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poliabortività

Esami Poliabortività

Quali esami fare in caso di poliabortività? CONSULENZA GENETICA PER POLIABORTIVITA’ L’aborto spontaneo del primo trimestre è un evento frequente nella popolazione generale e riguarda il 10-15% delle gravidanze clinicamente riconosciute, a prescindere dall’età materna. Nella popolazione femminile di età superiore ai 40 anni, l’aborto spontaneo si verifica con un’incidenza maggiore. Alla base della abortività vi possono essere diverse cause: placentari, materne o fetali. Tra i fattori materni predisponenti, vi possono essere alterazioni immunologiche, della coagulazione, della funzionalità tiroidea. Tra le cause fetali, la più frequente è la presenza di un’alterazione del patrimonio genetico ed in particolare di un’anomalia cromosomica numerica.  Consulenza genetica e test genetici per poliabortività Nei casi in cui una coppia sperimenti più aborti spontanei, vi è indicazione ad eseguire una consulenza genetica per valutare gli opportuni approfondimenti mirati ad identificare le eventuali cause genetiche associate alla poliabortività. In particolare, può essere consigliata l’analisi del cariotipo di coppia e, a seconda dello specifico quadro clinico, uno screening trombofilico per la donna. La valutazione dei fattori genetici alla base della poliabortività è importante non solo per l’inquadramento diagnostico, ma anche per la definizione del rischio riproduttivo di coppia, cioè del rischio di trasmissione ai figli di eventuali anomalie genetiche. Sulla base dell’anamnesi personale e familiare della coppia, valutata in sede di consulenza genetica, può pertanto essere opportuno eseguire ulteriori specifici approfondimenti genetici. TEST GENETICI PER POLIABORTIVITA’ IN UNISALUS  Presso il Centro Medico Unisalus è possibile eseguire: – analisi del cariotipo (indagine citogenetica) – screening trombofilico (tra cui fattore II, fattore V Leiden, MTHFR, PAI) – test genetici del portatore (inserire link alla sezione dei test genetici) L’esecuzione dei test è preceduta da una consulenza genetica, eseguita da medici genetisti, allo scopo di valutare l’anamnesi personale e familiare della coppia per definire l’indicazione a specifiche analisi genetiche. Gli esiti dei test vengono interpretati e commentati nell’ambito di una consulenza post-test. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Consulenza Genetica per Poliabortività con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota la tua visita

