Prevenzione

Cibo e denti: quali sono i cibi che fanno bene ai denti?

Lo sapevi che alcuni alimenti possono influire sulla tua salute dentale? Sai quali sono i cibi che fanno bene ai denti? Non tutti gli alimenti che noi ingeriamo sono pericolosi per i nostri denti; c\’è ne sono alcuni infatti che possono avere effetti positivi sulla salute del nostro cavo orale. In questo articolo andiamo ad illustrare quali sono gli effetti positivi che, alcuni alimenti, hanno nei confronti dei nostri denti. Effetto del cibo sui denti Sappiamo che esistono alcuni alimenti, soprattutto quelli acidi e fortemente zuccherati, che sono in grado di rovinare la salute dei nostri denti. Questi alimenti attaccano lo smalto e, soprattutto se consumati frequentemente, possono alla lunga comportare alcuni danni ai nostri denti. Ci sono però alcuni cibi che, al contrario, fanno bene ai nostri denti. Stiamo parlando soprattutto di cibi quali latte, yogurt e prodotti caseari che, in virtù dell\’elevato quantitativo di calcio che questi possiedono, aiutano a rinforzare la tenuta dei nostri denti. Questi alimenti contengono un minerale, il calcio appunto, principale elemento del nostro smalto. Questo componente è essenziale per la salute dei nostri denti e, una carenza di questo minerale, può verificarsi una demineralizzazione del dente con conseguente aumento del rischio di sviluppare le carie. Il ruolo del calcio Il calcio è fondamentale per la nostra salute dentale: svolge infatti molteplici compiti quali quelli di rafforzare lo smalto e la struttura del dente, riducendo il rischio di sviluppare l\’insorgenza di possibili carie. Questo minerale quindi, oltre ad essere importante per avere ossa forti, risulta fondamentale per mantenere forti anche i nostri denti. Il calcio è presente in molti alimenti a noi conosciuti, specialmente quelli a base di latte. Troviamo buone quantità di calcio in: latte latticini yogurt prodotti lattiero-caseari quali, ad esempio, i formaggi Correlato al calcio, anche la caseina presenta un ruolo fondamentale per i nostri denti. Questa proteina, presente nei prodotti derivanti dal latte e nello yogurt, aiuta i nostri denti proteggendoli con una pellicola protettiva che protegge dal rischio di sviluppare la carie. Alimenti che fanno bene ai denti Ci sono alcune persone che, a causa per esempio di intolleranze al lattosio, potrebbero non poter consumare gli alimenti contenenti lattosio o derivati. Questa circostanza non impedisce, di fatto, a queste persone di consumare cibi che possano fare bene ai denti in quanto esistono altri alimenti che presentano delle proprietà favorevoli nei confronti della nostra salute orale. Il cacao amaro contiene, per esempio, alcuni componenti quali tannini e fosfati che hanno un potere anti demineralizzante nei confronti dello smalto dei denti. Anche il cioccolato fondente, di conseguenza, ha effetti positivi sulla salute dei nostri denti in quanto contiene alcuni antimicrobici naturali che aiutano a prevenire lo Streptoccocco mutans, principale responsabile dello sviluppo delle carie. Anche molta frutta e verdura può aiutare a mantenere in salute il proprio cavo orale. Verdure come le carote, i broccoli e i cetrioli e alcuni frutti come l\’ananas, le fragole o i mirtilli oltre a fare bene alla nostra salute consentono di mantenere sani e forti anche i nostri denti. Seguire una dieta equilibrata può aiutare la salute del nostro organismo e quella dei nostri denti. E\’ importante ricordare però che la salute dei nostri denti passa anche, e soprattutto, da una corretta igiene orale che rimane la prima condizione per poter prevenire il rischio e l\’insorgenza di carie. Vuoi prenotare la tua igiene orale? Prenota comodamente la tua igiene orale dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n. 0248013784. Puoi anche contattarci tramite email, all\’indirizzo info@centrodentisticounisalus.it oppure tramite la sezione contatti del nostro sito.

