iniziali di sviluppo dello smalto. Infatti, quest\’ultimo può avere uno spessore normale ma risulta morbido. In alcuni casi può anche essere assente o cariato. Ibrido Questo tipo di amelogenesi  è ibrido. Infatti ha particolarità sia di quello ipoplasico sia di quello ipomaturato così come il taurodontismo. Di solito i denti delle persone che soffrono di questo tipo sono più piccoli del consueto. Lo smalto è più sottile del normale con zone in cui non è presente (ipomineralizzate). Diagnosi dell’amelogenesi imperfetta La diagnosi di questa patologia viene svolta da un dentista. Di solito basta un esame visivo, ma ci sono anche delle procedure specifiche per diagnosticarla. Tra queste troviamo un’analisi della storia familiare ed esami orali per valutare lo smalto. Il dentista esegue delle radiografie dentro e fuori la bocca per vedere il contrasto tra smalto e dentina. Le radiografie aiutano a valutare la densità dello smalto. Quindi a determinare il tipo di trattamento necessario. Amelogenesi imperfetta cura Ad oggi per l’amelogenesi imperfetta non esiste una cura definitiva e standard. È importante però intervenire per evitare complicazioni spiacevoli come gengiviti, parodontiti o carie. Patologie, come la gengivite nei bambini, che sono spesso sottovalutate in età pediatrica. Infatti, le persone con questa malattia devono essere rigorose nell’igiene orale e nelle visite dal dentista. Questa condizione influisce molto sull’aspetto dei denti. Pertanto chi ne soffre può avere anche ripercussioni a livello psicologico. Bassa autostima e, in casi più gravi, depressione possono essere causate dall’amelogenesi imperfetta. Soprattutto in adolescenti. Quindi il trattamento di questa patologia dipende molto da quando viene diagnosticata, dall’età del paziente e dalle condizioni generali dei denti. Alcuni trattamenti possibili sono: • bonding dentale • corone dentali • apparecchi ortodontici • abitudini alimentari • igiene orale • protesi Bonding dentale Questo trattamento è spesso utilizzato per contrastare l’amelogenesi imperfetta di tipo ipoplasico. Infatti, le resine utilizzate per il bonding dentale aderiscono in modo congeniale a questi denti perché sono molto duri. Questo trattamento consiste nell’applicare ai denti moderne resine composite per riempire gli spazi vuoti. Corone dentali Le corone dentali sono protesi che ricoprono completamente il dente reale. Aiutano a ripristinare la forma e la dimensione del dente. Inoltre aiutano a combattere e prevenire le carie. Questo tipo di trattamento è particolarmente adatto a chi soffre di amelogenesi imperfetta di tipo ipocalcificato e ipomaturato. Corone temporanee in porcellana o acciaio possono essere particolarmente utili nel caso di pazienti bambini o adolescenti. I dentisti procedono poi a installare corone permanenti quando i denti sono tutti presenti e stabili. Apparecchi ortodontici Gli apparecchi ortodontici sono spesso utilizzati come trattamento dell’amelogenesi imperfetta. L’obiettivo è quello di riportare i denti in posizione adatta per procedere poi con i restauri. Abitudini alimentari Per chi soffre di amelogenesi imperfetta è bene adottare una dieta sana e povera di zuccheri. Infatti i denti di queste persone sono deboli e fragili, se si assumono troppi zuccheri si rischia di incorrere in altre patologie. Ad esempio carie e malattie gengivali. Igiene orale Per qualsiasi trattamento è indispensabile una buona igiene orale. Infatti, bonding dentali o corone sono difficili da installare con gengive infiammate o sanguinanti. Per la sensibilità al caldo al freddo, ad esempio, si possono usare dentifrici desensibilizzanti. Inoltre, eseguire visite regolari dal dentista per pulizie professionali è molto importante. Protesi Un’altra soluzione per trattare l’amelogenesi imperfetta sono le protesi dentali. Queste possono essere fisse o mobili e possono essere applicate sopra il dente naturale. Amelogenesi imperfetta bambini Come anticipato questa malattia è genetica. Pertanto può essere diagnosticata anche nei bambini. La diagnosi precoce è essenziale. Infatti in questo modo si può intervenire tempestivamente con trattamenti appropriati. Nei bambini, questa patologia è trattata con delle strisce

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Ipomineralizzazione dei denti

