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Come si fa a sapere se si è intolleranti al glutine?​

Come si fa a sapere se si è intolleranti al glutine?

Come si fa a sapere se si è intolleranti al glutine? Salute Indice Introduzione Sempre più persone lamentano sintomi gastrointestinali e altri disturbi che attribuiscono all’intolleranza al glutine. Ma come si fa a distinguere una vera intolleranza da una semplice sensibilità o da altre condizioni? In questa guida completa, esploreremo le differenze tra intolleranza al glutine e celiachia, i sintomi più comuni, le cause e le modalità diagnostiche. Che cos’è il glutine e perché può causare problemi? Il glutine è una proteina presente in molti cereali, come frumento, orzo e segale. Per la maggior parte delle persone, il glutine è ben tollerato. Tuttavia, in alcune persone, il sistema immunitario reagisce in modo anomalo al glutine, danneggiando la mucosa intestinale. Celiachia e intolleranza al glutine: qual è la differenza? La celiachia è una malattia autoimmune in cui il sistema immunitario attacca l’intestino tenue in risposta al glutine. L’intolleranza al glutine è un termine più generico che include sia la celiachia sia altre forme di sensibilità al glutine, come la sensibilità al glutine non celiaca. Celiachia: È una malattia autoimmune con una componente genetica. L’ingestione di glutine provoca danni permanenti ai villi intestinali, compromettendo l’assorbimento dei nutrienti. Intolleranza al glutine non celiaca: È una condizione meno conosciuta e meno studiata rispetto alla celiachia. I sintomi sono simili, ma non sono presenti danni all’intestino tenue e non esiste un test specifico per diagnosticarla. Sintomi dell’intolleranza al glutine I sintomi dell’intolleranza al glutine possono variare da persona a persona e possono interessare diversi apparati. Alcuni dei sintomi più comuni includono: Sintomi gastrointestinali: gonfiore addominale, diarrea, stitichezza, dolore addominale, nausea, vomito Sintomi extraintestinali: stanchezza cronica, mal di testa, emicranie, dolori articolari, anemia, depressione, ansia Come si diagnostica l’intolleranza al glutine? La diagnosi dell’intolleranza al glutine può essere complessa, in quanto i sintomi possono essere simili a quelli di altre patologie. I test diagnostici più comunemente utilizzati includono: Esami del sangue: per ricercare la presenza di anticorpi contro il glutine Biopsia intestinale: per valutare eventuali danni alla mucosa intestinale Dieta senza glutine e challenge: consiste nell’eliminare il glutine dalla dieta per un periodo di tempo e poi reintrodurlo per osservare la comparsa dei sintomi Differenza tra intolleranza al glutine e altre intolleranze alimentari È importante distinguere l’intolleranza al glutine da altre intolleranze alimentari, come l’intolleranza al lattosio o le allergie alimentari. Le allergie alimentari sono reazioni del sistema immunitario immediate e possono causare sintomi più gravi, come shock anafilattico. L’intolleranza al lattosio è causata da una carenza dell’enzima lattasi, necessario per digerire il lattosio presente nel latte. Trattamento dell’intolleranza al glutine L’unico trattamento efficace per l’intolleranza al glutine è una dieta rigorosamente senza glutine per tutta la vita. Ciò significa eliminare completamente dalla dieta tutti i prodotti contenenti frumento, orzo e segale. Un recente studio pubblicato su PubMed ha evidenziato che una dieta senza glutine può migliorare significativamente la qualità della vita delle persone con celiachia, riducendo i sintomi e prevenendo le complicanze a lungo termine. Conclusioni L’intolleranza al glutine è una condizione che può influenzare significativamente la qualità della vita. Se sospetti di avere un’intolleranza al glutine, è fondamentale consultare il tuo medico per una diagnosi accurata e un piano terapeutico personalizzato. In conclusione, l’Esame di Celiachia è uno strumento essenziale per promuovere la salute e il benessere degli anziani. Attraverso una valutazione completa e personalizzata, questa pratica contribuisce a identificare, prevenire e gestire le condizioni mediche, migliorando la qualità della vita degli anziani e supportando un invecchiamento sano e attivo. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare l’Esame della Celiachia con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Esame Celiachia News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Quali sono le verdure che non vanno bene per il diabete?​

