chirurgia

Cosa non fare prima di trattamento laser

Cosa non fare prima del Laser

Cosa non fare prima del trattamento laser: Guida essenziale In questa guida, esploreremo cosa non fare prima del laser per garantire un’esperienza ottimale e risultati duraturi. Prima di sottoporsi a un trattamento laser, è fondamentale evitare alcune pratiche che potrebbero compromettere l’efficacia del procedimento o causare potenziali rischi per la salute.  Evitare L’esposizione al Sole Prima di programmare un trattamento laser, è essenziale minimizzare l’esposizione al sole. La pelle abbronzata può influenzare negativamente i risultati del laser e aumentare il rischio di effetti collaterali. Evita il sole almeno due settimane prima del trattamento e assicurati di utilizzare una protezione solare ad ampio spettro per proteggere la pelle esposta. Sospensione della depilazione con metodi aggressivi Prima di un trattamento Laser, non fare depilazione con cere o cerette che irritano la pelle e la rendono più sensibile. Sospendi l’uso di questi metodi almeno due settimane prima del trattamento per ridurre il rischio di irritazioni cutanee e massimizzare i risultati del laser. Evitare l’uso di prodotti cosmetici aggressivi L’uso di prodotti cosmetici contenenti ingredienti aggressivi come acidi e retinoidi può sensibilizzare e compromettere la pelle. Sospendi l’uso di tali prodotti almeno una settimana prima del trattamento laser per evitare reazioni indesiderate. Attenzione agli autoabbronzanti Gli autoabbronzanti possono causare discromie cutanee e interferire con il corretto funzionamento del laser. Evita l’uso di autoabbronzanti nelle settimane precedenti al trattamento per garantire risultati uniformi e prevenire possibili complicazioni. Informare il medico su farmaci e integratori Alcuni farmaci e integratori possono influire sul trattamento laser. Informa sempre il medico su qualsiasi farmaco o integratore che stai assumendo per valutare eventuali rischi o interazioni. Questa precauzione è essenziale per la tua sicurezza durante il trattamento laser. In conclusione, prepararsi adeguatamente prima del trattamento laser è essenziale per garantire risultati ottimali e ridurre al minimo i rischi. Seguire questi consigli su cosa non fare può contribuire a massimizzare i benefici del trattamento e migliorare la sicurezza complessiva del processo. Ricorda sempre di consultare il tuo medico o specialista per ulteriori indicazioni personalizzate. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare un Consulto Gratuito con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota la tua visita

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Quanto Dura Un Intervento Di Chirurgia Vascolare

Quando Dura un Intervento di Chirurgia Vascolare

Quanto Dura un Intervento di Chirurgia Vascolare: Tempi, Fattori e Procedimenti La durata di un intervento di Chirurgia Vascolare può variare significativamente a seconda di diversi fattori, inclusi il tipo specifico di procedura, la complessità della condizione vascolare del paziente e altri fattori individuali. Fattori che Influenzano la Durata dell’Intervento La complessità del problema vascolare è un elemento chiave che determina quanto tempo richiederà l’intervento chirurgico. Procedure più semplici, come la rimozione di un’occlusione vascolare o la correzione di una piccola anomalia, possono richiedere meno tempo, solitamente tra una e tre ore. Al contrario, interventi più complessi, come ricostruzioni arteriose o bypass vascolari, potrebbero richiedere da quattro a sei ore o più. Tipi Comuni di Interventi e Relativa Durata Angioplastica: Un’angioplastica per trattare un’arteria bloccata può richiedere circa 1-2 ore; Bypass Vascolare: La creazione di un bypass per bypassare un’area occlusa potrebbe richiedere da 4 a 6 ore o più, a seconda della complessità. Rimozione di Aneurisma: La rimozione di un aneurisma può variare da 2 a 4 ore a seconda delle dimensioni e della posizione dell’aneurisma stesso. Variabili da Considerare Oltre alla procedura specifica, ci sono altri fattori che possono influenzare la durata complessiva dell’intervento. Questi includono lo stato di salute generale del paziente, la presenza di condizioni mediche preesistenti e la risposta del corpo alla procedura. In conclusione, la durata di un intervento di Chirurgia Vascolare può variare considerevolmente in base a diversi fattori. È importante consultare un Chirurgo Vascolare per ottenere una stima più accurata del tempo previsto per la procedura specifica e per comprendere appieno i dettagli e i rischi associati a tale intervento. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Angiologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota la tua visita

