Terapia a pressione negativa

Terapia a pressione negativa

Terapia a pressione negativa: quali sono i vantaggi del PICO7?

La terapia a pressione negativa può migliorare il percorso di guarigione delle ferite di notevole entità e ridurre, contestualmente, i costi economici ad esse collegati. 

Vantaggi clinici ed economici di PICO7

La cura delle ferite implica un notevole onere economico a carico dei sistemi sanitari e può avere un impatto significativo sulla qualità di vita dei pazienti. 

È fondamentale identificare quando siamo di fronte a una ferita difficile da guarire. Infatti, l’incapacità di riconoscere quando una ferita non sta progredendo verso la guarigione:

  • aumenta il costo del trattamento e il rischio di complicanze
  • è più impegnativo per i medici
  • ha un impatto significativo sulla qualità di vita del paziente

Una recente valutazione dell’impatto di PICO7 ha dimostrato come un intervento precoce e l’uso di terapie avanzate giochino un ruolo fondamentale nel percorso di cura di lesioni difficili da guarire. 

L’implementazione della terapia a pressione negativa ha portato a miglioramenti statisticamente significativi nel percorso di guarigione delle ferite in stallo, sia durante che dopo l’utilizzo. PICO7 ha comportato una riduzione dei costi del 33,1% e la liberazione di 119 giorni di assistenza infermieristica (la gestione delle ferite è prevalentemente attività di competenza dell’infermiere).

I tre principali fattori di costo che incidono sull’economia sanitaria complessiva sono:

  • tempo di guarigione
  • frequenza del cambio del bendaggio
  • incidenza di complicazioni

Inoltre, spesso i pazienti vengono dimessi precocemente per allentare i costi associati al trattamento di guarigione delle ferite. Ma queste dimissioni precoci possono comportare un aumento del rischio di un nuovo ricovero che, oltre a non costituire un’esperienza positiva per il paziente e a non portare risultati positivi, spinge verso l’alto il sistema totale dei costi. 

Cos’è PICO7?

PICO7 è un sistema monouso per la terapia a pressione negativa. 

È formato da una piccola pompa portatile che può durare fino a 7 giorni e che genera una pressione negativa di -80mmHg. 

La pompa di PICO è collegata a una speciale medicazione che: 

  • mantiene la pressione negativa sul letto della ferita
  • rimuove l’essudato da letto di ferita attraverso l’assorbimento e l’evaporazione

PICO aiuta a ridurre le complicanze dell’incisione chirurgica anche in pazienti ad alto rischio, applicando efficacemente la terapia a pressione negativa. 

Che impatto ha la terapia a pressione negativa sui pazienti?

Le ferite di difficile guarigione rappresentano un complesso problema clinico la cui risoluzione può richiedere settimane o mesi e sono gravose sia per il paziente che per l’economia sanitaria. 

Ritardi nella valutazione, mancato trattamento della causa sottostante o mancata tempestiva richiesta di aiuto rendono ancora più complicato il processo di guarigione di queste problematiche ferite.   

Bilanciamento dei costi e cura efficace richiedono una buona comunicazione tra tutte le parti interessate. Inoltre, l’uso delle tecnologie disponibili facili da usare, quali la terapia a pressione negativa:

  • promuove una guarigione più veloce
  • migliora la soddisfazione del paziente 
  • libera tempo clinico

Le ferite di difficile guarigione sono paragonabili ad altre importanti malattie croniche per l’impatto negativo che hanno sulla qualità di vita del paziente. È necessario che sia adottato un approccio di gestione della ferita completo, in modo che sia centrato sul paziente e che sia finalizzato al raggiungimento di risultati positivi sia in termini clinici sia di qualità di vita. 

Ci sono dei rischi?

Ci sono dei fattori che possono far insorgere una complicanza nell’applicazione della terapia a pressione negativa:

  • presenza di fattori multipli
  • durata intervento
  • BMI (indice di massa corporea) > 30
  • chirurgia di revisione

I fattori principali di rischio del paziente chirurgico sono:

Quando una ferita è difficile da guarire?

Una ferita di difficile guarigione è qualificata come una ferita che non si è risanata con la terapia standard. Questa definizione riguarda sia le ferite croniche che acute ed è indipendente dalla loro eziologia.

A un certo punto del processo di guarigione, le ferite di importante entità tendono allo stallo.

Per risolvere questo problema, si richiede ai medici di adottare un approccio proattivo a riconoscere quelle ferite che non si rimarginano in 4 settimane nonostante gli interventi standard. Infatti, un trattamento inappropriato o ritardato ha un effetto dannoso nel percorso di guarigione, oltre a incidere sulla qualità della vita del paziente. 