L’ipomineralizzazione dei denti, anche nota come MIH (Molar Incisor Hypomineralization), è una patologia che colpisce in prevalenza i bambini. In questo articolo andremo a vedere di cosa si tratta, cosa comporta e quali sono i rimedi. Ipomineralizzazione dei denti cos’è L’ipomineralizzazione dei denti è una condizione che si manifesta con delle macchie bianco-gialle o giallo-marroni sui denti. In questa patologia il processo di calcificazione dello smalto è alterato, pertanto sorgono difetti permanenti. Infatti lo smalto, tessuto duro del dente, non è in grado di autogenerarsi. Colpisce 1 bambino su 4 e le macchie si presentano principalmente sui molari e sugli incisivi. Le cause ancora non sono chiare, si pensa a problemi congeniti che portano ad un\’insufficienza di minerali nello smalto. Infatti, la carenza di calcio può causare malessere per denti e gengive. Questa patologia si verifica durante lo sviluppo dei denti, quindi dalla gravidanza fino ai due anni di vita del bambino. La malattia non si manifesta finché i denti non sono spuntati del tutto. L ipomineralizzazione dei denti comporta denti porosi e che tendono a frantumarsi facilmente. Questo avviene perché la mancanza di calcio rende i denti morbidi. Suscettibili perciò a decomposizione. Per i bambini che soffrono di questa patologia basta la semplice masticazione a spezzare i denti. Inoltre, soffrono anche di ipersensibilità. Infatti i denti normali di norma contengono il 21% in più di sali minerali rispetto a quelli ipomineralizzati, conferendo loro protezione termica. I denti ipomineralizzati, definiti anche porosi, sono difficili da ricostruire perché la loro composizione è difficile da far aderire ai materiali. Come intervenire Al momento non sono presenti terapie per intervenire sulle cause. È importante quindi intervenire in maniera preventiva. Infatti se questa patologia viene diagnosticata per tempo è possibile eseguire trattamenti specifici, adeguati all’età e alla gravità. Per trattare questa patologia il dentista può: applicare paste caseinate posizionare cemento che rilascia fluoro eseguire restauri in resina o in altri materiali Se questa patologia viene intercettata precocemente, il dentista può intervenire con l’applicazione di cemento o vernici professionali. Questi rilasciano fluoro che serve per rimineralizzare il dente. Inoltre, il paziente può associare mousse a base di calcio. Invece, se l’ipomineralizzazione è in uno stato avanzato il dentista può restaurare il dente o la porzione di dente. In questo caso viene però prima rimossa la parte di dente compromessa. Quando la MIH è in uno stato avanzato, è possibile che si associno processi cariosi. Questi devono essere curati prima di trattare l\’ipomineralizzazione dei denti. Ipomineralizzazione dei denti e Fluorosi La MIH denti va distinta dalla fluorosi. Questa infatti presenta macchie bianco-brunastre e lo smalto non è poroso ma più resistente. MIH e Ipoplasia L’ipomineralizzazione dei morali e degli incisivi va distinta dall’ipoplasia dello smalto. Infatti questa patologia ha natura quantitativa e non qualitativa, ossia si presenta con una scarsa formazione di smalto. Prevenzione Da quanto detto dunque, si evince che la miglior arma che abbiamo contro l’ipomineralizzazione dei denti è la prevenzione. Per questo consigliamo una visita dal dentista nei primi tre anni di vita del tuo bambino. In questo modo, il dentista pediatrico potrà intervenire in tempo, darti tutte le informazioni in merito alla prevenzione orale pediatrica e salvare la salute dei denti del tuo bambino.