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Quando Si Va Dal Chirurgo Vascolare

Quando Si Va Dal Chirurgo Vascolare

Quando Si Va dal Chirurgo Vascolare: Cosa Aspettarsi e Quando Ricorrere a Questo Specialista La Visita dal Chirurgo Vascolare è un passo significativo per chiunque abbia problemi legati ai vasi sanguigni, arterie o vene. Questi specialisti sono esperti nella diagnosi e nel trattamento delle patologie vascolari, fornendo un’ampia gamma di cure mirate. Quando Considerare una Visita dal Chirurgo Vascolare? La decisione di consultare un Chirurgo Vascolare può derivare da una serie di segnali e sintomi. La presenza di dolore persistente alle gambe, gonfiore, varici evidenti, ulcere alle gambe difficili da guarire o la comparsa di un battito cardiaco anomalo nelle arterie potrebbero indicare la necessità di una valutazione specialistica. Inoltre, la storia familiare di malattie vascolari o l’esistenza di condizioni mediche come il diabete e l’ipertensione possono essere fattori che suggeriscono la necessità di una visita. Cosa Aspettarsi Durante la Visita dal Chirurgo Vascolare Durante la prima visita, il Chirurgo Vascolare esaminerà attentamente la storia clinica del paziente e condurrà un esame fisico approfondito. Potrebbe essere richiesto l’uso di test diagnostici specifici come ecografie vascolari, angiografie o risonanze magnetiche per confermare una diagnosi e stabilire il piano di trattamento più appropriato. Trattamenti Offerti dai Chirurghi Vascolari I Chirurghi Vascolari offrono una vasta gamma di trattamenti, che vanno da terapie mediche conservative a interventi chirurgici complessi. Questi possono includere angioplastica, bypass, chirurgia di rimozione di aneurismi, trattamento delle varici e procedimenti minimamente invasivi come l’ablazione laser o la sclero terapia. In conclusione, la visita dal Chirurgo Vascolare è consigliata in presenza di segni o sintomi che indicano problemi vascolari. Una valutazione tempestiva può prevenire complicazioni future e garantire il miglior piano di trattamento possibile per migliorare la salute vascolare del paziente. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Angiologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota la tua visita

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cosa fa la chirurgia vascolare

Che Cosa fa il Chirurgo Vascolare

Che cosa fa il chirurgo vascolare: Ruolo, Procedure e Specializzazioni Il Chirurgo Vascolare è un professionista altamente specializzato nell’ambito della chirurgia che si occupa del trattamento delle patologie che coinvolgono il sistema vascolare, ovvero arterie, vene e vasi linfatici. Il loro ruolo è cruciale nella gestione di condizioni vascolari complesse. Competenze del Chirurgo Vascolare Il Chirurgo Vascolare è esperto nel diagnosticare, trattare e gestire una vasta gamma di patologie vascolari, tra cui aneurismi, occlusioni arteriose, malattie delle vene, arteriopatie periferiche e altre condizioni vascolari croniche o acute. Utilizzano tecniche chirurgiche tradizionali e avanzate per ripristinare la salute dei vasi sanguigni e migliorare la circolazione. Procedure eseguite dal Chirurgo Vascolare Le procedure eseguite da un Chirurgo Vascolare variano in base alla condizione specifica del paziente. Queste possono includere angioplastica, bypass arteriosi, rimozione di coaguli di sangue, trattamenti endovascolari, interventi per la correzione di aneurismi e molte altre procedure mirate a ripristinare la funzionalità dei vasi sanguigni. Specializzazioni e Collaborazioni I Chirurghi Vascolari spesso lavorano in collaborazione con altri specialisti, come cardiologi, angiologi, radiologi intervenzionisti e specialisti in medicina vascolare, per garantire un approccio completo e multidisciplinare al trattamento dei pazienti con patologie vascolari. Queste collaborazioni consentono una valutazione completa e un trattamento mirato per ogni singolo caso. Ruolo nella Cura e nella Prevenzione Oltre alla gestione delle patologie vascolari, i Chirurghi Vascolari svolgono un ruolo essenziale nella prevenzione, fornendo consulenza e suggerimenti relativi allo stile di vita, come l’esercizio fisico regolare, una dieta sana e il controllo dei fattori di rischio come il fumo e l’ipertensione. In conclusione, il ruolo del Chirurgo Vascolare è di fondamentale importanza nel trattamento delle malattie vascolari, offrendo soluzioni chirurgiche e procedimenti innovativi per migliorare la salute dei pazienti.  Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Angiologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota la tua visita