Per affrontare il percorso di guarigione di una ferita difficile da guarire sono essenziali:

  • cure adeguate
  • accurata documentazione del paziente
  • valutazione delle ferite
  • diagnosi della malattia di base
  • effettiva preparazione del letto della ferita
  • scelta della medicazione
  • intervento precoce
  • il ruolo delle terapie avanzate

Terapie avanzate, come la terapia a pressione negativa delle ferite (NPWT), sono state tradizionalmente viste come opzioni di trattamento costose, come se venisse preso in considerazione solamente il costo unitario e non l’efficacia a lungo termine del trattamento. 

Tuttavia, l’evidenza suggerisce che utilizzate in modo appropriato e integrate nei percorsi di cura esistenti, queste tecnologie:  

  • migliorano i tassi di guarigione
  • riducono i tempi clinici
  • prevengono ricovero e re-ricovero
  • migliorano l’esperienza del paziente

      L’uso di tale tecnologia può ridurre:

      • i fattori di costo del tempo di guarigione (i costi complessivi di trattamento si sono ridotti grazie a tempi di trattamento più brevi)
      • frequenza del cambio della medicazione
      • eventuali ulteriori complicanze

        PICO7 alla portata di tutti

        I dispositivi più recenti, come PICO7, rendono la terapia a pressione negativa più accessibile alla comunità. 

        PICO7 è piccolo, discreto, usa e getta e facile da usare. Riduce anche i livelli di essudato e il volume delle ferite, aumentando la formazione del tessuto di granulazione e la perfusione sanguigna.

        La terapia a pressione negativa ha dimostrato di portare un miglioramento al paziente e alla ferita e di ridurre il costo della cura:

        • promuovendo la guarigione 
        • riducendo il numero di cambi di medicazione
        • liberando risorse
        • contribuendo a migliorare il benessere dei pazienti 

        Quando ricorrere alla terapia a pressione negativa?

        Ad oggi, non ci sono evidenze che dimostrino in modo chiaro quando introdurre terapie avanzate e per quanto tempo dovrebbero essere usate. 

        In linea generale, si pensa che se dopo le prime 4 settimane di cure standard e dopo aver affrontato la causa sottostante una ferita non sta guarendo, il paziente dovrebbe essere rivalutato. Nell’ambito della rivalutazione, dovrebbero essere considerati regimi di trattamento alternativi, tra cui terapie avanzate come la terapia a pressione negativa, e implementati con protocolli locali e percorsi di cura.

        L’approccio del medico nella terapia a pressione negativa

        Il medico è incoraggiato a cambiare l’approccio nei confronti delle ferite difficili da guarire. Difatti, si incentivano i medici a focalizzarsi sul progresso nella guarigione di una ferita in stallo piuttosto che semplicemente pensare a come gestire le ferite di più lunga durata. 

        Il percorso del PICO individua in quale fase i medici dovranno prendere una decisione sull’opportunità o meno di continuare la cura standard o, invece, cominciare la terapia a pressione negativa. Lo scopo del percorso è quello di garantire un uso appropriato di terapie avanzate, come PICO, sul paziente giusto al momento giusto per la giusta durata. In questo modo, si riuscirà a:

        • ottimizzare i risultati per il paziente
        • garantire l’efficiente utilizzo delle risorse per gli operatori sanitari

        Il percorso facilita il processo decisionale clinico e incoraggia il controllo regolare del paziente con un focus sul miglioramento dei risultati.

        Il percorso terapeutico con PICO

        Innanzitutto, prima di implementare il percorso PICO su una ferita difficile da guarire, come già accennato in precedenza, deve essere svolta una completa rivalutazione completa del paziente, della ferita, della diagnosi, della malattia di base e della comorbilità.

        Infatti, in questo modo si consente ai medici di concentrarsi su tutti gli elementi critici di una ferita che non guarisce per identificare la causa e attuare un programma di assistenza che porti la ferita alla guarigione. 

        Per poter iniziare la terapia a pressione negativa, sono essenziali:

        • preparazione del letto della ferita
        • risoluzione dell’infezione

        Vediamo ora nel dettaglio le varie fasi del processo di guarigione delle ferite di difficile guarigione attraverso la terapia a pressione negativa. 