Quali sono le verdure che non vanno bene per il diabete

Quali sono le verdure che non vanno bene per il diabete? Salute Indice L’importanza di un’alimentazione corretta per i diabetici Il diabete, sia di tipo 1 che di tipo 2, richiede un’attenta gestione della glicemia. L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale in questo processo, influenzando direttamente i livelli di zucchero nel sangue. Alimenti per diabetici e cibo per diabetici sono termini spesso cercati da chi vive con questa condizione. Ma quali sono le regole da seguire? E, in particolare, quali verdure è meglio evitare? Diabete alto: sintomi e alimentazione Quando la glicemia è alta, si parla di diabete alto. I sintomi possono variare da persona a persona, ma in genere includono: Aumento della sete Minzione frequente Stanchezza Visione offuscata Perdita di peso involontaria Per gestire questi sintomi e prevenire complicazioni, è essenziale seguire una dieta per diabetici tipo 2 o di tipo 1, a seconda del caso, e prestare attenzione alla scelta degli alimenti. Alimenti per diabetici da evitare: il caso delle verdure Contrariamente a quanto si possa pensare, non tutte le verdure sono ugualmente adatte ai diabetici. Alcune, infatti, possono far schizzare la glicemia. Quali verdure evitare? Verdure amidacee: Patate, patate dolci, zucca, castagne. Queste verdure, seppur ricche di nutrienti, contengono un alto indice glicemico, ovvero fanno aumentare rapidamente i livelli di zucchero nel sangue. Frutta secca oleosa: Anche se ricche di grassi buoni, la frutta secca oleosa come noci, mandorle e nocciole contiene una buona quantità di carboidrati, che possono influenzare la glicemia. Verdure in scatola o al forno: Spesso contengono elevate quantità di zuccheri aggiunti e grassi, che vanno evitati in una dieta per diabetici. Perché alcune verdure fanno alzare la glicemia? L’indice glicemico (IG) è un valore che indica la velocità con cui un alimento aumenta la glicemia. Alimenti con un IG alto fanno aumentare rapidamente lo zucchero nel sangue, mentre quelli a basso IG hanno un effetto più graduale. Verdure a alto indice glicemico: Carote: Ricche di zuccheri naturali, le carote possono far aumentare la glicemia, soprattutto se consumate in grandi quantità. Barbabietole: Contengono zuccheri naturali e hanno un indice glicemico moderato-alto. Mais: Ricco di amido, il mais ha un indice glicemico elevato. Alimentazione diabetici: cosa mangiare Nonostante le limitazioni, esistono numerose verdure adatte ai diabetici, in quanto hanno un basso indice glicemico e sono ricche di fibre, vitamine e minerali. Verdure consigliate: Verdure a foglia verde: Spinaci, lattuga, cavolo, broccoli. Verdure crocifere: Cavolfiore, broccoli, cavolini di Bruxelles. Peperoni: Ricchi di vitamina C e antiossidanti. Zucchine: Povere di carboidrati e ricche di acqua. Melanzane: Versatili in cucina e con un basso indice glicemico. Dieta per diabetici tipo 2: consigli pratici Oltre alla scelta degli alimenti, è importante seguire alcune regole generali per gestire al meglio il diabete: Porzioni controllate: Anche le verdure sane devono essere consumate in quantità moderate. Cottura al vapore o al forno: Questi metodi di cottura preservano le proprietà nutritive delle verdure. Accompagnamento dei pasti: Le verdure possono essere consumate come contorno o come ingrediente principale di numerose ricette. Idratazione: Bere molta acqua è fondamentale per mantenere sotto controllo la glicemia. Attività fisica: L’esercizio fisico regolare aiuta a migliorare la sensibilità all’insulina e a controllare i livelli di zucchero nel sangue. Conclusioni L’alimentazione gioca un ruolo cruciale nella gestione del diabete. Scegliere le verdure giuste, con un basso indice glicemico e ricche di fibre, è fondamentale per mantenere sotto controllo la glicemia e prevenire complicazioni. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Nutrizionistica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Nutrizionistica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Dieta per Calcoli Renali