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utilizzo del laser

Uso della Laser Chirurgia

Per cosa si usa il laser in chirurgia? Il Laser in Chirurgia usa il principio della foto termolisi selettiva, che sfrutta la capacità del raggio laser di mirare selettivamente ai tessuti circostanti. Ciò avviene perché il laser emette luce a una lunghezza d’onda specifica che viene assorbita solo da certi tipi di tessuti o pigmenti. Questo permette al Chirurgo di agire con precisione sul tessuto bersaglio.  Scopriamo insieme per cosa si usa il Laser in Chirurgia. Quando Viene Usato il Laser in Chirurgia?  Il Laser in Chirurgia è usato per Coagulare, rimuovere o tagliare tessuti in maniera mirata.  Vediamo nel dettaglio come il Laser Chirurgico aiuta in diversi campi : Chirurgia Oftalmica: il laser è ampiamente utilizzato per correggere difetti visivi come miopia, ipermetropia, astigmatismo e presbiopia. La chirurgia laser degli occhi viene eseguita attraverso la tecnica LASIK (Laser-Assisted in Situ Keratomileusis) o PRK (Photorefractive Keratectomy); Chirurgia Dermatologica: in questo campo, il laser è usato per trattare condizioni cutanee come cicatrici da acne, rughe, macchie scure, lesioni cutanee precancerose, angiomi, capillari, tatuaggi. Inoltre, è utilizzato per eseguire interventi di rimozione dei peli; Chirurgia Plastica e Estetica: il laser è utilizzato per interventi estetici come il ringiovanimento della pelle, la riduzione delle rughe, la rimozione di cicatrici, la correzione delle smagliature e il modellamento del corpo; Chirurgia Vascolare: in questo campo, il laser viene adoperato per trattare vene varicose, malformazioni vascolari, teleangectasie (capillari dilatati) e altri disturbi vascolari; Chirurgia Dentale: il laser trova applicazione nella chirurgia orale per trattare gengiviti, gengivectomie, rimozione di tessuto cariato, trattamento dei canali radicolari, e per interventi di chirurgia estetica dentale; Chirurgia Oncologica: il laser viene sfruttato anche come parte della terapia contro il cancro, come nel caso della terapia laser fotodinamica (PDT) per il trattamento di alcuni tipi di tumori cutanei o per la rimozione di lesioni tumorali; Chirurgia Neurologica: il laser viene impiegato per trattare condizioni neurologiche come alcuni tipi di tumori cerebrali e lesioni del midollo spinale; Chirurgia Urologica: il laser è utilizzato per trattare disturbi urologici come l’iperplasia prostatica benigna (IPB) o per la rimozione di calcoli renali o ureterali. L’uso del Laser in Chirurgia offre numerosi vantaggi, inclusi interventi meno invasivi, minori sanguinamenti, minori tempi di recupero e una maggiore precisione nell’intervento. Tuttavia, l’uso del laser richiede competenze specializzate e una comprensione dettagliata dell’apparecchiatura. Oltre a questo, Il Laser necessita anche di una valutazione approfondita dei rischi e dei benefici specifici per ogni paziente e procedura. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Consulenza Gratuita sui Trattamenti Laser  con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Consulenza