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Gengivite bambini

La gengivite bambini è una patologia che può compromettere la salute dentale nell\’età adulta. Oltre agli adulti, infatti, anche bambini e adolescenti possono incorrere in varie infezioni o infiammazioni gengivali. Anzi, ne sono spesso molto più colpiti. In particolare dalla problematica della gengivite. Questa possibilità aumenta in quei bambini che presentano alcune malattie sistemiche, di cui la gengivite può essere un campanello d\’allarme. Al giorno d\’oggi, la consapevolezza in merito alle infezioni gengivali e alla cura dell\’igiene orale è sicuramente più sviluppata che in passato. Ma per quanto riguarda i bambini, c\’è ancora molta disinformazione e poca attenzione.  In generale, la prevenzione orale nei bambini è molto sottovalutata. Ciò non permette lo sviluppo di una consapevolezza in merito all\’igiene orale. Secondo alcuni dati, la prevalenza della gengivite aumenta di molto durante l\’adolescenza. Una diagnosi precoce di gengivite è però molto importante, anche in vista di prevenzione di problematiche future. Ecco perché è fondamentale parlarne e comprendere i danni che la gengivite, nei bambini piccoli e negli adolescenti, può causare, le strategie di prevenzione e i trattamenti migliori tramite cui curarla. Cos\’è la gengivite nei bambini Iniziamo col dire che esistono delle differenze strutturali nelle gengive e nei denti, tra adulti e bambini. Ad esempio, le gengive dei bambini sono molto meno larghe rispetto a quelle degli adulti. Inoltre, i punti i cui i denti decidui entrano in contatto sono più ampi rispetto a quelli della dentatura permanente e adulta. Ciò lascia più spazio alla proliferazione batterica e di conseguenza allo sviluppo di patologie e problematiche dentali e gengivali. Gengive gonfie nei bambini in un certo periodo di vita possono essere normali. Ad esempio nel periodo di transizione tra denti decidui, da latte, e quelli permanenti. Periodo che prende il nome di dentizione. Ma ci sono alcuni casi in cui gengive rosse nei bambini, insieme ad una determinata sintomatologia, sono in realtà il risultato di problematiche gengivali. La gengivite, o malattia gengivale, è un\’irritazione e infiammazione del tessuto gengivale che circonda i denti, data principalmente dalla placca, sostanza appiccicosa che si attacca ai denti e al tessuto gengivale e permette la proliferazione batterica. Come si crea l\’infiammazione gengivale Se la placca dentale non viene rimossa tramite corretto spazzolamento, si trasforma in tartaro. Quest\’ultimo raccoglie ancora più batteri e ciò causa il disturbo della gengivite. Solitamente questa problematica si presenta con una sintomatologia lieve. Ma se non curata, si configura come il primo stadio di malattie parodontali che possono essere anche molto gravi e comportare perdita dei denti o addirittura perdita ossea. Spesso, questa ed altre infiammazioni gengivali vengono trascurate col pensiero che, riguardando i denti da latte, scompariranno da sole col ricambio del dente. In realtà è importante ripetere che, se non trattate, queste patologie non migliorano. Anzi, possono rendere più difficoltosa la dentizione e dare luogo alle patologie serie di cui abbiamo parlato. Fortunatamente, se si presta la giusta attenzione alla tematica, prevenire e curare la gengivite bambini può essere semplice e ridurre la possibilità di incorrere in patologie in età adulta. Infiammazione gengivale bambini: ascesso gengivale Oltre alla gengivite, un\’altra patologia di origine batterica ancor più grave, che si manifesta spesso nei bambini, è il cosiddetto ascesso gengivale, che fa parte della più ampia categoria di ascesso dentale. Si tratta di una problematica che si manifesta con gonfiore e arrossamento delle gengive. A volte presenta anche pus e febbre. L\’ascesso è causato da infezioni o traumi alle gengive, ma può essere dato anche da una scorretta gestione della carie. In questo caso, i rimedi naturali o casalinghi non sono utili a curare l\’infiammazione. È necessario rivolgersi immediatamente al dentista per bambini se si nota questo tipo di sintomatologia. Questo solitamente prescriverà una cura antibiotica, spesso accompagnata da antidolorifici per diminuire il dolore. Se la situazione è molto grave, potrà scegliere di effettuare una piccola incisione sulla gengiva per far uscire il pus accumulato. Gengivite bambini 1 anno Nonostante queste problematiche siano da tenere particolarmente sotto controllo, nel caso in cui il nostro bambino, intorno all\’anno di età, presenti delle gengive gonfie, non è sempre necessario allarmarsi.  Questo infatti può essere sintomo del normale processo di dentizione di cui abbiamo parlato, da non confondere con la gengivite. Si tratta di una sorta di \”infiammazione naturale\”, giustificata dal processo di crescita. I genitori però dovrebbero essere in grado di riconoscere il resto della sintomatologia, come febbre, irritazioni sulla bocca o abbondante salivazione. Nel neonato, il gonfiore gengivale può apparire intorno ai quattro mesi o all\’anno e i denti decidui tendono a scomparire intorno ai sei anni. Sapere che il gonfiore può essere sinonimo di dentizione è importante per i genitori, per escludere la necessità di intervenire rispetto a problematiche più importanti. Non sempre però è semplice capire cosa sia normale e cosa invece sia la manifestazione di una patologia. Ecco perché essere seguiti da un dentista pediatrico a cui rivolgersi in caso di dubbio è sempre la scelta migliore. Gengivite bambini sintomi Quando le gengive sono sane si presentano di colore rosa e non sanguinano. Se ti stai chiedendo che sintomi da la gengivite nei bambini, la risposta è che la manifestazione della problematica è pressoché identica ad una gengivite che colpisce gli adulti. Vediamo insieme alcuni sintomi che ci permettono di riconoscere problematiche rispetto alle gengive bambini: Sanguinamento. Si tratta del segno più comune. Si verifica più spesso quando il bambino si sta lavando i denti o passa il filo interdentale. Gengive rosse e gonfie. Dovute all\’edema e all\’infiammazione in corso. Alitosi. La placca infatti contiene dei batteri che risultano maleodoranti. Dolore. Che può riguardare sia le gengive che i denti Sensibilità dentale. Ad esempio ai cibi freddi o caldi. Tasche gengivali. Piccoli spazi che si formano tra i denti e le gengive. Sintomi meno comuni possono essere la febbre, gonfiore del viso o la recessione gengivale, fenomeno in cui le gengive iniziano man mano a ritirarsi e a lasciare scoperta una porzione sempre maggiore del dente. Se questi sintomi si presentano, in combinazione o tutti insieme, si tratta

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Curettage gengivale

Il curettage gengivale è un trattamento utilizzato per effettuare una pulizia profonda denti. Viene proposto in caso di malattie come la parodontite o la gengivite e non solo. La tipologia di curettage scelta dipende principalmente dalla condizione di partenza del paziente. Ma il trattamento può essere scelto anche a scopo preventivo. Vediamo insieme di cosa si tratta, come funziona e a cosa serve questo trattamento dentistico di routine.  Cos\’è il curettage gengivale? Il curettage gengivale, o curettage dentale, è una pratica tendenzialmente di routine. Viene utilizzata in odontoiatria per la pulizia tasche gengivali. Sia in ottica di cura che di prevenzione di disturbi dentali. Nello specifico,  per la rimozione del tartaro e della placca batterica che si accumula delle \”tasche gengivali\”, i cui disturbi sono conseguenza della parodontite o della gengivite, patologia che può manifestarsi anche nei bambini (gengivite bambini) Quindi per rispondere alla domanda \”Curettage gengivale quando farlo?\”, diciamo che quando le tasche sono più profonde di 5mm, si ricorre alla chirurgia o all\’intervento parodontale. Altrimenti, se la situazione è meno grave, la tecnica utilizzata è proprio quella del curettage gengivale. La scelta dell\’uno o dell\’altro avviene quindi tramite sonda in grado di vedere la profondità della borsa parodontale. In cosa consiste il curettage? Nella pratica, la tecnica di curettage è una pulizia denti profonda. La placca e il tartaro vengono rimossi sia dalla parte sopra che quella sotto, tramite pulizia sottogengivale. Viene effettuata tramite uno strumento apposito, che prende il nome di curette. Si tratta di uno strumento manuale, una sorta di penna che presenta un gancio sulla sua estremità. Questo strumento è in grado di raschiare la parete gengivale, eliminando i tessuti molli della tasca. In questo modo si è in grado di ripulire anche la radice del dente che può essere esposta. A volte, insieme alla curette, il dentista esperto può scegliere di utilizzare degli strumenti che funzionano ad ultrasuoni o a laser (in questo caso si parla di curettage gengivale laser). Questi supportano la disgregazione del tartaro, permettendo quindi risultati migliori. La pratica avviene sotto anestesia. Dopo la procedura, la zona viene disinfettata con un liquido apposito. Il risultato è  una superficie dentale più liscia e libera da impurità. Nel giro di pochi giorni, la gengiva si gonfia, eliminando la tasca e tornando quindi ad aderire al dente. Tipologie di curettage gengivale Esistono due tipi di curettage che il dentista può scegliere. Distinguiamo infatti tra: Curettage gengivale per quadrante a cielo chiuso. Si tratta di un procedimento meccanico e quasi indolore. La superficie della radice dentale viene liberata da placca e altri depositi, poi levigata. Curettage a cielo aperto. Si parla in questo caso di un piccolo intervento chirurgico. La gengiva viene scollata dall\’osso e poi fissata nuovamente con punti di sutura, dopo la rimozione di tartaro e placca. Il primo può essere scelto quando la tasca è al di sotto dei 3,5mm, mentre il secondo quando è tra i 3,5 e i 5mm. Curettage gengivale a cosa serve e perché farlo? Placca e tartaro sono il risultato di: Residui alimentari Batteri Scarsa igiene orale Il curettage dentale è importante per evitare diversi disturbi anche gravi. Ad esempio: Infezioni e infiammazione Recessione gengivale Perdita del sostegno osseo, nei casi più gravi È quindi importante sottoporsi a questa pratica appena si notano i sintomi di infiammazioni gengivali (come gengive rosse, gonfie o perdite di sangue), onde evitare peggioramenti. Tra queste, come abbiamo anticipato, le più note sono: Gengivite. Infiammazione delle gengive che crea fastidio in aree specifiche e può portare a recessione, causata spesso da scarsa igiene orale. Parodontite. Livello avanzato di gengivite in cui i batteri riescono ad entrare nelle tasche che circondano il dente, portando a conseguenze gravi anche alle strutture ossee. In questo caso il curettage deve essere scelto immediatamente in ottica di cura. Spesso questa tecnica è anche utilizzata come pratica di supporto alle sedute di detartasi, la cosiddetta igiene orale professionale o allo sbiancamento dentale per risolvere anche il problema estetico. Ogni quanto sottoporsi al trattamento di pulizia gengivale? Gli specialisti consigliano di ricorrere al curettage almeno due volte l\’anno. Ciò è da effettuare anche in ottica di prevenzione e per migliorare la sensibilità gengivale. Ogni caso è comunque a sé. Sarà il tuo dentista a dirti ogni quanto dovresti sottoporti a questa pratica, in base alla condizione delle tue gengive, al tuo stile di vita (alimentazione o fumo di sigaretta, ad esempio) e ad altri fattori, in modo da ottimizzare i risultati e garantire la tua salute dentale. Curettage gengivale fa male? Nonostante ciò che si pensa, spesso il curettage denti fa male. In particolare nel curettage gengivale a cielo aperto, la pulizia delle tasche gengivali \”deve\” essere dolorosa, in quanto profonda, sotto al solco della gengiva. Se non è così, spesso è perché questa pulizia non avviene a fondo e non viene rimosso correttamente tutto il tartaro. In questo modo, non si riesce a tenere sotto controllo la parodontite, la gengivite o gli altri disturbi per cui ci si sottopone al trattamento. A causa del dolore che provoca, però, questa pulizia delle gengive viene effettuata in anestesia locale. Quindi nel concreto, il paziente, non avverte del dolore nella fase di intervento. Molto spesso, prova del fastidio nel periodo post-anestesia. Questo fastidio può durare per qualche giorno. Insieme ad esso, però, può notare anche: Maggiore stabilità dei denti Miglioramento del senso del gusto Buona salute delle gengive Curettage gengivale rischi Nei giorni successivi al trattamento, il fastidio di cui abbiamo parlato, può essere accompagnato anche da maggiore sensibilità dentale, dopo lo sgonfiamento gengivale. Se si parla di Curettage a cielo aperto inoltre, ci si riferisce, come abbiamo visto, ad un vero e proprio intervento, in cui vengono effettuate incisioni tramite bisturi. In questo caso, i rischi sono quelli di un vero e proprio intervento chirurgico, per quanto piccolo sia. Levigatura radicolare e curettage gengivale. La levigatura deve essere proporzionata alla problematica. Se eccessiva infatti, può indebolire i denti, danneggiando lo smalto. Ovviamente anche il ruolo del paziente è fondamentale. Ci sono