        Criteri di accesso

        Non tutti i tipi di ferite possono essere guariti attraverso l’utilizzo del PICO, ma sono previsti dei criteri di accesso:

        • la ferita è di durata maggiore a 6 settimane (l’area della ferita si è ridotta di più del 10% a settimana rispetto alle 4 settimane precedenti) 
        • una ferita che non ha ricevuto NPWT nelle ultime 6 settimane
        • se la ferita non è clinicamente infetta. Infatti, le ferite con evidenti segni di infezione clinica (es. aumento del dolore, livelli di essudato, cellulite ecc) dovrebbero essere escluse dalla valutazione
        • in caso di ulcere venose degli arti inferiori, l’ABPI (ossia l’indice di pressione caviglia-brachiale) deve essere confermato tra >0,8 e >1,3
        • non si manifesta nessuna delle controindicazioni per la pressione negativa 

        Valutazione settimanale della ferita

        Per determinare se la terapia a pressione negativa sta funzionando, si svolgono settimanalmente le seguenti valutazioni:

        • misurazione di lunghezza e larghezza dell’area e % di calcolo della guarigione 
        • modifica dei livelli di essudato
        • calcolo della % di variazione del tessuto di granulazione
        • cambiamento nei livelli di dolore
        • settimana zero

        Una volta svolte tutte le analisi, se la ferita risponde ai criteri di accesso richiesti, si applica il PICO.

        Settimana 1 della terapia a pressione negativa

        Dopo una settimana di cura, si valuta lo stato della ferita e si sostituisce il PICO.

        Settimane 2, 3 e 4 

        Il punto decisionale per determinare se continuare o no col PICO può verificarsi alle settimane 2, 3 e 4. Si possono manifestare quattro ipotesi: 

        • se la ferita non risponde (ad es. l’area della ferita è ridotta di <5% alla sett.2; <7,5% alla settimana 3 e <10% a sett.4), PICO dovrebbe essere interrotto e il paziente indirizzato ad una clinica specialistica 
        • seconda ipotesi se l’area della ferita si è ridotta del >40% e il paziente è un buon risponditore, PICO dovrebbe essere comunque fermato. Si consiglia ai medici di utilizzare il loro giudizio nel reintrodurre la terapia se la guarigione della ferita si blocca di nuovo. Si consiglia di implementare la terapia standard
        • l’area della ferita è ridotta tra il 10% e il 40%. Valutare settimana per settimana se il trattamento PICO dovrebbe essere continuato. Si consiglia di implementare la terapia standard quando il PICO non è in uso
        • interrompere PICO se si palesano una o più controindicazioni

        Settimane 4 – 12

        Proseguono le valutazioni settimanali della ferita. 

        Settimana 12 della terapia a pressione negativa

        Si svolge la valutazione finale e si conclude il percorso, oppure il medico può decidere di continuarlo fino alla settimana 26 in caso la ferita non sia guarita entro la 12esima settimana.

        Risultati di guarigione attraverso la terapia a pressione negativa

        I dati dimostrano che PICO ha migliorato significativamente il percorso di risanamento delle ferite di difficile guarigione.

        Inoltre, mentre PICO migliora notevolmente il percorso di guarigione delle ferite di lunga durata (1+anni) di difficile guarigione, un precoce intervento ottimizza in modo considerevole il tempo di guarigione delle ferite di durata inferiore a 6 mesi. 

        Oltre a ciò, da non sottovalutare è l’appagamento che la terapia a pressione negativa porta ai pazienti con una ferita guarita o che sta progredendo verso la guarigione. Difatti, il miglioramento del benessere fisico, mentale, emotivo e psicosociale può essere significativo. Infatti, permette loro di riprendere le normali attività quotidiane alle quali prima si possono essere sottratti a causa del disagio, della poca mobilità o dell’imbarazzo.

        Infine, il miglioramento della qualità della vita può offrire anche un vantaggio economico, non solo per l’individuo e la sua famiglia, ma anche per la comunità e l’economia in generale. 

        Terapia a pressione negativa: conclusioni

        In conclusione, PICO è indicato per pazienti che trarrebbero beneficio da un dispositivo di aspirazione (terapia a pressione negativa). Questo tipo di strumento, infatti, potrebbe facilitare la guarigione della ferita tramite l’eliminazione di quantità di essudato da scarso a medio e di materiali infetti. 

        Può essere utilizzato per curare: 

        • ferite acute
        • ferite croniche
        • lembi e innesti di cute
        • punti di incisione
        • ustioni a spessore parziale
        • ferite subacute e deiscenti
        • ferite traumatiche 
        • ulcere (come ulcere diabetiche o da pressione)

        In breve, utilizzare il PICO migliora gli esiti del paziente abbassando il costo del trattamento e riducendo l’onere dei costi per l’economia sanitaria per quanto riguarda il trattamento di ferite di difficile guarigione. 

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