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sindrome dell x fragile

X Fragile

Quali sono i sintomi della sindrome X fragile? Sindrome X-fragile La Sindrome Sindrome dell’X Fragile, chiamata anche di Martin Bell, è una malattia genetica causata da modifiche in un gene chiamato FMR1. Sindrome dell’X fragile caratteristiche La Sindrome dell’X fragile è una patologia genetica che causa problemi di sviluppo tra cui:• difficoltà di apprendimento• ritardo cognitivo In genere, i maschi sono più colpiti da questo disturbo rispetto alle femmine. Gli individui affetti di solito hanno uno sviluppo ritardato della parola e del linguaggio. La maggior parte dei maschi con sindrome dell’X fragile ha una disabilità intellettiva da lieve a moderata, mentre circa un terzo delle femmine presenta ritardo cognitivo/dell’apprendimento.. I bambini con sindrome dell’X fragile possono anche soffrire di ansia e comportamenti iperattivi, ad esempio, agitazione o azioni impulsive. Inoltre, possono avere un disturbo da deficit di attenzione, questo include una ridotta capacità di mantenere l’attenzione e difficoltà a concentrarsi su compiti specifici. Circa un terzo degli individui con sindrome dell’X fragile ha caratteristiche del disturbo dello spettro autistico che influenzano la comunicazione e l’interazione sociale. Le convulsioni si verificano in circa il 15% dei maschi e in circa il 5% delle femmine con sindrome dell’X fragile. Sindrome della X-Fragile (FRAX): diagnosi La Sindrome da X fragile può essere diagnosticata testando il DNA di una persona da un esame del sangue. Un medico genetista può consigliare il test. Una diagnosi di FRAX può essere utile alla famiglia perché può fornire una ragione per le disabilità intellettive e i problemi comportamentali di un bambino. Ciò consente alla famiglia e agli altri caregiver di saperne di più sul disturbo e gestire l’assistenza in modo che il bambino possa raggiungere il suo pieno potenziale. Tuttavia, i risultati dei test del DNA possono influenzare altri membri della famiglia e sollevare molti problemi, evidenziando lo stato di portatore sano della patologia Quindi, prima di sottoporsi al test è utile avere una consulenza genetica. Le donne in gravidanza portatrici della patologia possono consultare un medico genetista e possono sottoporsi ai seguenti test prenatali:• Amniocentesi : l’operatore sanitario preleva un campione del liquido amniotico per il test• Campionamento dei villi coriali (villocentesi) : l’operatore sanitario preleva un campione di cellule dalla placenta per il test Trasmissione sindrome di X fragile La sindrome dell’X fragile è ereditata con un pattern dominante legato al cromosoma X. Una condizione si considera legata al cromosoma X se il gene mutato che causa il disturbo si trova su di esso. L’eredità è definita dominante se una copia del gene alterato in ciascuna cellula è sufficiente a causare la condizione. Dominante legato all’X indica che nelle donne, le quali hanno due cromosomi X, una mutazione in una delle due copie del gene in ogni cellula provoca il disturbo. Negli uomini, i quali hanno un solo cromosoma X, la mutazione nell’unica copia del gene in ciascuna cellula causa il disturbo. In molti casi i maschi mostrano sintomi più gravi rispetto alle femmine. Nelle donne, la premutazione del gene FMR1 sul cromosoma X può espandersi a più di 200 ripetizioni CGG durante il processo di formazione degli ovociti.  Ciò significa che le donne con la premutazione hanno un rischio maggiore di avere un figlio con la sindrome dell’X fragile. Al contrario, la premutazione negli uomini non si espande mentre viene trasmessa alla generazione successiva. Gli uomini trasmettono la premutazione solo alle figlie femmine. I figli maschi ricevono un cromosoma Y, che non comprende il gene FMR1 . Causa Sindrome di Martin Bell La modifica nel gene FMR1 provoca la sindrome dell’X fragile. Il gene FMR1 fornisce istruzioni per produrre una proteina chiamata FMRP. Questa proteina aiuta a regolare la produzione di altre proteine ​​e svolge un ruolo nello sviluppo delle sinapsi, che sono connessioni specializzate tra le cellule nervose. Le sinapsi sono fondamentali per trasmettere gli impulsi nervosi. Quasi tutti i casi di sindrome dell’X fragile sono causati da una alterazione per cui un segmento di DNA, caratterizzato dalla presenza di più ripetizioni della tripletta CGG, è espanso all’interno del gene FMR1. Di norma il segmento di DNA viene ripetuto da 5 a 40 volte. Nelle persone con sindrome Martin Bell il segmento CGG viene ripetuto più di 200 volte. Il segmento CGG espanso in modo anomalo disattiva il gene FMR1 e gli impedisce di produrre FMRP. La perdita, o mancanza, di questa proteina interrompe le funzioni del sistema nervoso e porta ai sintomi della Martin Bell. Persone con 55-200 ripetizioni del segmento CGG hanno una premutazione del gene FMR1.La maggior parte di queste sono intellettualmente normali. Tuttavia alcuni individui con premutazione hanno quantità di FMRP inferiori al normale. La premutazione è associata a un aumentato rischio di disturbi chiamati insufficienza ovarica precoce  e sindrome da tremore/atassia associata all’X fragile. Gli individui con premutazione sono a maggior rischio di avere un figlio con la mutazione completa; la premutazione infatti può espandersi durante la trasmissione ai figli. Sindrome X fragile Sintomi Segni che un bambino potrebbe avere la X fragile includono: ritardi nello sviluppo(acquisizione delle tappe di sviluppo, come sedersi, camminare o parlare più tardi rispetto ad altri bambini della stessa età) disturbi dell’apprendimento(difficoltà nell’apprendimento di nuove abilità) problemi sociali e comportamentali(come mancanza di contatto visivo, ansia, difficoltà a prestare attenzione, agire e parlare senza pensare ed essere molto attivi) i maschi che hanno FRAX di solito hanno un certo grado di disabilità intellettiva che può variare da lieve a grave. Le femmine possono avere un’intelligenza normale o un certo grado di disabilità intellettiva ma generalmente più lieve. Anche il disturbo dello spettro autistico (ASD) si verifica più frequentemente nelle persone con sindrome x fragile Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Consulenza Genetica per Sindrome X Fragile (Sindrome Martin Bell) con i Medici del Centro Medico Unisalus? 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Talassemia unisalus