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Fluoroprofilassi

La fluoroprofilassi è il miglior alleato nella prevenzione della carie.  Oltre che per il mantenimento della salute orale generale, dei denti decidui e di quelli adulti. Può essere effettuata tramite somministrazione topica o sistemica.  Il quantitativo di fluoro da somministrare è sempre deciso dal dentista. Se uno scarso utilizzo può provocare delle carie, una somministrazione eccessiva di fluoro può portare a problematiche come la fluorosi.  Cos’è la fluoroprofilassi La fluoroprofilassi è una tecnica medica che utilizza il fluoro per prevenire problematiche e mantenere la salute orale. Può essere scelta a tutte le età ma è uno dei pilastri della prevenzione orale nei bambini. Il fluoro è essenziale sia per la formazione dei denti che delle ossa.  Da un lato rafforza la struttura del dente agendo sullo smalto, combinandosi coi suoi minerali. Dall’altro, esercita una funzione antibatterica. Agendo sui microrganismi della placca che producono acidi, disincentivando l’adesione allo smalto.  L’esposizione al fluoruro deve essere regolare e avvenire per piccole quantità ma per lunghi periodi.  La presenza costante del fluoro nella saliva, remineralizza lo smalto e aiuta nelle prime fasi della carie. L’uso deve essere controllato. Il sovradosaggio può creare problematiche dentali come la fluorosi, che può avere molte complicanze su tutto il corpo.  Le linee guida raccomandate dal Ministero della Salute sono stilate dall’OMS. Abbiamo un quadro preciso per la somministrazione, in particolare in età pediatrica.  Approfondiamo ora insieme a cosa serve, come si fa la fluoroprofilassi e le due tipologie di somministrazione. A cosa serve Come anticipato fluoroprofilassi è utile per mantenere i corretti livelli di fluoro ad esempio nella prevenzione delle carie, malattia dentale degenerativa, provocata da batteri che, deteriorando lo smalto, creano cavità nel dente, fino a lenire la polpa. Viene utilizzata anche per chi soffre di sensibilità dentinale.  I denti sensibili possono diventare un problema anche invalidante, che può essere ridotto tramite sedute di applicazione al fluoro.  Gli effetti positivi della fluoroprofilassi (topica) sono quindi: Effetto sbiancante Azione antibatterica Rallentamento della carie Remineralizzazione dello smalto Riduzione della sensibilità dei colli scoperti e dentale Effetto cicatrizzante Fluoroprofilassi come si fa Il principale obiettivo della fluoroprofilassi è quello di evitare sia un eccesso che un difetto di fluoro. Entrambi infatti hanno effetti negativi. È quindi fondamentale individuare il corretto metodo di somministrazione.  Parliamo innanzitutto dei metodi, che si classificano come: Naturali. Cibi, acqua contengono fluoro.  Artificiali. Prodotti per l’igiene orale, integratori, compresse o gel per fluoroprofilassi. Prima di parlare delle due modalità di somministrazione chiariamo cosa può comportare un eccessivo uso di fluoro.  Fluorosi dentale Con la fluorosi c’è un’alterazione della formazione dello smalto. Questa ipomineralizzazione causa la comparsa di macchie bianche in cui il dente risulta decolorato. In casi gravi, possono provocare lesioni del dente. Per prevenire questa situazione ci sono strategie come: Scelta del dentifricio corretto  Attenzione particolare agli alimenti. Fluoroprofilassi topica e sistemica Le due modalità di somministrazione del fluoro sono topica e sistemica. La prima è quella consigliata oggi in Italia, soprattutto nei bambini.  In Italia infatti non c’è la fluorazione delle acque potabili. Quindi l’assunzione sistemica non sarebbe sufficiente per garantire il minimo livello di assunzione.  Somministrazione topica La fluoroprofilassi topica avviene con un’applicazione del fluoro direttamente sul dente.   Può avvenire per via Professionale. Effettuata dal dentista, ad esempio con applicatori di gel al fluoro. Domiciliare. A casa propria, con dentifrici fluorati o colluttori. La somministrazione topica è più efficace nei bambini perché quando un dente erutta, la sua superficie non è totalmente mineralizzata. Quindi il dente è più suscettibile alla carie.  Tendenzialmente, nei bambini ad alto rischio, la somministrazione domiciliare e professionale sono associate in modo strategico. Fluoroprofilassi sistemica Il fluoro si assume per via orale tramite, ad esempio Gocce o pastiglie Acqua fluorata Cibo La somministrazione sistemica, viene utilizzata prima che i denti eruttino.La quantità di fluoro consumata oralmente varia e dipende dalla dieta o dalle sostanze assunte. Come già detto, in Italia non si effettua la fluorazione dell’acqua.  E l’aggiunta di fluoro al sale o al latte non ha avuto riscontri utili. Per bambini ad alto rischio, solitamente vengono integrate pastiglie o gocce.  Per funzionare, la fluoroprofilassi deve essere sempre accompagnata da una corretta igiene orale.  Somministrazione nei bambini Secondo l’OMS, Organizzazione Mondiale della Sanità, la somministrazione del fluoro per fluoroprofilassi, deve avvenire con la comparsa del primo dente da latte e continuare fino ai tredici anni circa, tranne in situazioni specifiche. Le linee guida fluoroprofilassi OMS, stabiliscono i seguenti passaggi in base all’età: zero – sei mesi. Utilizzare solo acqua sei mesi – due anni. Iniziare ad introdurre una piccola quantità di dentifricio, in base alla risposta del bambino due – sei anni. Lavare i denti due volte al giorno con un dentifricio con 1000 ppm di fluoro. La quantità deve avere le dimensioni di un pisello.  Dopo i sei anni. Dentifricio con 1450 ppm di fluoruro, due volte al giorno, con una quantità maggiore. Nella fluoroprofilassi per i bambini è importante ricordare alcune cose.  Il dentifricio deve essere selezionato in base all’età. Non deve essere ingerito, per evitare che ci sia un assorbimento sistemico, quindi in tutto il corpo.  Il risciacquo è sconsigliato, in modo da lasciare al fluoro il tempo di agire.  Rivolgiti al tuo dentista pediatrico per sapere qual è la quantità di fluoro corretta il tuo bambino.  La somministrazione di eventuali integratori deve essere prescritta da un medico competente per evitare problemi come la fluorosi.  Fluoroprofilassi in gravidanza Esistono due correnti di pensiero in merito alla fluoroprofilassi in gravidanza.  Il primo suggerisce l’assunzione sistemica di compresse.  L’altro invece è scettico sull’efficacia della fluoroprofilassi in questa fase.  Fluoroprofilassi topica in gravidanza. Viene consigliato l’utilizzo topico anche per soggetti con predisposizione alla carie, per evitare la proliferazione di batteri che possono causare problematiche come aborti o parti prematuri.  Solitamente è il Dentista Esperto a valutare la necessità della terapia.  Negli adulti La fluoroprofilassi topica è utilizzata per la prevenzione di patologie cariose in soggetti predisposti.  Inoltre può essere consigliata per chi soffre di ipersensibilità dentale, bocca secca o infiammazione delle gengive. Viene suggerita anche per chi si