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Ranula

La ranula è una problematica del cavo orale strettamente correlata al concetto di mucocele. Si tratta della ritenzione di liquidi o cisti che si formano nella bocca e più precisamente sotto la lingua. Per questo motivo viene anche chiamata ranula sublinguale. Le ranule si formano a causa del ristagno di saliva all\’interno della bocca. Solitamente le ghiandole salivari hanno la funzione di drenare la saliva in eccesso. Quando questo non accade, le ghiandole si gonfiano e ci troviamo di fronte a questa ritenzione da cui si forma la ranula sottolinguale. Cause di ranula sottolinguale La causa della ranula sotto la lingua è un malfunzionamento o una ferita della ghiandola salivare, in particolare quella sottolinguale. Esistono infatti tre ghiandole salivari: sottolinguali parotidee sottomandibolari La funzione delle ghiandole salivari è quella di \”drenare\” la saliva per farle raggiungere la bocca. Dove verrà poi ingerita. Tuttavia quando la ghiandola salivare è malata, la ghiandola si gonfia e fa fuoriuscire il liquido in eccesso formando così una bolla o cisti nella zona intorno alla ghiandola. Questa formazione è appunto la ranula. Dato che la problematica coinvolge più spesso la ghiandola sublinguale, parliamo di ranule sotto la lingua. Come si esegue la diagnosi La diagnosi è molto semplice e spesso si risolve con un esame obiettivo del dentista. Durante la visita dentistica, le ranule possono essere osservate a occhio nudo. Esistono tuttavia dei casi più complessi, che possono necessitare di ulteriori accertamenti strumentali come ad esempio una radiografia, per valutare l\’intera portata del problema. Ma non solo. Ulteriori esami possono essere utili per escludere altre cause o problematiche spesso concomitanti. Quali sono i sintomi I sintomi della ranula sono un gonfiore morbido di pochi centimetri nella zona sotto la lingua e in alcuni casi delle piccole ferite all\’interno della bocca. Ferite causate proprio dall\’eccesso di liquido salivare non drenato. Non ti preoccupare se la ranula cresce poco alla volta. Solitamente tende a diventare più grande in modo molto lento, fino al momento in cui viene scoperta da te o dal dentista. L\’unico consiglio che vogliamo darti è che bisogna fare attenzione ad agire velocemente quando cresce. Perché quando raggiunge dimensioni più ampie, potrebbe dar luogo ad uno spostamento della lingua e uno scompenso della funzione masticatoria. La ranula non è dolorosa. Come si trattano le ranule È abbastanza raro che le ranule si risolvano spontaneamente, anche se ci sono alcuni casi in cui questo può capitare. Potresti aver bisogno di un aiuto manuale al drenaggio dei liquidi in eccesso, ma questo risolve il problema solo in maniera momentanea. Non si tratta quindi di un rimedio duraturo. Ranula cura: cosa fare quindi? La terapia più adatta, oltre al drenaggio è quella dell\’asportazione chirurgica della cisti. Una volta eseguito questo semplice intervento devi sempre ricordare di tenere ben curato e pulito il cavo orale. Soprattutto i primi giorni dopo l\’intervento. In questo modo potrai evitare il proliferare di batteri e infezioni nella tua bocca. Per il trattamento chirurgico sono state messe a punto anche tecniche percutanee mini-invasivi molto efficaci. Ricordiamo che comunque le ranule possono essere soggette a recidiva. Per questo motivo consulta sempre il Dottore per delle visite programmate di controllo. Eventuali complicanze nei trattamenti della ranula Le complicanze nell\’intervento chirurgico della ranula sono un evento raro. Dopo l\’intervento potresti al massimo sperimentare un leggero gonfiore nella zona e un po\’ di arrossamento. Di solito non sono necessari punti di sutura, per questo motivo è possibile mangiare già poche ore dopo l\’intervento. Cerca magari di evitare cibi troppo caldi e alimenti solidi, prediligendo un alimentazione liquida e fresca come yogurt, gelati, frullati. Complicanze gravi, come la lesione di un nervo vicino alla ranula, sono rare. Come detto, le ranule sublinguali sono soggette a recidiva. Per questo motivo potresti aver bisogno di un secondo intervento nel corso del tempo. Parlane sempre con il tuo Medico Dentista curante.

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Denti trasparenti cause e rimedi