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Rimozione laser condilomi

Rischi della Laser Chirurgia

Quali sono i rischi della laser chirurgia? Che Cos’è La Laser Chirurgia?  Il Laser in Chirurgia è una tecnologia avanzata che viene utilizzata in diversi ambiti per trattare molteplici condizione mediche. Il laser è un dispositivo che emette luce concentrata, coerente e ad alta energia che può essere utilizzata in modo preciso per tagliare, vaporizzare, coagulare o rimuovere tessuti in modo tirato.  Il funzionamento del Laser in Chirurgia si basa sul principio della foto termolisi selettiva, che sfrutta la capacità del raggio laser di mirare selettivamente ai tessuti circostanti. Ciò avviene perché il laser emette luce a una lunghezza d’onda specifica che può essere assorbita solo da certi tipi di tessuti o pigmenti, permettendo al chirurgo di agire con precisione sul tessuto bersaglio. Quali Sono i Rischi della Laser Chirurgia? Nonostante la laser chirurgia offra numerosi vantaggi in termini di precisione e minimizzazione dei danni ai tessuti circostanti, è importante considerare anche i potenziali rischi associati a questo tipo di intervento. Ecco alcuni dei rischi della laser chirurgia: Possibili Danni Ai Tessuti Circostanti: Se il laser non viene usato correttamente o se non viene regolato con precisione, esiste il rischio di danneggiare i tessuti circostanti al sito trattato. Questo può causare ustioni, cicatrici o danni a organi o strutture adiacenti; Infezioni: anche se la laser chirurgia riduce il rischio di infezioni grazie alla precisione del taglio e alla minore perdita di sangue, l’insorgenza di infezioni post-operatorie è comunque possibile. È essenziale seguire scrupolosamente le linee guida di sterilizzazione e igiene per ridurre questo rischio; Problemi di Guarigione: in alcuni casi, la guarigione dopo interventi laser può essere ritardata o compromessa, causando cicatrici anomale o processi di guarigione più lenti rispetto alla chirurgia tradizionale; Reazioni Allergiche: alcuni pazienti possono sviluppare reazioni allergiche ai materiali utilizzati nei laser o agli agenti anestetici utilizzati durante l’intervento chirurgico; Complicazioni specifiche alla zona trattata: a seconda della parte del corpo coinvolta nell’intervento, possono verificarsi complicazioni specifiche legate alla zona trattata. Ad esempio, in interventi oftalmici, possono verificarsi complicazioni come il distacco della retina o una temporanea sensazione di secchezza oculare; Effetti Collaterali Indesiderati: alcuni pazienti possono sperimentare effetti collaterali indesiderati dopo la laser chirurgia, come sensibilità alla luce, dolore, gonfiore o disturbi temporanei della funzione dell’organo coinvolto nell’intervento. È fondamentale notare che la gestione dei rischi durante la laser chirurgia richiede una competenza approfondita da parte del chirurgo e del team medico coinvolto. La selezione accurata dei pazienti, la corretta preparazione pre-operatoria e l’attenta esecuzione dell’intervento possono ridurre significativamente la probabilità di rischi e complicazioni. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Consulenza Gratuita sui Trattamenti Laser con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Consulenza