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Prevenzione orale nei bambini

La prevenzione orale nei bambini e nei neonati è particolarmente importante. Oltre ad anticipare il verificarsi di problematiche a livello dentale, aiuta a rendere il bambino fin da subito consapevole del valore dell’igiene orale. Tra le varie attività di prevenzione, la prima visita odontoiatrica è sicuramente la prima cosa da fare che viene fatta intorno ai sei mesi, massimo un anno di vita del bambino. In sede di visita il Dentista Pediatrico dispenserà tanti consigli su come deve essere eseguita l’igiene orale quotidiana in casa. Ma vediamo ora come si deve fare per prevenire le problematiche legate ad una scarsa igiene orale. Analizziamo l’iter di cura dei denti dei bambini fin dall’infanzia fornendovi alcuni consigli utili per creare consapevolezza nei bimbi e garantire un ottimo stato di salute dentale. Prevenzione orale nei neonati Prestare attenzione alla salute orale dei bambini è importante ancor prima dello spuntare del primo dentino. Fin dalla nascita del bambino, i dentisti consigliano di pulire le gengive, almeno due volte al giorno con un panno umido e morbido. Questa azione deve essere fatta dopo la prima poppata e subito prima di dormire, in modo da eliminare eventuali batteri che possono essersi depositati all’interno della bocca. Le gengive dei neonati devono risultare ben pulite e di un colore rosa per essere considerate sane. Oltre che per la pura igiene, l’attenzione per la prevenzione orale nei neonati è importante anche perché mette in luce malattie che possono essere nascoste. Se si notano residui di placca, degli accenni di gengivite o delle macchie marroni o bianche sui primi dentini, infatti, potrebbero essere presenti dei batteri. Questi, oltre alla carie possono portare ad altre problematiche gravi. Situazioni del genere si verificano spesso quando i bambini o i neonati sono nutriti con latte artificiale o liquidi zuccherati, è quindi necessario fare più attenzione. Nei neonati quindi, l’allattamento al seno è ideale per garantire anche un buono stato di salute delle gengive. Quando iniziano a spuntare i primi dentini, invece, inizia ad essere sconsigliato perché diventa una possibile causa di carie. Come gestire la comparsa dei primi dentini Con la comparsa del primo dentino che avviene tra i sei e gli otto mesi di età, inoltre, avvengono anche altri cambiamenti. La prevenzione orale nei bambini prevede a questo punto l’inserimento dello spazzolino. Nei bambini molto piccoli, i denti andrebbero lavati due volte al giorno con uno spazzolino a setole morbide e acqua possibilmente naturale. Inserire fin da subito nella vita del bambino delle abitudini sane, è la prima arma che abbiamo per la prevenzione orale nei bambini. In questa fase di transizione le gengive non vanno dimenticate: è necessario continuare a pulirle con un panno umido e a massaggiarle per alleviare il dolore della dentizione, ovvero lo sviluppo dei primi dentini. In questa fase è consigliato dare al bambino un anello da dentizione pulito o lavare le gengive e i denti con l’acqua fredda. Lavare i dentini in questa fase quindi può essere anche un sollievo per il bambino. E’ importante ricordare che la carie è una malattia infettiva trasmissibile. È quindi sconsigliato, ad esempio, testare la temperatura dei biberon con la bocca o condividere cucchiaini o altro. Tra i sei mesi e il primo anno arriva il momento di fissare il primo appuntamento dal dentista, sia in caso di segni evidenti di problematiche, sia che la situazione sembri normale: già con la comparsa del primo dentino è necessario contattare l’odontoiatra pediatrico per applicare sul dente la vernice al fluoro, sempre in ottica di prevenzione della carie. Dal punto di vista dell’igiene orale, invece, è necessario continuare a lavare i denti più volte al giorno con uno spazzolino adatto che non dia sensazioni spiacevoli al bambino, continuando ad associare la pulizia della bocca ad un momento positivo della giornata. Come fare la Prevenzione orale nei bambini Entro i 30 mesi tutti i dentini dovrebbero essere usciti e il bambino dovrebbe essersi allontanato pian piano dal ciuccio o dall’istinto di succhiare il pollice. Se ciò non è avvenuto, è necessario contattare un dentista pediatrico, per valutare insieme il da farsi. Proprio intorno ai due anni, viene solitamente inserito nella quotidianità, il dentifricio al fluoro. Questo passaggio avviene sempre con la consulenza di uno specialista odontoiatrico che si occupa di prevenzione orale nei bambini. Da questo momento in poi, i controlli dovrebbero diventare regolari. A quattro anni il bambino inizia ad imparare a lavarsi i denti da solo, sotto supervisione. Il compito dei genitori è quello di mostrare ai bambini il modo giusto di spazzolare i denti: avanti e indietro, su e giù per almeno cinque volte. E’ anche importante insegnare al bambino il risciacquo. Una buona strategia da utilizzare, è quella di configurare questo momento come gioco: i bambini si annoiano facilmente e rendere la pulizia dei denti un impegno quotidiano può stancarli. Inserire il divertimento, aiuta il bambino ad apprezzare il momento e contemporaneamente ad iniziare a costruire la propria indipendenza. Intorno ai 6 anni il bambino dovrebbe conoscere le tecniche di spazzolamento di base. A questo punto ci si spinge un po’ oltre. Si insegna al bimbo a spazzolare bene la parte interna dei denti, spesso sottovalutata, cercando di integrare e alternare i movimenti: su e giù, destra e sinistra. Il movimento circolare rimuove meglio ciò che si deposita nello spazio tra i denti. Dai dieci anni in poi, appreso totalmente il movimento e l’importanza della prevenzione orale nei bambini, si può inserire il filo interdentale da utilizzare in maniera autonoma. Prevenzione orale nei bambini efficace Affinché il bambino si occupi della sua igiene orale in maniera ottimale, ci sono dei trucchetti da seguire: Lo spazzolino deve essere adeguato all’età. Le setole degli spazzolini, così come la testina e l’impugnatura devono essere adeguate. Consulta il tuo dentista se sei insicuro della tua scelta Così come lo spazzolino, anche il dentifricio e la quantità usata devono essere selezionati. La quantità di fluoro contenuto è scelta in base all’età. Per i bambini sono studiati anche degli aromi più apprezzabili Il filo interdentale