Dieta per Calcoli Renali

Dieta per Calcoli Renali: alimentazione corretta da seguire Dietologia Indice Leggi la nostra Dieta per Calcoli Renali  e scopri una corretta alimentazione per migliorare la tua salute renale. Esplora il nostro articolo per ottenere preziosi consigli su cosa mangiare in caso di calcoli renali. Leggi subito per un approfondimento completo sulle scelte alimentari ideali per chi soffre di calcoli renali. Che cosa sono i Calcoli Renali? I Calcoli Renali, noti anche come “sassolini”, sono aggregazioni di sali minerali che si formano lungo le vie urinarie a causa della precipitazione e dell’aggregazione di sostanze presenti nelle urine. Approfondisci le informazioni per comprendere meglio questa condizione e trovare soluzioni efficaci. Clicca Qui Dieta per Calcoli Renali da seguire Se soffri di Calcoli Renali, seguire questi semplici passi ti aiuterà a migliorare la tua salute. Idratazione Adeguata per Calcoli Renali L’acqua è essenziale per diluire le urine e ridurre la formazione di calcoli. Assicurati di bere almeno 2 litri al giorno, adattando la quantità in base alla stagione e all’attività fisica. Durante l’estate e l’esercizio fisico intenso, è cruciale compensare le perdite aumentando l’assunzione di acqua. Riduzione di Ossalati Limita gli alimenti con alta concentrazione di ossalati, come spinaci, patate, mandorle e noci. Controllo del Sodio Limita l’assunzione di sale per evitare l’eliminazione eccessiva di calcio nelle urine, un fattore chiave nella formazione dei calcoli. Si consiglia di non superare i 2 g di sodio al giorno, pari a circa 6 g di sale da cucina, riducendo così l’incidenza di calcoli legati all’elevato consumo di sale nella dieta occidentale. Controllo della Carne e Prodotti Animali La carne può contribuire all’acidificazione di sangue e urine, quindi limita i prodotti di origine animale. Una dieta vegetariana può ridurre la formazione di calcoli, ma assicurati di pianificarla correttamente per evitare carenze di vitamine del gruppo B e ferro. Evita Alimenti Ricchi di Purine Nei casi di calcoli da acido urico, evita alimenti ricchi di purine come cacciagione, frattaglie, frutti di mare e crostacei. Controllo degli zuccheri semplici Evita gli zuccheri presenti nei dolci e nelle bevande zuccherate, poiché possono favorire la formazione dei calcoli. Aumento del Consumo di Frutta e Verdura Consuma regolarmente frutta e verdura, con particolare attenzione agli agrumi che, grazie ai citrati, possono alcalinizzare le urine e ridurre il rischio di formazione di calcoli.  Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dietologica con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua Visita Dietologica dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dietologica News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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test del respiro helicobacter pylori