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cicatrici-cheloidee

Cicatrici Cheloidee

Come eliminare le cicatrici cheloidi? PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Salute In questo Articolo Parliamo di: Cicatrici Cheloidi: Una Guida Completa alla Prevenzione e al Trattamento Le cicatrici sono una parte inevitabile del processo di guarigione del corpo dopo un infortunio o un intervento chirurgico. Tuttavia, alcune persone sviluppano cicatrici più evidenti e sporgenti chiamate cicatrici cheloidi. In questo articolo, esploreremo cosa sono le cicatrici cheloidi, le cause sottostanti e le opzioni di trattamento, il tutto con un occhio attento alla SEO. Cosa Sono le Cicatrici Cheloidi? Le cicatrici cheloidi sono cicatrici anomale che si formano durante il processo di guarigione. A differenza delle cicatrici normali, che tendono a sbiadire e appiattirsi nel tempo, le cicatrici cheloidi si sviluppano in eccesso. Sono spesso rosse o violacee e possono essere dolorose o pruriginose. Cause delle Cicatrici Cheloidi Mentre non tutte le persone sviluppano cicatrici cheloidi, alcune sono più suscettibili a causa di fattori genetici. Tuttavia, ci sono alcune cause e fattori scatenanti comuni, tra cui: 1. Ferite profonde o gravi: Le ferite che coinvolgono più strati di pelle sono più propense a sviluppare cicatrici cheloidi. 2. Predisposizione genetica: Se qualcuno nella tua famiglia ha sviluppato cicatrici cheloidi, potresti essere più incline a farlo. 3. Etnia: Le persone di etnia afroamericana, asiatica e latina sono più inclini a sviluppare cicatrici cheloidi. 4. Età: Le persone più giovani tendono a sviluppare cicatrici cheloidi più facilmente. Opzioni di Trattamento per le Cicatrici Cheloidi Per coloro che desiderano ridurre l’aspetto delle cicatrici cheloidi, ci sono diverse opzioni di trattamento disponibili. Alcune di queste opzioni comprendono: 1. Terapie laser: I trattamenti laser possono aiutare a ridurre la discromia e la dimensione delle cicatrici cheloidi. 2. Iniezioni di corticosteroidi: Gli steroidi iniettati direttamente nella cicatrice possono ridurne l’infiammazione e la dimensione. 3. Chirurgia: In alcuni casi, la chirurgia può essere un’opzione, ma è spesso riservata ai casi più gravi. 4. Compressione: L’uso di bendaggi o dispositivi di compressione può aiutare a prevenire la crescita delle cicatrici. 5. Terapie topiche: Gel al silicone e creme possono essere utilizzati per migliorare l’aspetto delle cicatrici. Le cicatrici cheloidi possono essere fastidiose e imbarazzanti, ma esistono opzioni di trattamento che possono aiutare a migliorare il loro aspetto. Se hai cicatrici cheloidi o sei a rischio di svilupparle, consulta un dermatologo o un chirurgo plastico per discutere le tue opzioni di trattamento. Ricorda, la prevenzione è spesso il miglior approccio, quindi prenditi cura delle ferite e delle incisioni per ridurre il rischio di sviluppare cicatrici cheloidi. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Consulto Senza Impegno con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Consulto Senza Impegno NEWS PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Salute ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Curettage gengivale

