Con il termine minaccia d’aborto si intende una condizione clinica che potenzialmente può essere suggestiva di aborto spontaneo entro la 20° settimana gestazionale (solitamente si verifica prima delle 12+6 sg).
Una minaccia d’ aborto si verifica nel 30-50% delle gravidanze. Molte possono essere le cause, come piccole cadute, lesioni o stress durante il primo trimestre di gravidanza.
Non è detto che questa condizione clinica sia prognostica di aborto. Infatti, la minaccia d aborto solo nel 30% dei casi evolve in aborto spontaneo vero e proprio. Nel 10-15% si trasforma in gravidanza extrauterina, nello 0,2% in gravidanza molare mentre nel 55% prosegue con una gravidanza fisiologica.
Minaccia d’aborto come si manifesta
Come riconoscere una minaccia d’aborto, ossia quali sono i sintomi di questa condizione?
I segni e i sintomi della minaccia d’aborto sono principalmente i seguenti.
Perdite ematiche vaginali
Nella quasi totalità dei casi di minaccia d’aborto sono presenti perdite ematiche vaginali.
Algie pelviche
Se sono presenti algie pelviche, addominali e lombari, a inizio gravidanza ma in assenza di perdite ematiche vaginali, è opportuno consultare il proprio medico curante per escludere altre possibili cause di algie. Le caratteristiche del dolore sono variabili: il dolore può essere di tipo sordo o acuto, costante o intermittente.
Minaccia d’aborto come riconoscerle
Come capire una minaccia d’aborto, ossia come si arriva alla diagnosi?
Per formulare la diagnosi di minaccia d’aborto, e per differenziarla dall’aborto spontaneo, si esegue un esame clinico e strumentale.
Si effettuano, dunque, queste analisi.
Ecografia
In caso di minaccia d’aborto il quadro ecografico evidenzia BCE (battito cardiaco embrionale) presente, in assenza di dilatazione della cervice uterina.
Esplorazione vaginale
Da questo esame, in caso di minaccia d’aborto, ciò che risulta è: un utero di volume aumentato e non contratto, una cervice conservata e chiusa, scarse perdite ematiche in atto, spesso di colore marrone scuro.
𝛽hCG (Minaccia d’aborto beta hCG)
Tendenzialmente se si tratta solo di minaccia di aborto sono comunque in crescita. Più lentamente del solito, ma comunque in crescita.
Emocromo completo
Si effettua poi un emocromo completo per individuare l’insorgenza di anemia.
Progesterone
Si misurano inoltre i livelli sierici di progesterone.
Globuli bianchi
Infine viene formulata la diagnosi differenziale con quadro infettivo.
Minaccia d’aborto cosa fare
Ecco di seguito alcuni consigli su cosa fare con minaccia d’aborto.
Progesterone
Si utilizza in caso di perdite ematiche o in presenza di area di distacco amniocoriale.
L’evidenza di questo trattamento è inconclusiva, non sempre funziona. Ma comunque funziona meglio del placebo, quindi si può fare anche se non ci sono evidenze chiare a riguardo.
Osservazione
Generalmente si attua un trattamento osservazionale tramite controllo ecografico ed eventuale monitoraggio delle βhCG.
Riposo
Non è molto indicato in quanto se l’aborto deve avvenire non ne previene l’insorgenza.
Anzi, il riposo totale in gravidanza potrebbe dare problemi coagulatori e facilitare l’insorgenza di patologie trombotiche.
Controllo ecografico
Per vedere se la gravidanza prosegue oppure si è spenta si esegue anche un controllo ecografico.
Monitoraggio βhCG
Il monitoraggio βhCG è opzionale.
Tendenzialmente in una gravidanza che sta progredendo le βhCG raddoppiano in 48 ore, soprattutto nelle prime settimane. Sebbene non sia un dato clinicamente rilevante per formulare una diagnosi, tuttavia è utile per avere una visione costante dell’andamento.
Immunoprofilassi anti-D
In caso di fattore Rh negativo è opportuno somministrare entro 72 ore le immunoglobuline per prevenire un’isoimmunizzazione.
Minaccia d’aborto conseguenze: la prognosi
La maggior parte delle donne con minaccia di aborto, come abbiamo visto, prosegue con una gravidanza normale.
In caso di aborti ricorrenti (ossia più di due aborti consecutivi), si ha un aumentato rischio di ricorrenza di aborto spontaneo nelle gravidanze successive. La minaccia di aborto invece non costituisce un fattore di rischio di aborto per le gravidanze successive.
Possibili complicanze sono:
• anemia. A seconda dell’entità della perdita ematica, che potrebbe necessitare di un trattamento
• infezione
• aborto spontaneo
È importante assicurarsi che la gravidanza sia in utero, in quanto una gravidanza ectopica misconosciuta e non trattata tempestivamente potrebbe evolvere in una condizione di emergenza.
Prevenzione
Non è possibile prevenire l’aborto spontaneo o la sola minaccia d’aborto.
Le cause più frequenti di aborto spontaneo nel primo trimestre sono anomalie genetiche. Qualora si verificassero aborti ripetuti (più di due aborti consecutivi) è indicato rivolgersi ad uno specialista per chiarire quale sia la condizione alla base del problema, effettuando i dovuti esami.
In generale si raccomanda di adottare uno stile di vita sano: alimentazione bilanciata, attività fisica, evitare l’assunzione di alcol, caffeina in dosi elevate (è consigliato non superare il quantitativo giornaliero di caffeina pari a tre caffè), sostanze stupefacenti e fumo. Infine, porre attenzione alle malattie infettive e ai raggi X.
Infine, le linee guida della gravidanza fisiologica prevedono l’assunzione giornaliera di 400 mcg di acido folico per tutte le gravidanze, dal periodo preconcezionale (o prima possibile a inizio gravidanza) fino alle 13 sg.