test del respiro helicobacter pylori

Test del Respiro Helicobacter Pylori (Urea Breath Test)​ Gastroenterologia Indice In questo articolo parliamo del Test impiegato per la diagnosi dell’Helicobacter Pylori. Per scoprire di più su questo esame, sapere come funziona e quali risultati fornisce leggi ora il nostro articolo. Cos’è l’Helicobacter Pylori? Prima di parlare del test, facciamo una piccola panoramica su cos’è questo batterio e dove si trova. L’Helicobacter Pylori è un batterio noto per essere coinvolto nello sviluppo di disturbi gastrointestinali, tra cui ulcere peptiche e gastriti. E’ un batterio che si contrae tramite acqua o cibi contaminati, diffuso specialmente in quelle zone dove l’acqua non è pulita. Se vuoi scoprire di più su questo batterio, leggi qui il nostro articolo. Test del respiro all’urea per l’Helicobacter Per diagnosticare la presenza di questo batterio nell’apparato digerente, i medici utilizzano comunemente due tipi di test: il test del respiro all’urea e il test dell’urea per l’Helicobacter. Il test del respiro all’urea è un metodo non invasivo utilizzato per diagnosticare l’infezione da Helicobacter Pylori. Questo test si basa sul principio che il batterio produce un enzima chiamato ureasi, che converte l’urea in anidride carbonica. Nel corso del test, il paziente beve una piccola quantità di urea marcata con un isotopo del carbonio (solitamente si utilizzano 13C o 14C). Se l’Helicobacter pylori è presente nello stomaco, l’ureasi batterica la trasformerà in anidride carbonica, che verrà poi espirata dai polmoni. Questa anidride carbonica può essere rilevata e misurata per confermare l’infezione. Test dell’urea per l’Helicobacter Il test dell’urea per l’Helicobacter è un altro metodo per identificare la presenza del batterio. Durante questo test, il paziente beve una soluzione contenente urea marcati con un isotopo specifico, spesso il carbonio-13 o il carbonio-14. Se l’Helicobacter pylori è presente nello stomaco, l’ureasi batterica dividerà l’urea marcati, rilasciando l’isotopo. Successivamente, un campione di respiro del paziente viene raccolto e analizzato per rilevare la presenza dell’isotopo marcato, confermando così l’infezione. I test del respiro all’urea e dell’urea per l’Helicobacter sono due approcci affidabili per diagnosticare l’infezione da Helicobacter pylori in modo non invasivo. Questi test offrono un’alternativa all’endoscopia e alle biopsie gastriche, rendendo la diagnosi più semplice e meno scomoda per i pazienti. Se sospetti di avere un’infezione da Helicobacter pylori, parlane con un medico per discutere la possibilità di sottoporsi a uno di questi test. Ricorda sempre che consultare un professionista medico per una diagnosi accurata e un piano di trattamento appropriato (in caso di risultati positivi per l’Helicobacter pylori) rappresenta la tempestiva identificazione per il trattamento dell’infezione al fine di prevenire complicazioni gastrointestinali future. Norme di preparazione L’esecuzione di questo esame prevede, da parte del paziente, una preparazione da attuarsi nei giorni precedenti l’esame. In particolare è necessario: Evitare di sottoporsi a terapia antibiotica nelle due settimane precedenti all’esame. Il giorno dell’esame presentarsi a digiuno. La mattina dell’esame non lavarsi i denti.  La mattina dell’esame e durante l’esame è vietato fumare. Se vuoi avere sempre con te la preparazione scarica qui il file PDF relativo alla preparazione. L’esame ha una durata complessiva di circa 30 minuti. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare l’Esame di Helicobacter Pylori con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota il tuo Esame dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Esame News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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Bioimpedenziometria

Impedenziometria

Impedenziometria: la Misurazione della Composizione Corporea​ PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Dietologia In questo Articolo Parliamo di: Devi sottoporti ad una visita con impedenzometria e vuoi sapere di più su questo esame? L‘impedenzometria è una tecnica diagnostica sempre più utilizzata in campo dietologico per valutare la composizione corporea dei pazienti. Leggi ora il nostro articolo e scopri l’importanza di questo esame e quando viene effettuata. Potrai poi prenotare la tua visita comodamente online.  Comprendere l’Impedenziometria Questa metodologia si basa sulla misurazione dell’impedenza elettrica del corpo per determinare la quantità di: massa grassa massa magra idratazione corporea. Ma qual è il ruolo di questa tecnica e come può essere applicata nel contesto della dietologia? L’impedenzometria è una tecnica non invasiva che utilizza una corrente elettrica a bassa frequenza per stimare la composizione corporea. Impedenziometria Risultati I principali componenti che vengono analizzati dall’ esame impedenziometrico includono: Massa Grassa: La percentuale di grasso corporeo è un fattore cruciale nella gestione del peso e nella salute in generale. L’impedenzometria permette di misurare in modo preciso la quantità di grasso presente nel corpo. Massa Magra: La massa magra comprende i muscoli, gli organi e le ossa. La sua valutazione è fondamentale per comprendere la salute metabolica e per monitorare i progressi durante un programma dietetico.  Idratazione Corporea: La quantità di acqua nel corpo è un indicatore importante della salute e dell’equilibrio idrico. L’impedenziometria può rilevare variazioni nell’idratazione corporea. Applicazioni in Dietologia L’impedenziometria offre diversi vantaggi nell’ambito dietologico:  Personalizzazione delle Diete: La conoscenza precisa della composizione corporea di un paziente consente ai dietologi di creare piani alimentari su misura, adattati alle esigenze specifiche, come la perdita di peso, il guadagno di massa muscolare o il controllo della massa grassa.  Monitoraggio dei Progressi: La periodica misurazione dell’impedenza corporea consente ai pazienti e ai dietologi di monitorare i cambiamenti nel tempo. Questo è particolarmente utile per valutare l’efficacia di un programma dietetico e apportare eventuali modifiche.  Valutazione dell’Idratazione: L’impedenzometria può identificare i cambiamenti nell’idratazione corporea, che possono essere utili nella gestione di condizioni come l’edema o nell’ottimizzazione dell’idratazione per migliorare le prestazioni fisiche. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dietologica con Impedenzometria con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita NEWS PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI Salute ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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visita nutrizionistica