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Amelogenesi imperfetta cura

Amelogenesi imperfetta cura: una serie di trattamenti possono aiutare a combattere e a prevenire questo gruppo di patologie. Per capire come intervenire, dobbiamo innanzitutto partire da che cos’è l’amelogenesi imperfetta. Vediamola nel dettaglio. Amelogenesi imperfetta cos’è L’amelogenesi imperfetta è un gruppo di patologie che riguardano lo sviluppo dello smalto. Le cause sono principalmente genetiche. Infatti, è ereditata dal cromosoma X, come carattere dominante o come carattere recessivo. Nel primo caso vuol dire che più componenti per generazione saranno colpiti da questa patologia. Questa malattia fa sì che i denti siano insolitamente piccoli, scoloriti, bucherellati e soggetti a rapida usura e rottura. Lo smalto dei denti è molto più sottile e di colore giallo o marrone. Cause L\’amelogenesi Imperfetta è causata da fattori genetici. Infatti, nei soggetti in cui si presenta, vi sono mutazioni dei geni AMELX, ENAM o MMP20. Questi sono responsabili dello sviluppo delle proteine necessarie per la formazione dello smalto. Questo è il materiale che riveste i denti ed è ricco di minerali. A causa dell’amelogenesi imperfetta, si verificano mutazioni in questi geni che portano allo sviluppo di uno smalto sottile o morbido. Sintomi Il sintomo principale di questa malattia è lo smalto imperfetto. Può manifestarsi sia nei denti da latte che nei denti degli adulti. Altri sintomi sono: • denti piccoli e di colore giallo o marrone • sensibilità dentale • fragilità nei denti • malocclusione da morso aperto Tipi di amelogenesi imperfetta Questa patologia può essere suddivisa in quattro tipi principali: • ipoplastico • ipomaturazione • ipocalcificato • tipo ibrido Ipoplasico Questo tipo riguarda un difetto nella quantità di smalto creato che risulta piuttosto sottile. Esso è duro ma non è presente abbastanza sui denti. Ne consegue che i denti sono piccoli, di colore marrone o giallo con fosse e scanalature. Le corone dei denti vanno da piccole a normali. Inoltre, denti superiori e inferiori non si incontrano dando origine a un morso scadente. Ipomaturazione Questa tipologia indica che c’è un difetto nella crescita finale dello smalto. I denti sono di un colore crema opaco. Lo smalto ha uno spessore normale, ma è morbido e i denti appaiono a chiazze. Possono anche consumarsi e rompersi. In generale, chi presenta questa tipologia di amelogenesi imperfetta mostra anche un morso aperto. Inoltre, presentano denti dalla superficie ruvida che possono essere morbidi e doloranti. Ipocalcificato L’ipocalcificato riguarda un difetto nelle fasi iniziali di sviluppo dello smalto. Infatti, quest\’ultimo può avere uno spessore normale ma risulta morbido. In alcuni casi può anche essere assente o cariato. Ibrido Questo tipo di amelogenesi  è ibrido. Infatti ha particolarità sia di quello ipoplasico sia di quello ipomaturato così come il taurodontismo. Di solito i denti delle persone che soffrono di questo tipo sono più piccoli del consueto. Lo smalto è più sottile del normale con zone in cui non è presente (ipomineralizzate). Diagnosi dell’amelogenesi imperfetta La diagnosi di questa patologia viene svolta da un dentista. Di solito basta un esame visivo, ma ci sono anche delle procedure specifiche per diagnosticarla. Tra queste troviamo un’analisi della storia familiare ed esami orali per valutare lo smalto. Il dentista esegue delle radiografie dentro e fuori la bocca per vedere il contrasto tra smalto e dentina. Le radiografie aiutano a valutare la densità dello smalto. Quindi a determinare il tipo di trattamento necessario. Amelogenesi imperfetta cura Ad oggi per l’amelogenesi imperfetta non esiste una cura definitiva e standard. È importante però intervenire per evitare complicazioni spiacevoli come gengiviti, parodontiti o carie. Patologie, come la gengivite nei bambini, che sono spesso sottovalutate in età pediatrica. Infatti, le persone con questa malattia devono essere rigorose nell’igiene orale e nelle visite dal dentista. Questa condizione influisce molto sull’aspetto dei denti. Pertanto chi ne soffre può avere anche ripercussioni a livello psicologico. Bassa autostima e, in casi più gravi, depressione possono essere causate dall’amelogenesi imperfetta. Soprattutto in adolescenti. Quindi il trattamento di questa patologia dipende molto da quando viene diagnosticata, dall’età del paziente e dalle condizioni generali dei denti. Alcuni trattamenti possibili sono: • bonding dentale • corone dentali • apparecchi ortodontici • abitudini alimentari • igiene orale • protesi Bonding dentale Questo trattamento è spesso utilizzato per contrastare l’amelogenesi imperfetta di tipo ipoplasico. Infatti, le resine utilizzate per il bonding dentale aderiscono in modo congeniale a questi denti perché sono molto duri. Questo trattamento consiste nell’applicare ai denti moderne resine composite per riempire gli spazi vuoti. Corone dentali Le corone dentali sono protesi che ricoprono completamente il dente reale. Aiutano a ripristinare la forma e la dimensione del dente. Inoltre aiutano a combattere e prevenire le carie. Questo tipo di trattamento è particolarmente adatto a chi soffre di amelogenesi imperfetta di tipo ipocalcificato e ipomaturato. Corone temporanee in porcellana o acciaio possono essere particolarmente utili nel caso di pazienti bambini o adolescenti. I dentisti procedono poi a installare corone permanenti quando i denti sono tutti presenti e stabili. Apparecchi ortodontici Gli apparecchi ortodontici sono spesso utilizzati come trattamento dell’amelogenesi imperfetta. L’obiettivo è quello di riportare i denti in posizione adatta per procedere poi con i restauri. Abitudini alimentari Per chi soffre di amelogenesi imperfetta è bene adottare una dieta sana e povera di zuccheri. Infatti i denti di queste persone sono deboli e fragili, se si assumono troppi zuccheri si rischia di incorrere in altre patologie. Ad esempio carie e malattie gengivali. Igiene orale Per qualsiasi trattamento è indispensabile una buona igiene orale. Infatti, bonding dentali o corone sono difficili da installare con gengive infiammate o sanguinanti. Per la sensibilità al caldo al freddo, ad esempio, si possono usare dentifrici desensibilizzanti. Inoltre, eseguire visite regolari dal dentista per pulizie professionali è molto importante. Protesi Un’altra soluzione per trattare l’amelogenesi imperfetta sono le protesi dentali. Queste possono essere fisse o mobili e possono essere applicate sopra il dente naturale. Amelogenesi imperfetta bambini Come anticipato questa malattia è genetica. Pertanto può essere diagnosticata anche nei bambini. La diagnosi precoce è essenziale. Infatti in questo modo si può intervenire tempestivamente con trattamenti appropriati. Nei bambini, questa patologia è trattata con delle strisce