Denti trasparenti cause e rimedi: in questo articolo vedremo quali sono le motivazioni e le soluzioni a questo antiestetico problema. I denti trasparenti sono una complicazione della salute della bocca da non sottovalutare perché possono essere sintomo di altre patologie. In condizioni normali i denti appaiono bianchi e luminosi in quanto lo smalto è una sostanza traslucida. A volte può succedere che, a causa di sostanze acide introdotte con l\’alimentazione, lo smalto e la dentina si corrodano. I denti apparirebbero, così, trasparenti e con i bordi segmentati. Denti trasparenti cause e rimedi Denti trasparenti cause: quali sono? Innanzitutto bisogna dire che i denti trasparenti hanno molteplici cause, dall’alimentazione al bruxismo all’ipoplasia. Vediamole di seguito nel dettaglio. Bruxismo Digrignare i denti può portare alla corrosione dello smalto dei denti. Il logoramento dello smalto nel lungo periodo può portare ad avere i denti sottili e trasparenti. Cibi e bevande acidi Un’alimentazione ricca di cibi acidi può accelerare l’erosione dello smalto portando appunto ad avere denti trasparenti. Parliamo di alimenti e bevande come agrumi, caffè, bevande gassate e caramelle. Celiachia Questa patologia autoimmune è caratterizzata dal causare danni e lacerazioni all’intestino quando viene assunto il glutine. Mentre gonfiore e dissenteria sono sintomi comuni, alcune persone manifestano anche denti trasparenti. Infatti, la celiachia porta ad avere lo smalto dentale debole e perciò più facilmente deteriorabile. Reflusso acido L’esposizione frequente agli acidi dello stomaco può logorare lo smalto dei denti. Il reflusso acido può trasformarsi in reflusso del tratto gastroesofageo che causa un reflusso acido più frequente. Gli effetti conseguenti sono più gravi sullo smalto dei denti. Ipoplasia dello smalto L’ipoplasia è una malattia genetica che porta ad una mancanza di mineralizzazione, componente fondamentale nella produzione dello smalto. Infatti, soggetti con questa patologia possono presentare denti trasparenti e uno smalto sottile. Demineralizzazione A rendere i denti trasparenti, infine, può essere la demineralizzazione, ovvero quel processo di perdita dei minerali che compongono lo smalto. Denti trasparenti rimedi I denti trasparenti sono dunque causati da molteplici fattori. Allo stesso modo esistono diverse soluzioni, a seconda del motivo scatenante. Infatti, se i denti sottili e trasparenti sono causati dal bruxismo la soluzione sarà il byte. Se invece, sono conseguenza di demineralizzazione o ipoplasia, dentifrici al fluoro possono aiutare. Nel caso di reflusso acido o gastroesofageo, invece, sarà opportuno intervenire con una terapia farmacologica appropriata. Questi rimedi servono a risolvere il problema all’origine dei denti trasparenti. Denti trasparenti soluzioni Abbiamo visto prima le soluzioni per trattare la causa alla base dei denti trasparenti. Ma vediamo ora come rimediare alle conseguenze di questo problema. Per correggere gli inestetismi dei denti trasparenti le soluzioni possono essere le seguenti. Bonding dentale I denti trasparenti possono essere trattati applicando una resina sui denti. La resina dentale viene scelta dello stesso colore dello smalto per dare un maggiore effetto estetico. Faccette dentali Il dente trasparente, se è a un livello da lieve a moderato, può essere trattato con le faccette dentali. In questo caso viene applicato al dente una sorta di guscio protettivo che è in grado di ripristinare il dente dal punto di vista estetico. Dunque lo proteggono da ulteriore erosione. Capsule dentali Se i denti trasparenti sono estremamente usurati, la soluzione migliore sono le capsule dentali. Questa soluzione consiste nel ricoprire il dente, in modo tale da fornire protezione e struttura. Pertanto le capsule dentali, in caso di lesioni gravi, sono la soluzione migliore. Prevenzione dei denti trasparenti La trasparenza dei denti può essere prevenuta con buone abitudini di igiene orale, come lavare i denti due volte al giorno e passare il filo interdentale una volta al giorno. Inoltre, possono essere utili queste abitudini: evitare cibi acidi se si soffre di reflusso bere più acqua sciacquare la bocca con l’acqua dopo aver mangiato cibi acidi ridurre cibi zuccherati contattare il tuo dentista per effettuare controlli e pulizie almeno una volta ogni sei mesi Ecco qui concluso il nostro articolo \”Denti trasparenti cause e rimedi\”. Per ulteriori informazioni o per prenotare un consulto non esitare a contattarci.