Visita Nutrizionistica

Visita Nutrizionistica​ Salute Indice La visita nutrizionistica è uno dei momenti più importanti di qualsiasi percorso di nutrizione e di educazione alimentare.  Ci teniamo a ricordarti infatti che non si parla solo di perdere peso, ma di acquisire una serie di strumenti utili per adottare uno stile di vita sano per migliorare il tuo benessere generale e la tua salute attraverso l’alimentazione.  Ma come si svolge una visita nutrizionistica? Come ci si prepara? Quanto dura e come funzione? Ecco tutto ciò che c’è da sapere.  A cosa serve la visita con il nutrizionista? La visita nutrizionista serve al nutrizionista per ottenere una serie di informazioni sul tuo stato di salute e benessere generale. L’obiettivo è creare un piano alimentare personalizzato in base ai tuoi obiettivi e ai bisogni nutrizionali del tuo corpo, tenendo in considerazione parametri specifici (di cui ti parleremo nei prossimi paragrafi).  In linea generale, ci si rivolge a un nutrizionista per: perdere peso: in questo caso, rivolgersi a un nutrizionista è essenziale. Non si tratta infatti di seguire regimi alimentari restrittivi, ma di imparare ad ascoltarsi, a conoscere i bisogni del proprio corpo scegliendo un piano alimentare adatto alla propria situazione; imparare a conoscere gli alimenti: sapere che cosa ti fa bene e che cosa no, comprendere i valori nutrizionali del cibo e in che modo migliora o l’impatto sul tuo corpo è la chiave per raggiungere qualsiasi obiettivo; prevenire l’invecchiamento precoce: adottare un’alimentazione corretta può contribuire a rallentare i processi di invecchiamento cellulare grazie all’apporto di nutrienti antiossidanti e protettivi.  Inoltre, una visita nutrizionistica potrebbe anche essere utile per affrontare e gestire nel modo corretto diverse problematiche connesse all’alimentazione come: disturbi metabolici: come colesterolo alto, diabete e ipertensione; problemi digestivi: come reflusso gastrico e gonfiore addominale;  celiachia e intolleranze alimentari; stati infiammatori ricorrenti o infezioni: come cistiti e candidosi, che possono migliorare attraverso diete mirate a ridurre l’infiammazione e a rafforzare il sistema immunitario; ritenzione idrica e cellulite: spesso legate a cattive abitudini alimentari e a uno scarso apporto di liquidi, possono essere ridotte attraverso strategie nutrizionali adeguate. Visita dal nutrizionista, come si svolge? Quando si parla di nutrizione, è importante specificare che le visite nutrizionistiche si svolgono a cadenza regolare, proprio per la necessità di monitorare i progressi del paziente nel tempo.  Per questo motivo, ci sono delle differenze sostanziali tra la prima, la seconda e le successive sessioni di visita.  In linea generale, l’obiettivo della prima visita nutrizionistica è di creare un’accurata anamnesi del paziente che tenga conto non solo della sua storia, ma anche dell’eventuale presenza di disturbi e patologie.  Lo specialista, nel corso della visita, raccoglierà inoltre informazioni circa a precedenti diete attuate dal paziente e sulle modalità e risultati delle stesse.  Una volta fatto questo, si passa alla misurazione di una serie di fattori come altezza, peso, BMI e BM (di cui parleremo nello specifico nel prossimo paragrafo).  Durante la seconda visita nutrizionistica, invece, lo specialista ti consegnerà ufficialmente il piano alimentare, dandoti dei consigli mirati su come seguirlo al meglio. Il nutrizionista inoltre, ti fornirà informazioni utili sulle modalità di preparazione e cottura dei cibi, oltre a suggerirti ricette facili e leggere, correlandole anche alle tue abitudini quotidiane.  