Talassemie

Talassemie Le Talassemie sono patologie genetiche autosomiche recessive che si ereditano dai genitori. Talassemia significato: dal greco θάλασσα (mare) e αίμα (sangue). Nel nome vi è il richiamo al mare perché la prima conosciuta fu quella mediterranea. Ne esistono due tipi: talassemia alfa talassemia beta Queste due tipologie sono causate dall’assenza o alterazione dei geni che codificano le emoglobine e comportano quindi anemia. Le talassemie sono malattie comuni nei paesi dell’Asia, Africa e dei paesi mediterranei. In Italia si calcola che siano circa tre milioni i portatori sani e settemila i pazienti talassemici. Talassemia Cause Le talassemie come anticipato sono malattie del sangue ereditarie ed implicano una mancanza nella produzione di emoglobina. Quest’ultima è una proteina indispensabile perché permette ai globuli rossi di trasportare ossigeno. Se questa proteina viene a mancare, i globuli rossi vivono di meno. Pertanto nell’organismo vi sono meno globuli rossi sani. Questo causa meno apporto di ossigeno alle cellule. La persona affetta da talassemia, quindi, si sente stanca, senza fiato e debole. Sintomi della Talassemia Talassemia sintomi negli adulti e nei bambini sono molto simili. Questi dipendono dal tipo di talassemia che si ha. Come vedremo più nel dettaglio di seguito, i diversi tipi di talassemie causano diversi sintomi. Differenza tra alfa e beta talassemia Queste talassemie si differenziano dall’assente o alterata sintesi delle catene alfa e beta dell’emoglobina. L’alfa talassemia in particolare compromette i geni che producono le catene alfa dell’emoglobina. Possono essere alterati una, due, tre, o tutte e quattro le copie del gene alfa-globinico. La beta talassemia è caratterizzata dalla mancata o alterata sintesi delle catene beta dell’emoglobina. Alfa talassemia sintomi I sintomi di questo tipo variano in base a quanti geni mutati ha il paziente. Si va dalla condizione di portatore sano di patologia in assenza di sintomi se mancano uno o due geni (portatore silente o con alterazioni minime all’esame emocromo) alla presenza di sintomi gravi se mancano tutti e quattro i geni (idrope fetale, HbH). Beta talassemia sintomi Anche in questo caso i sintomi della talassemia variano in base alla gravità della patologia, che ricordiamo dipendere sempre dal tipo di alterazione dei geni beta-globinici. I sintomi possono variare da lieve dispnea e stanchezza a marcata anemia con alterazione d’organo e necessità di ripetute trasfusioni di sangue, a seconda che la produzione di catene beta globiniche sia solo lievemente diminuita o completamente assente. La presenza di un’alterazione in una sola copia del gene beta-globinico definisce lo stato di portatore sano di patologia, in assenza di sintomi. Talassemia genetica La talassemia è di natura genetica ereditaria. Infatti, la persona con questa malattia non produce abbastanza emoglobina (Hb) perché le sue cellule non sono in grado di produrre la catena polipeptidica alfa o beta dell’emoglobina umana. Talassemia come si trasmette Essendo una malattia genetica la talassemia si trasmette tramite il DNA dei genitori. Per sviluppare una forma sintomatica di talassemia l’individuo deve presentare una alterazione in entrambe le copie del gene beta globinico o in più di due copie del gene alfa globinico. Queste alterazioni vengono ereditate dai genitori che devono essere entrambi portatori della malattia. Se solo uno dei genitori ne è portatore sano, il rischio che il bambino possa manifestare la patologia è basso. Diagnosi di talassemie Nel sospetto clinico di talassemia, il medico specialista, genetista o ematologo, può richiedere il test genetico per l’analisi dei geni alfa o beta globinici per la conferma diagnostica genetica Per identificare i portatori sani di talassemia, che in Italia sono circa 1 persona ogni 20, si esegue inizialmente lo screening di primo livello. Cioè un prelievo di sangue per l’esame emocromo accompagnato da elettroforesi delle emoglobine. Se lo screening pone il sospetto di portatore (volume dei globuli rossi più piccolo del previsto, alterazione dell’elettroforesi emoglobine), si esegue il test genetico per geni alfa o beta-globinici Talassemia e gravidanza Per una coppia in cui entrambi i partner sono portatori sani di talassemia, il rischio di avere un figlio affetto è del 25% (1 su 4) ad ogni gravidanza. Per una coppia a rischio, in caso di gravidanza, è possibile eseguire una diagnosi prenatale, quindi sapere se il figlio è affetto, attraverso un’analisi genetica eseguita su prelievo di villi coriali. E’ anche possibile eseguire una diagnosi preimpianto all’interno di un percorso di fecondazione in vitro. Una donna affetta da talassemia può affrontare una gravidanza; è però importante che sia seguita da medici specialisti per valutare possibili complicanze che la gravidanza può portare al suo stato di salute. Terapia sindromi talassemiche La terapia è solitamente sintomatica e basata, nelle forme gravi, su ripetute trasfusioni di sangue e utilizzo di farmaci per prevenire le complicanze legate alle trasfusioni, quali il sovraccarico di ferro. Il trapianto di cellule staminali emopoietiche è un trattamento curativo per la talassemia con risultati molto favorevoli per i bambini con donatori familiari HLA-identici. Anche la terapia genica è molto promettente. 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DNA FETALE