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Mucocele bocca

Il Mucocele bocca, o cisti mucosa orale, è una cisti delle ghiandole salivari innocua, benigna e contenente liquidi. Più comunemente si presenta come un gonfiore o una ciste sul labbro inferiore o sulla mucosa della bocca. Se hai notato in bocca una pallina o bollicina di colore trasparente o bianca, allora molto probabilmente hai questa fastidiosa lesione. Vediamola meglio nel dettaglio. Mucocele sintomi Ci sono due tipi di Mucocele. Il Mucocele orale si presenta generalmente all’interno del labbro inferiore, delle gengive, del palato o sotto la lingua. Questa lesione si presenta come una bolla sul labbro. Può anche manifestarsi anche sul pavimento della bocca e, in questo caso, prende il nome di ranula. Questo secondo tipo di ciste sul labbro è più raro e, poiché è più grande, può causare più problemi con la parola, la masticazione e la deglutizione. Il Mucocele bocca può avere queste caratteristiche: essere mobile e indolore avere la superficie perlata, semitrasparente o di colore bluastro essere morbido, rotondo, a forma di cupola avere 2-10 millimetri di diametro Cause del Mucocele labbro Ci sono diverse ragioni per la comparsa delle cisti labbro. Per esempio, l’abitudine di mordersi le labbra, traumi subiti, piercing orali o uso di dentifricio per il controllo del tartaro in alcuni casi. Il Mucocele labbro inferiore è incentrato su una piccola ghiandola salivare, che produce la saliva in bocca. Ecco come nasce la cisti. La saliva si sposta da una ghiandola salivare attraverso i dotti salivari nella tua bocca. Uno di questi dotti può danneggiarsi o bloccarsi a causa di cattive abitudini come, ad esempio, succhiare o mordersi ripetutamente il labbro inferiore o la guancia oppure usare oggetti appuntiti per sfiorare il labbro inferiore. Anche un trauma subito, quale essere colpiti al viso, potrebbe essere la causa del danneggiamento dei dotti. Quindi, quando il dotto salivare è danneggiato o bloccato, il muco fuoriesce provocando un gonfiore che è il Mucocele bocca. Riassumiamo le cause del Mucocele. Queste possono essere: una lesione o un trauma che provoca uno strappo ai dotti salivari provocandone il blocco cattive abitudini compulsive, come per esempio mordersi il labbro, che causano danni o blocchi dei dotti salivari piercing alle labbra, che può causare infezioni portando alla formazione di cisti scarsa igiene orale che può provocare l’accumulo di batteri. Batteri che, a loro volta, bloccano le ghiandole salivari che portano alle cisti Diagnosi di Mucocele bocca Nella maggior parte dei casi, il dentista è in grado di diagnosticare un Mucocele semplicemente guardandolo. In caso contrario può avvalersi dei seguenti metodi per formulare la diagnosi: biopsia. Un piccolo campione della cisti viene prelevato e inviato al laboratorio per la diagnosi iniziale e l’analisi cellulare ultrasuoni. Vengono usati per mostrare le immagini dell’interno della cisti. L’ecografia utilizza le onde sonore e il fluido all’interno della cisti rende più facile ottenere una visione chiara della cisti stessa Mucocele bocca cura Per lo più una cisti labbro inferiore andrà via da sola. Tuttavia, se non è così e se causa problemi orali, non provare a trattarlo da solo. Potresti provocare ulteriori infezioni e danni ai tessuti. Contatta il tuo dentista per rimuoverlo. I due trattamenti più comunemente utilizzati sono: rimozione della ghiandola. Il dentista utilizza un bisturi o un laser per rimuovere la ghiandola salivare. Viene fatta l’anestesia locale per intorpidire la zona formare un nuovo condotto. Questa tecnica, chiamata marsupializzazione, serve a formare un nuovo dotto e a svuotare la cisti Il dottore disinfetta la zona, punge il Mucocele bocca e fa un nodo, fa uscire delicatamente la saliva e, dopo circa una settimana, rimuove il punto di sutura. Altri tipi di trattamento che possono ridurre il gonfiore o prevenire la necessità di un intervento chirurgico includono iniezioni di steroidi e farmaci applicati sulla superficie del Mucocele. Se tutti i trattamenti detti finora non dovessero funzionare, potrebbe essere necessario eseguire la crioterapia (congelamento della cisti), un trattamento laser o un intervento chirurgico. Mucocele labbro intervento In alcuni casi è possibile ricorrere a intervento chirurgico per rimuovere la Mucocele. Questa pratica consiste nella rimozione: della ciste della mucosa circostante del tessuto ghiandolare Infatti, non è consigliabile tagliare lo strato superiore per consentire il drenaggio, perché questo ha un alto tasso di recidiva. L\’intervento è semplice e si esegue in anestesia locale. Dopo l\’anestesia, viene poi effettuata una piccola incisione a semiluna sul tetto della cisti. Successivamente si solleva l\’epitelio. A questo punto, con l\’ausilio di una pinzetta, la lesione viene rimossa insieme al tessuto perilesionale. Se soffri o pensi di soffrire di Mucocele e vuoi prenotare una visita con gli specialisti del Centro Dentistico Unisalus chiama il n. 0248013784 oppure scrivi a info@centrodentisticounisalus.it o tramite la sezione contatti del nostro sito.

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