Il curettage gengivale è un trattamento utilizzato per effettuare una pulizia profonda denti. Viene proposto in caso di malattie come la parodontite o la gengivite e non solo. La tipologia di curettage scelta dipende principalmente dalla condizione di partenza del paziente. Ma il trattamento può essere scelto anche a scopo preventivo. Vediamo insieme di cosa si tratta, come funziona e a cosa serve questo trattamento dentistico di routine.  Cos\’è il curettage gengivale? Il curettage gengivale, o curettage dentale, è una pratica tendenzialmente di routine. Viene utilizzata in odontoiatria per la pulizia tasche gengivali. Sia in ottica di cura che di prevenzione di disturbi dentali. Nello specifico,  per la rimozione del tartaro e della placca batterica che si accumula delle \”tasche gengivali\”, i cui disturbi sono conseguenza della parodontite o della gengivite, patologia che può manifestarsi anche nei bambini (gengivite bambini) Quindi per rispondere alla domanda \”Curettage gengivale quando farlo?\”, diciamo che quando le tasche sono più profonde di 5mm, si ricorre alla chirurgia o all\’intervento parodontale. Altrimenti, se la situazione è meno grave, la tecnica utilizzata è proprio quella del curettage gengivale. La scelta dell\’uno o dell\’altro avviene quindi tramite sonda in grado di vedere la profondità della borsa parodontale. In cosa consiste il curettage? Nella pratica, la tecnica di curettage è una pulizia denti profonda. La placca e il tartaro vengono rimossi sia dalla parte sopra che quella sotto, tramite pulizia sottogengivale. Viene effettuata tramite uno strumento apposito, che prende il nome di curette. Si tratta di uno strumento manuale, una sorta di penna che presenta un gancio sulla sua estremità. Questo strumento è in grado di raschiare la parete gengivale, eliminando i tessuti molli della tasca. In questo modo si è in grado di ripulire anche la radice del dente che può essere esposta. A volte, insieme alla curette, il dentista esperto può scegliere di utilizzare degli strumenti che funzionano ad ultrasuoni o a laser (in questo caso si parla di curettage gengivale laser). Questi supportano la disgregazione del tartaro, permettendo quindi risultati migliori. La pratica avviene sotto anestesia. Dopo la procedura, la zona viene disinfettata con un liquido apposito. Il risultato è  una superficie dentale più liscia e libera da impurità. Nel giro di pochi giorni, la gengiva si gonfia, eliminando la tasca e tornando quindi ad aderire al dente. Tipologie di curettage gengivale Esistono due tipi di curettage che il dentista può scegliere. Distinguiamo infatti tra: Curettage gengivale per quadrante a cielo chiuso. Si tratta di un procedimento meccanico e quasi indolore. La superficie della radice dentale viene liberata da placca e altri depositi, poi levigata. Curettage a cielo aperto. Si parla in questo caso di un piccolo intervento chirurgico. La gengiva viene scollata dall\’osso e poi fissata nuovamente con punti di sutura, dopo la rimozione di tartaro e placca. Il primo può essere scelto quando la tasca è al di sotto dei 3,5mm, mentre il secondo quando è tra i 3,5 e i 5mm. Curettage gengivale a cosa serve e perché farlo? Placca e tartaro sono il risultato di: Residui alimentari Batteri Scarsa igiene orale Il curettage dentale è importante per evitare diversi disturbi anche gravi. Ad esempio: Infezioni e infiammazione Recessione gengivale Perdita del sostegno osseo, nei casi più gravi È quindi importante sottoporsi a questa pratica appena si notano i sintomi di infiammazioni gengivali (come gengive rosse, gonfie o perdite di sangue), onde evitare peggioramenti. Tra queste, come abbiamo anticipato, le più note sono: Gengivite. Infiammazione delle gengive che crea fastidio in aree specifiche e può portare a recessione, causata spesso da scarsa igiene orale. Parodontite. Livello avanzato di gengivite in cui i batteri riescono ad entrare nelle tasche che circondano il dente, portando a conseguenze gravi anche alle strutture ossee. In questo caso il curettage deve essere scelto immediatamente in ottica di cura. Spesso questa tecnica è anche utilizzata come pratica di supporto alle sedute di detartasi, la cosiddetta igiene orale professionale o allo sbiancamento dentale per risolvere anche il problema estetico. Ogni quanto sottoporsi al trattamento di pulizia gengivale? Gli specialisti consigliano di ricorrere al curettage almeno due volte l\’anno. Ciò è da effettuare anche in ottica di prevenzione e per migliorare la sensibilità gengivale. Ogni caso è comunque a sé. Sarà il tuo dentista a dirti ogni quanto dovresti sottoporti a questa pratica, in base alla condizione delle tue gengive, al tuo stile di vita (alimentazione o fumo di sigaretta, ad esempio) e ad altri fattori, in modo da ottimizzare i risultati e garantire la tua salute dentale. Curettage gengivale fa male? Nonostante ciò che si pensa, spesso il curettage denti fa male. In particolare nel curettage gengivale a cielo aperto, la pulizia delle tasche gengivali \”deve\” essere dolorosa, in quanto profonda, sotto al solco della gengiva. Se non è così, spesso è perché questa pulizia non avviene a fondo e non viene rimosso correttamente tutto il tartaro. In questo modo, non si riesce a tenere sotto controllo la parodontite, la gengivite o gli altri disturbi per cui ci si sottopone al trattamento. A causa del dolore che provoca, però, questa pulizia delle gengive viene effettuata in anestesia locale. Quindi nel concreto, il paziente, non avverte del dolore nella fase di intervento. Molto spesso, prova del fastidio nel periodo post-anestesia. Questo fastidio può durare per qualche giorno. Insieme ad esso, però, può notare anche: Maggiore stabilità dei denti Miglioramento del senso del gusto Buona salute delle gengive Curettage gengivale rischi Nei giorni successivi al trattamento, il fastidio di cui abbiamo parlato, può essere accompagnato anche da maggiore sensibilità dentale, dopo lo sgonfiamento gengivale. Se si parla di Curettage a cielo aperto inoltre, ci si riferisce, come abbiamo visto, ad un vero e proprio intervento, in cui vengono effettuate incisioni tramite bisturi. In questo caso, i rischi sono quelli di un vero e proprio intervento chirurgico, per quanto piccolo sia. Levigatura radicolare e curettage gengivale. La levigatura deve essere proporzionata alla problematica. Se eccessiva infatti, può indebolire i denti, danneggiando lo smalto. Ovviamente anche il ruolo del paziente è fondamentale. Ci sono