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Bite sportivo

Il bite sportivo protegge denti, gengive, lingua e guance da urti e traumi. I bite sportivi personalizzati si adattano e salvaguardano i denti meglio del paradenti da banco. Bambini e adulti dovrebbero indossarli durante gli sport di contatto o altre attività sportive. Cos’è un bite sportivo I bite per sportivi sono dispositivi dentali che coprono i denti. Proteggono denti, lingua, gengive e guance da traumi causati da lesioni sportive. Chi potrebbe aver bisogno di un bite dentale sport? Potrebbero necessitare di un bite sportivo bambini e adulti che praticano uno sport di contatto. Parliamo di basket, calcio, lacrosse, hockey, boxe, rugby o football americano dove sono elevati i rischi di ricevere un colpo in faccia. Tuttavia, il bite sportivo può essere utile anche a chi pratica uno sport non di contatto ma che potrebbe comportare un rischio di lesioni alla bocca come pattinaggio sul ghiaccio, ginnastica o ciclismo. Tipi di bite Esistono due categorie principali di bite: quelli realizzati per tutelare i denti da traumi da sport o altre attività atletiche e quelli creati per chi soffre di bruxismo o digrignamento dei denti. I bite possono essere di diversi tipi: personalizzati. Il dentista utilizza lo stampo dei tuoi denti (impronta) per creare un bite su misura che si adatti perfettamente a denti e bocca. Le protezioni di questo tipo costano di più ma offrono una migliore vestibilità e protezione. Viene realizzato un bite appositamente per le tue esigenze, sia per la protezione da traumi durante la competizione atletica (bite sportivo) sia per l’uso notturno se digrigni i denti modellanti. Questo tipo di bite è in materiale termoplastico che puoi modellare a casa per adattarlo ai tuoi denti regolabili. Sono bite da banco regolabili preformati. Questi bite di taglia unica sono preformati e pronti da indossare. Poiché non sono realizzati appositamente per i tuoi denti, raramente si adattano bene. Il loro ingombro e la scarsa vestibilità possono rendere difficile la respirazione. I bite di serie offrono una protezione minima Ci sono bite superiori e inferiori? Il bite sportivo viene utilizzato, per lo più, sui denti superiori. Infatti, questi denti sporgono di più di quelli inferiori, mettendoli maggiormente a rischio di impatto. Se indossi l’apparecchio, il dentista potrebbe consigliarti anche un bite sportivo inferiori. Vantaggi di indossare un bite denti sport Gli incidenti possono verificarsi durante qualsiasi attività fisica. Usare un bite può aiutarti a limitare il rischio di lesioni legate a bocca, labbra, lingua e tessuti molli della bocca. Indossare un bite sportivo durante le attività atletiche può aiutarti a evitare di: scheggiare o perdere i denti subire un danno nervoso a un dente riportare danni ai tessuti molli di labbra, gengive, lingua e guance interne Cura del bite sportivo Nel bite si annidano i batteri che si trovano nella bocca. Assicurati di pulire i denti molto bene prima di inserire un bite. Ora elenchiamo i consigli per prenderti cura della tua protezione dentale: non esporre il bite a calore troppo alto, come luce solare o acqua calda. Il caldo, infatti, può deformare il bite e cambiare la sua forma quando non lo utilizzi o quando viaggi, conserva il bite in un contenitore di plastica robusto e areato dopo ogni utilizzo sciacqualo sotto l’acqua fredda e puliscilo con una spazzola e acqua e sapone. Lascialo asciugare all’aria conserva il bite fuori dalla portata di cani e altri animali domestici Quanto dura un bite sportivo? A seconda della frequenza con cui usi il bite, un bite su misura può durare diversi anni con la  dovuta cura. Tuttavia, alcune persone potrebbero scoprire di avere bisogno di sostituire il bite più spesso. Dovresti portare il bite ai controlli dal dentista in modo che possa controllarlo per verificare la presenza di crepe o altri segni di usura. I bite da banco, invece, non sono così durevoli. Potrebbe essere necessario sostituirli ogni pochi mesi. Infine, bambini e adolescenti potrebbero dover sostituire i bite molto più spesso man mano che i denti e la bocca crescono. Chi indossa un apparecchio può usare il bite? I bite aiutano a proteggere denti, apparecchi ortodontici, impianti dentali e ponti dentali da eventuali danni. Quindi sì, anche chi indossa apparecchi ortodontici o ha impianti dentali può utilizzare senza problemi il bite. I bite personalizzati funzionano meglio perché si adattano più adeguatamente alla forma di impianti e apparecchi.