Le ulteriori visite, che solitamente sono fissate ogni 3-4 settimane, avranno lo scopo di monitorare l’andamento del piano alimentare e valutare eventuali cambiamenti. I Il colloquio è essenziale per permettere al nutrizionista di intervenire in modo efficace nel superare le tue difficoltà e aiutarti a raggiungere degli obiettivi prefissati. Quali dati si misurano durante la visita nutrizionistica? Durante la prima visita, il nutrizionista procede con la misurazione di una serie di dati e parametri per valutare il tuo stato di salute complessivo.  Nel dettaglio, parliamo di: altezza che, insieme al peso, permette di valutare la tua proporzione corporea;  peso;  circonferenza della vita, per determinare la distribuzione del grasso corporeo (in particolare, del grasso addominale); BMI (Indice di massa corporea), che si calcola dividendo il peso per l’altezza al quadrato: si tratta di un indice che serve a classificare il peso corporeo nelle diverse categorie normopeso/sovrappeso/obesità; BM (Metabolismo basale a riposo), che rappresenta l’energia minima necessaria che il corpo consuma a riposo per mantenere le normali funzioni vitali come la respirazione e la circolazione sanguigna; grasso viscerale, vale a dire il grasso che si accumula attorno agli organi interni della cavità addominale; grasso sottocutaneo, cioè quello che si accumula sotto la pelle; valutazione del fabbisogno energetico, ossia la quantità di energia (calorie) che serve al tuo corpo per soddisfare le esigenze quotidiane.  Questi dati, combinati e analizzati dal nutrizionista, permettono di ottenere una visione globale del tuo stato nutrizionale e, di conseguenza, di creare un piano alimentare personalizzato in modo efficace e sicuro. Come ci si prepara ad una visita nutrizionistica? Per questo tipo di visita, generalmente non è richiesta alcuna preparazione specifica.  Tuttavia, sono spesso richieste dal nutrizionista due pratiche importanti.  Infatti, alla prima visita si consiglia di portare l’eventuale documentazione clinica riguardante la patologia riscontrata e i risultati degli esami svolti recentemente. In secondo luogo, si consiglia fortemente di redigere un diario alimentare la settimana prima della visita, in modo da permettere al nutrizionista di valutare correttamente la situazione del paziente. Per quanto riguarda il diario alimentare, bisogna segnare giornalmente tutti i cibi e le bevande che vengono consumate, annotando le quantità e possibilmente anche l’orario di consumazione. Quanto dura una visita nutrizionistica? Di norma, una visita nutrizionistica dura da un’ora a un’ora e mezza, in base alla situazione di salute di partenza e alle esigenze individuali.  Chi può sottoporsi a una visita nutrizionistica? Chiunque può prenotare una visita nutrizionistica.  Non ci sono limiti di età o di patologie.  Se desideri migliorare le tue abitudini alimentari in modo sicuro, sano ed efficace, contattaci: siamo a tua disposizione! Prenota tramite il pulsante qui sotto oppure chiama il n.0248013784.  Se preferisci, puoi contattarci anche compilando il modulo qui sotto: ti risponderemo il prima possibile. Inizia il tuo percorso verso il benessere Raggiungi i tuoi obiettivi alimentari in modo sicuro ed efficace. Prenota

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