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Disodontiasi

La disodontiasi è una problematica che colpisce principalmente i cosiddetti “denti del giudizio”.  Questa condizione può essere molto dolorosa e comportare una serie di complicanze collegate anche all’impossibilità di praticare una buona igiene orale. Esistono diversi trattamenti per risolvere il problema, questi dipendono da diversi fattori e dalla situazione specifica. Vanno quindi studiati insieme al proprio Medico Dentista. Ma prima di parlarne, è necessario rispondere ad una domanda: disodontiasi cosa vuol dire? Disodontiasi cosa significa Con il termine disodontiasi mesiale si intende un disturbo dovuto alla difficoltà di fuoriuscita (eruzione) dei denti. Questa difficoltà è data principalmente dalla mancanza di spazio dell’arcata dentale o dall’orientamento scorretto del dente.  Ciò può comportare una serie di condizioni: Inclusione. Quando non avviene l’eruzione del dente Malposizionamento. Quando il dente fuoriesce in posizioni scorrette La disodontiasi è associata ad un continuo dolore della zona. I tessuti che si trovano attorno ai denti, infatti, si infiammano causando disagio. Questa problematica può colpire sia adulti che bambini. Pericoronite in caso di disodontiasi Con la disodontiasi può verificarsi anche uno scarso riassorbimento dei tessuti molli. Ciò avviene quando il dente spunta regolarmente, ma i tessuti molli che lo circondano sono scarsamente assorbiti.  C’è quindi una morfologia anomala del solco della gengiva, che forma una sorta di tasca, in cui si possono depositare batteri o residui alimentari.  Ecco perché la disodontiasi è collegata all’infiammazione del “sacco pericoronale\”, ovvero l’insieme dei tessuti che circondano e sostengono l’elemento dentale. Casi di disodontiasi Esistono diversi tipi di disodontiasi, classificabili in basi ai seguenti parametri: Posizione. Si tratta del criterio principale. Riguarda la posizione che assume il dente all’interno dell’osso della mandibola o della mucosa del cavo orale. Può essere orizzontale, verticale oppure obliqua. Prende in considerazione anche l’inclinazione del dente. Entità dell’inclusione. Può essere parziale oppure totale. Se nel primo caso il dente riesce a fuoriuscire parzialmente dalla gengiva, nel secondo è totalmente incluso nell’osso mascellare o mandibolare.  Durata. Si distingue tra disodontiasi permanente e temporanea. Nel primo caso, il dente non termina il processo di eruzione, nel secondo invece emerge completamente ma impiegando più tempo del normale. Disodontiasi degli ottavi cosa significa  Solitamente si parla di disodontiasi degli ottavi inferiori o disodontiasi del terzo molare, perché colpisce più comunemente i denti del giudizio.  Ma può colpire anche i canini, i secondi molari superiori, o i denti da latte nei bambini. In questi casi è importante rivolgersi al proprio dentista, o dentista per bambini, per alleviare il disagio e le possibili complicazioni che la problematica comporta. Cause e fattori di rischio Le cause di disodontiasi sono molte, ma sono principalmente collegate all’orientamento sbagliato del dente o alla mancanza di spazio nell’arcata. Possono però riguardare anche Malocclusione dentale che si verifica spesso nei bambini Alterazioni nello sviluppo mandibolare e/o mascellare. Ad esempio un numero di denti superiore al normale, il palato stretto, persistenza o caduta precoce di denti da latte o altre malformazioni Cisti dentali Traumi Fattori indiretti come la malnutrizione o la disfunzione della tiroide Sintomi Oltre al forte dolore solitamente continuo durante lo sviluppo della mandibola e della mascella, la disodontiasi genera solitamente gonfiore della zona. In casi estremi può comportare il cosiddetto “trisma”, una vera e propria contrattura dei muscoli della mandibola, che rende difficoltoso e doloroso il movimento di apertura e chiusura della bocca.  