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Dentifricio per bambini

Dentifricio per bambini: come sceglierlo? Il mercato, oggi, offre tante opzioni di dentifricio per bambini. Per questo motivo può essere complicato scegliere il prodotto migliore per l’igiene orale di tuo figlio. La bocca dei bambini è in continuo sviluppo, perciò è importante assicurarsi che i loro denti siano curati il più possibile sin dalla nascita. Quando iniziare l’igiene orale? L’Associazione Dentistica Americana (ADA) raccomanda ai genitori di iniziare una routine di igiene dentale fin dai pochi giorni di vita del bambino. Consiglia, infatti, di inumidire una garza o un panno e di pulire le gengive del bambino. Difatti, anche se non puoi vederli, ogni bambino nasce con 20 denti pronti a spuntare fuori. Pulendo le gengive del neonato ogni giorno, crei una bocca sana pronta ad accogliere quei denti. Per la maggior parte dei bambini, il primo dente compare quando hanno circa 6 mesi. E più o meno a 3 anni, hanno 20 denti da latte. Sfortunatamente, però, i denti da latte sono soggetti a rischio carie non appena spuntano. Ciò significa che, senza le cure adeguate, il tuo bambino avrà le carie. Prenderti cura dei denti da latte di tuo figlio può sembrare complicato. Potresti avere molte domande sulla prevenzione orale nei bambini, tra cui, probabilmente, come dovresti scegliere il dentifricio bimbi adatto. Come scegliere il dentifricio per bambini? La risposta potrebbe essere più complicata di quanto sembri. Ecco, quindi, alcune cose da considerare prima di scegliere il dentifricio per tuo figlio. Controlla il contenuto di fluoro del dentifricio bambini I dentifrici contengono fluoro, agenti antibatterici e abrasivi delicati che aiutano a prevenire le carie e a mantenere i denti sani. Ognuno di questi ingredienti ha un ruolo specifico da svolgere. Gli agenti antibatterici inibiscono la crescita di batteri e aiutano a ridurre la placca e la gengivite. La gengivite nei bambini è una patologia che è spesso sottovalutata nei bambini. Gli abrasivi rendono più efficace l’azione meccanica della spazzolatura. Il fluoro concorre a rafforzare lo smalto dei denti e a prevenire la carie. I dentifrici per bambini e per adulti variano nel contenuto di fluoro. Guarda, quindi, la confezione del dentifricio per controllare la quantità di fluoro che contiene. La maggior parte dei normali dentifrici contengono 1000-1500 ppm di fluoro. I bambini fino a 2 anni di età tendono a ingoiare il dentifricio. Questo è dannoso poiché l’ingestione di fluoro può causare malattie. Troppo fluoro, poi, può causare una condizione nota come fluorosi. Per questo motivo, scegli sempre un dentifricio x bambini con un contenuto di fluoro non superiore a 1000 ppm. Dentifricio fluoro bambini: ne hanno bisogno? Consulta il tuo dentista per scoprire se tuo figlio ha bisogno di un dentifricio al fluoro. Infatti, già l’acqua potabile contiene una piccola quantità di fluoro. Di solito, i bambini al di sotto dei 2 anni ottengono abbastanza fluoro dalla sola acqua e non hanno bisogno di un dentifricio che lo contenga. Tuttavia, se il dentista ritiene che tuo figlio abbia bisogno di assumere più fluoro, ti consiglierà un dentifricio per bambini. Inoltre, se tuo figlio ha l’abitudine di ingoiare il dentifricio, utilizzarne uno senza fluoro è la scelta migliore. Una volta che il bambino, poi, ha imparato a non deglutire il dentifricio, puoi passare a uno al fluoro. Scegli un sapore adatto ai bambini La menta è il gusto più popolare per i prodotti orali. Tuttavia, quando si tratta di bambini, spesso preferiscono i sapori fruttati come la fragola o l’anguria. A molti bambini, infatti, non piace lavarsi i denti perché non amano il sapore dei normali dentifrici. La maggior parte dei dentifrici per bambini, però, ha un sapore delicato. Quindi i bambini si divertiranno a lavarsi i denti e a costruire, così, buone abitudini. Inoltre, i personaggi dei cartoni animati sulla confezione possono incoraggiare il tuo bambino a divertirsi lavandosi i denti promuovendo, così, una buona igiene orale. Controlla le certificazioni Per garantire la completa sicurezza di un prodotto, verifica sempre se dispone della necessaria certificazione governativa. In caso di dubbi su un dentifricio, consulta il tuo dentista, che saprà dirti se utilizzare o meno quel prodotto. Inoltre, non tutti i bambini sono abbastanza pazienti da spazzolare i denti per 2 minuti interi. Quindi, prova a rendere piacevole il momento del lavaggio dei denti cantando una canzone o raccontando una storia divertente. Ulteriori consigli Prendi uno spazzolino divertente. Il modo migliore per convincere i bambini a fare qualcosa di banale è renderlo divertente. Alla maggior parte dei bambini non piace spazzolarsi i denti, ma se diventa una parte della loro routine di gioco non vedranno l’ora di farlo. Prendere ai tuoi figli uno spazzolino divertente, magari con personaggi dei cartoni animati, può essere un ottimo modo per coinvolgere i bambini e dare loro l’abitudine di seguire le regole per una buona igiene orale. Infine, i bambini hanno bisogno solo di un po’ di dentifricio. Potresti essere abituato a spremere abbastanza dentifricio per coprire la superficie dello spazzolino. Ma i bambini hanno denti piccoli, quindi hanno bisogno di una quantità minore. Per i bambini sotto i 2 anni, spalma semplicemente il dentifricio o usa una quantità di dentifricio delle dimensioni di un chicco di riso. Per i bambini di età compresa tra i 3 e i 6 anni, invece, usa una quantità di dentifricio della dimensione di un pisello.