DNA Fetale

DNA FETALE Il test del DNA fetale è un test di screening prenatale non invasivo che consente di valutare la probabilità di presenza nel feto delle principali alterazioni cromosomiche. Si basa sull’analisi di frammenti di DNA fetale rilasciati dalla placenta nel circolo sanguigno materno.   L’IMPORTANZA DELLA CONSULENZA GENETICA PRE-TEST Il test del DNA fetale è un test genetico che fornisce risultati importanti per la salute del feto; è pertanto necessario che venga eseguito all’interno di un percorso di screening personalizzato, definito dal medico genetista. A seconda delle caratteristiche della gravidanza e dell’anamnesi personale e familiare di coppia, il medico genetista seleziona infatti il test più appropriato per ridurre il rischio di ottenere no results o risultati falsi positivi ed evitare cosi successivi accertamenti diagnostici invasivi non necessari.   COSA VALUTA IL TEST DEL DNA FETALE Il test valuta la probabilità di presenza nel feto delle principali alterazioni cromosomiche: trisomia 21 o sindrome di Down, trisomia 18, trisomia 13 e alterazioni di numero dei cromosomi sessuali (45,X; 47,XXX; 47,XXY; 47,XYY); determina il sesso fetale. Il test Panorama valuta inoltre il rischio per triploidia: condizione clinica patologica dovuta alla presenza di una copia aggiuntiva di ogni cromosoma. Il test può essere esteso alla valutazione delle sindromi da microdelezione (microdelezione 22q11.2, 1p36, 5p-, 15q11.2 materna o paterna) o delle alterazioni di numero di tutti i cromosomi associata eventualmente all’analisi delle delezioni >7Mb.   RISULTATI DEL TEST DEL DNA FETALE “rischio basso”: bassa probabilità che il feto presenti le alterazioni analizzate “rischio alto”: alta probabilità che il feto presenti quella specifica alterazione genetica. Il risultato del test di screening deve essere confermato da un test diagnostico In rari casi l’analisi non fornisce un risultato (no result); in questi casi potrebbe essere indicato ripetere il prelievo. In alcune situazioni specifiche, valutate dal medico genetista nell’ambito della consulenza genetica pre-test, non è consigliata l’esecuzione del test del DNA fetale a causa dell’aumentata probabilità di ottenere no results o risultati falsi positivi  In tutti i casi è importante considerare le caratteristiche tecniche del test (sensibilità, specificità, valore predittivo positivo e negativo) per poter interpretare da un punto di visto clinico gli esiti del test stesso e definire di conseguenza il successivo percorso diagnostico o di screening.   QUANDO SI PUO’ ESEGUIRE IL TEST DEL DNA FETALE Il test è eseguibile nelle gravidanze singole o gemellari con due feti, ottenute sia da concepimento spontaneo che da fecondazione in vitro omologa o eterologa (ovodonazione). A seconda del tipo di gravidanza, il medico genetista seleziona il test del DNA fetale più appropriato   A QUALE EPOCA GESTAZIONALE SI PUO’ ESEGUIRE IL TEST DEL DNA FETALE? Il test è tecnicamente eseguibile a partire dalla 9°-10° settimana di gravidanza attraverso un semplice prelievo di sangue materno. Perché il test abbia una maggiore valenza clinica, anche in accordo alle linee guida ministeriali, si consiglia di eseguire il test dopo l’ecografia per la valutazione della translucenza nucale (eseguibile a circa 12 settimane gestazionali) o, ancor meglio, dopo il test combinato (bitest).   IL TEST DEL DNA FETALE IN UNISALUS Presso il Centro Medico Unisalus è possibile eseguire: – test base (Panorama test o Neobona test): trisomia 21, 18 e 13 e anomalie numeriche dei cromosomi sessuali; sesso fetale – test intermedio (Panorama test): trisomia 21, 18 e 13, anomalie numeriche dei cromosomi sessuali, sindrome da microdelezione 22q11.2; sesso fetale – test esteso (Panorama test): trisomia 21, 18 e 13, anomalie numeriche dei cromosomi sessuali, sindromi da microdelezione (22q11.2, 1p36, 5p-, 15q11.2 materna o paterna); sesso fetale – test full (Neobona test): tutti i cromosomi con o senza delezioni >7Mb; sesso fetale   L’esecuzione del test è preceduta da una consulenza genetica, eseguita da medici genetisti, allo scopo di valutare la storia ostetrica della gravidanza e l’anamnesi personale e familiare della donna/coppia per definire la tipologia di test più idoneo per la specifica condizione. Gli esiti del test vengono interpretati e commentati nell’ambito di una consulenza post-test. Qualora necessari, verranno organizzati gli opportuni approfondimenti diagnostici, invasivi o non invasivi, presso Centri di riferimento convenzionati. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una TEST DNA FETALE con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota DNA FETALE

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