La sintomatologia risulta comunque variabile. Altri sintomi che possono verificarsi in caso di disodontiasi sono: Febbre Difficoltà nella masticazione Problemi di deglutizione Infezione gengivale (gengivite, ad esempio)  Ascesso o fistole Carie Infiammazione dei linfonodi del collo La maggior parte di questi sintomi è in realtà collegata alla scarsa igiene orale che la disodontiasi comporta, a causa della difficoltà nel trattare correttamente il dente e la zona. Ciò può provocare complicazioni infettive anche gravi che possono propagarsi alle aree limitrofe o all’intero cavo orale.  Un’altra correlazione che si verifica spesso è quella tra disodontiasi e mal di testa. Come avviene la diagnosi  Disodontiasi cosa fare quando notiamo i sintomi? Il primo passaggio è sicuramente quello di rivolgerti ad un Dentista esperto. Quest’ultimo si occuperà di effettuare tutte le analisi per arrivare alla giusta diagnosi, che avviene solitamente tramite: Ispezione del cavo orale. Osservazione diretta. Immagine radiografica che identifichi la posizione del dente. Radiografia endorale, ortopantomografia, ortopanoramica (OPT) oppure un test più approfondito come il CBCT. Altri test approfonditi e specifici. Tramite quest’insieme di esami, il Medico Esperto può identificare la strada giusta e proporre il trattamento ideale, evitando il rischio di lesioni anche gravi, come quella al nervo alveolare inferiore.  Disodontiasi come si cura Le strade terapeutiche della disinclusione per risolvere la problematica, sono molte e diverse.  Ognuna di esse si adatta alla situazione specifica del paziente e deve essere stabilita insieme al proprio Dentista.  Egli infatti valuterà dei fattori come la gravità del problema, la causa, l’età o lo stato di salute generale del paziente. Le soluzioni possono essere di trattamento ortodontico, terapia antibiotica e antinfiammatoria per l\’avulsione del dente oppure operazione chirurgica. Intervento chirurgico  La strada principale è quella della chirurgia. All’intervento segue solitamente un trattamento ortodontico per il corretto posizionamento del dente.  In alcuni casi, il medico può scegliere di agire al contrario. Partendo da un trattamento ortodontico per poi arrivare all’operazione.  L’intervento chirurgico è la strada solitamente scelta per i denti del giudizio. Nella rimozione dei denti da latte, invece, è importante non agire troppo presto, per evitare di causare una mancanza di spazio per i denti permanenti.  Può riguardare l’estrazione del dente o l’asportazione dei tessuti che circondano e coprono il dente. L’intervento di estrazione avviene solitamente in anestesia locale e nella fase post-operatoria il paziente può sperimentare: Gonfiore Mal di testa Dolore  Sanguinamento Malessere Sono poi sconsigliate l’attività fisica, il fumo o l’assunzione di cibi o bevande irritanti nei giorni immediatamente successivi all’intervento. La prognosi e i tempi di guarigione sono strettamente collegati alla condizione di partenza e allo stato generale del paziente.  Controindicazioni dell’intervento chirurgico Gli effetti collaterali dell’intervento possono essere: Pericoronite Malattie parodontali Carie In generale l’intervento chirurgico è sconsigliato in caso di: Età avanzata Stato

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