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Lingua bianca rimedi

Lingua bianca rimedi: quali sono? La lingua bianca non è una condizione che deve destare preoccupazione. Tuttavia consigliamo sempre di rivolgersi al proprio dottore. Difatti, la patina bianca sulla lingua potrebbe essere sintomo di varie patologie. Perchè la lingua diventa bianca? Lingua, denti e gengive sono rivelatori di come sta il nostro organismo. Infatti, la lingua è un organo muscolare ricoperto da minuscole estroflessioni, chiamate papille filiformi. Queste, oltre ad avere una funzione gustativa, tendono a incamerare le cellule esfoliate e i residui alimentari. Dunque, stare attenti all’igiene del dorso linguale è condizione necessaria per avere una lingua rosa. Tuttavia, l’utilizzo di spazzolini duri o un eccesso di energie possono recare danno alla mucosa portando allo sviluppo di un’ipercheratosi, altra motivazione di lingua patinata bianca. Altro fattore che può influire sul colorito della lingua è l’alimentazione. Difatti, condizioni di ipovitaminosi, anemia o carenza di ferro possono comportare la patina bianca sulla lingua. Anche alcol e fumo possono essere causa della lingua con patina bianca. In particolare il fumo può essere motivo di ipercheratosi linguale. Per concludere, quindi, osservare la lingua può far capire lo stato di salute di un individuo. Ovviamente, per arrivare a formulare una diagnosi si eseguono esami specifici con strumenti mirati. Ma la lingua rimane un indicatore del benessere dell’organismo. A seconda del suo colorito e dell’aspetto della sua superficie, infatti, si può capire tanto della salute di una persona. Una lingua manifesta buona salute se è rosea ai bordi e più chiara verso il centro, se è umida e se presenta margini lisci. Lingua felpata cause Le cause lingua bianca possono essere plurime. Se la lingua improvvisamente cambia aspetto o colore, potrebbe essere in corso una gastrite o un’ulcera. Di norma, la lingua biancastra è manifestazione di patologie temporanee legate all’apparato digerente e alle abitudini alimentari. Dunque, le cause della lingua bianca possono essere: disturbi gastrointestinali cattiva digestione stress reflusso gastroesofageo disidratazione bocca secca a causa di fumo e/o farmaci problemi al fegato dieta squilibrata febbre cambio di stagione La lingua diventa bianca per la crescita dei villi di cui è rivestita la mucosa. Invero, se l’organismo è in uno stato di salute ottimale, i villi sono bassi e la lingua conserva il suo colore rosa. Se, invece, c’è un disturbo in corso nell’organismo, i villi crescono e provocano il mutamento del colore della mucosa. Lingua bianca cause: patologie Ci sono determinate patologie che causano la patina linguale. Vediamo nel dettaglio quali sono. Candidosi orale La candidosi orale è la causa più frequente di patina biancastra sulla lingua. Essa rappresenta una stomatite provocata da un fungo, Candida Albicans, che può proliferare sul dorso della lingua rendendolo bianco. È una condizione usuale nei neonati, nei bambini e negli anziani. Ma può essere riscontrabile anche in chi assume corticosteroidi orali, negli immunodepressi, nei diabetici e in chi utilizza da lungo tempo antibiotici ad ampio spettro. Leucoplachia Si presenta come una lesione bianca sulla lingua, ma può estendersi anche a guance, palato e pavimento orale. La causa più frequente di questa patologia è il fumo (cheratosi da tabacco). Nei non fumatori, la leucoplachia può essere sintomo di diabete mellito, anemia sideropenia, allergie causate dal contatto con oggetti esterni, infezioni batteriche della bocca, traumi leggeri ma ripetuti (ad esempio, protesi mobili progettate o montate male). La patologia, inoltre, può rappresentare anche una lesione precancerosa. Lichen Planus Si tratta di una patologia autoimmune che può essere determinata da farmaci o malattie come l’epatite C. Si manifesta con linee bianche sulla lingua e può estendersi a gengive, labbra e guance.  Generalmente si associa ad altre lesioni bianche presenti nella cavità orale. Lingua patinata e alito cattivo Spesso avere la lingua bianca è associato al problema dell’alitosi. Ma la lingua felpata non è causa di alito cattivo. Vero è che, durante l’igiene orale, vada pulita a fondo anche la lingua. Ma i batteri si concentrano in altre aree della bocca, lontano dalla superficie della lingua. Infatti, si annidano per lo più negli spazi tra denti gengive. Perciò, la lingua non è il motivo principale dell’alito cattivo, che dipende generalmente da problemi intestinali. Ho la lingua bianca, mi devo preoccupare? La lingua patinata di bianco non è una condizione preoccupante. Può capitare, però, che venga sentita come problema estetico e questo porta a frenare i rapporti sociali. Per tale motivo, e per prevenire l’insorgere di eventuali problematiche più serie, consigliamo di consultare uno specialista. Il medico, infatti, saprà dire se la patina bianca in bocca è provocata da fattori non patologici correggibili (cattiva igiene orale, fumo o carenze nutrizionali) o se invece c’è una patologia più seria alla base. Lingua bianca rimedi Prima di tutto, in caso di patina bianca lingua è essenziale contattare il proprio dentista o il proprio medico per indagare le cause alla base del sintomo. Solo in questo modo, infatti, il problema potrà essere trattato e risolto. Lingua bianca rimedi: cosa fare? Tra i rimedi per la lingua bianca bisogna, innanzitutto, annoverare l’igiene orale. Infatti, potrebbe bastare l’uso di un puliscilingua per risolvere il problema della lingua bianca. È importante tenere pulita la lingua. Perciò spazzolatela una volta al giorno. Potrebbe aiutare anche eseguire dei risciacqui col colluttorio. Patina bianca sulla lingua rimedi naturali: carenze vitaminiche Spesso la lingua patina bianca è dovuta a carenze vitaminiche. Perciò, un’integrazione di vitamina A, di vitamina B o di ferro potrebbe bastare per risolvere il problema. Inoltre, bere acqua a sufficienza, ridurre il sale e limitare fumo e alcol possono aiutare a risolvere la condizione della lingua impaniata. Rimedi naturali per lingua bianca: cosa mangiare e bere Innanzitutto, cominciate bevendo un bicchiere di acqua tiepida con succo di limone appena svegli. Seguite, poi, una dieta leggera e mangiate: carne bianca verdura cruda primi poco conditi frutta lontano dai pasti yogurt bianco fermentato senza zucchero Bevete: molta acqua succhi depurativi al mirtillo, alla mela o alla carota Potete anche sciogliere un cucchiaino di curcuma in un bicchiere d’acqua e fare gargarismi con questa soluzione più volte al giorno. La curcuma, infatti, protegge il

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Ablazione Tartaro

La detrartrasi o ablazione tartaro è una procedura dentistica utilizzata per la rimozione della placca e del tartaro che si sedimenta sui denti formandosi nel cavo orale. L\’ablazione del tartaro è sicuramente la procedura principale durante la seduta di igiene orale professionale in poltrona. Si tratta di una pulizia molto profonda che coinvolge anche i bordi delle gengive e gli spazi tra i denti dove di solito si accumulano la placca e  il tartaro. Ablazione tartaro fa male? Le persone che si affacciano per la prima volta a una seduta di igiene orale professionale, si chiedono se l\’ablazione del tartaro fa male. Potete stare tranquilli, l\’ablazione dentale non è dolorosa anche se alcune persone possono sperimentare un leggero fastidio durante la pulizia e una sensibilità dentale dopo la seduta. Fastidio che normalmente tende a scomparire con i giorni. Perché la detartrasi è necessaria Essendo la procedura di rimozione del tartaro la principale componente della pulizia dentale professionale, dobbiamo procedere alla detartrasi almeno due volte all\’anno per evitare accumuli di placca e tartaro. Se sedimentano e non procediamo alla pulizia profonda, rischiate problematiche dentali ben peggiori. Un accumulo di placca e batteri infatti può portare a, problemi gengivali, parodontite e carie. Questo perché un accumulo di tartaro non permette nemmeno un accurata igiene orale a casa, non permettendo di spazzolare bene i colletti dentali. L\’ablazione tartaro entra di diritto tra le principali attività di prevenzione dentale. Come si esegue l\’ablazione? Possiamo eseguire due tipi di ablazione del tartaro. Gengivale e Sotto-Gengivale. La seconda lavora, come dice il nome stesso, sotto la gengiva. Per questo è una pulizia molto più profonda. Non tutti devono però necessariamente sottoporsi al procedimento sotto gengivale. Solitamente ne hanno bisogno solo i pazienti con problematiche alle gengive e accumuli di placca e tartaro molto importanti. In questi casi viene eseguita sia l\’ablazione gengivale che sotto la gengiva. Si esegue con uno strumento chiamato ablatore che tende a scollare il tartaro dal dente e dalla gengiva per poi rimuoverlo. Possiamo utilizzare sia l\’ablazione con ultrasuoni che con tecnica manuale. Per chiudere il procedimento spesso si utilizza poi una pasta abrasiva per eliminare eventuali residui di placca. Ablazione Tartaro a Milano Per prenotare una seduta di igiene professionale con connessa ablazione del tartaro a Milano, gli esperti del Centro Dentistico Unisalus sono a vostra disposizione. Ci trovate in via G.B. Pirelli 16/B. Solitamente, sono consigliate almeno due sedute all\’anno di ablazione dentale per la rimozione del tartaro in modo da mantenere in salute il vostro cavo orale.

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