Dicembre 2021

osteointegrazione impianti dentali

Osteointegrazione impianti dentali

Osteointegrazione impianti dentali: cos’è? Salute Indice Osteointegrazione impianti dentali: cos’è? Con osteointegrazione si intende l’unione tra osso e impianto dentale.  In particolare, l’osteointegrazione di impianti dentali si riferisce al processo biologico attraverso cui gli impianti osteointegrati si uniscono perfettamente all’osso mandibolare. L’osteointegrazione è un aspetto essenziale nell’implantologia che denota buona riuscita dell’intervento chirurgico. Un’osteointegrazione corretta è essenziale per assicurare la permanenza degli impianti dentali. Infatti, garantisce la lunga durata e la stabilità degli impianti dentali.  Gli impianti dentali sono la soluzione migliore, perché imitano le funzionalità e la forza di un dente naturale.  Excursus storico  Osteointegrazione è un termine coniato alla fine degli anni sessanta da, professore di biologia applicata Per-Ingvar Brånemark.  Il professore ha scoperto questa tecnica per caso nel 1952. Stava utilizzando camere di impianto in titanio per studiare il flusso di sangue nelle ossa dei conigli. Una volta concluso lo studio e arrivato il tempo di rimuovere le camere di titanio, il professore non è stato in grado di rimuoverle in quanto si erano fuse con l’osso. A cosa serve l’osteointegrazione? Facciamo prima una breve digressione sull’implantologia. Ricorriamo all’implantologia per sostituire denti mancanti con radici artificiali in titanio, ossia con impianti dentali. Per poter effettuare il corretto inserimento degli impianti dentali, però, deve essere presente sufficiente osso mandibolare.  Se l’osso mandibolare non è abbastanza, facciamo ricorso alla ricostruzione dell’osso dentale, ossia alla rigenerazione ossea dentale.  Di norma, gli impianti dentali sono realizzati in titanio. Scegliamo questo materiale perché è biocompatibile, ha ottime caratteristiche strutturali, è estremamente leggero, non va incontro a corrosione, ha un’elasticità simile al tessuto osseo ed è idoneo a integrarsi perfettamente con l’osso scongiurando i rigetti.  Il processo di osteointegrazione impianti dentali Questo procedimento deve essere effettuato da professionisti. Sono due i fattori che giocano un ruolo fondamentale nel processo di osteointegrazione: la stabilità primaria e la stabilità secondaria. La stabilità primaria è una stabilità meccanica. Ossia è la stabilità che un impianto raggiunge subito dopo essere stato posizionato nell’osso. Dopo 3-4 mesi, concluso il processo di osteointegrazione, non si parla più di stabilità primaria. Infatti, “osteointegrazione” denota il processo di integrazione dell’impianto con l’osso. Quest’ultimo inizia a crescere intorno all’impianto appena inserito fino a quando non lo ingloba al suo interno.  La stabilità secondaria, invece, è il risultato del processo di guarigione correlato alla formazione di nuovo tessuto osseo e al suo rimodellamento a contatto con la superficie implantare. Le fasi del processo di osteointegrazione impianti dentali Il processo di osteointegrazione può essere suddiviso in 5 fasi: preparazione emostasi infiammazione proliferazione rimodellamento. La preparazione Il dentista, prima di inserire l’impianto, deve creare lo spazio necessario nell’osso per ospitare la radice in titanio. Vengono utilizzate delle frese della stessa grandezza dell’impianto così da asportare la minor quantità possibile di osso.  L’emostasi Una volta creato lo spazio nell’osso, il medico continua praticando un foro nel sito dell’impianto e il perno in titanio viene messo in contatto con l’osso mascellare.  Una volta fatto il foro, i vasi sanguigni si rompono causando una piccola emorragia. Si tratta di una risposta naturale essenziale per iniziare la guarigione.  Il siero che fuoriesce dai vasi sanguigni inizia, entro pochi minuti, ad aderire alla superficie dell’impianto in titanio. Nel frattempo, cominciano a guarire da soli anche i vasi sanguigni. L’infiammazione Dopo qualche ora dall’intervento, le cellule responsabili della funzione immunitaria del corpo, vengono rilasciate per pulire la materia ossea scheggiata, i tessuti e i batteri orali dalla ferita. I leucociti polimorfonucleati (cellule essenziali per il funzionamento del sistema immunitario del corpo umano) iniziano a uccidere i batteri rilasciando ossigeno ed enzimi.  La proliferazione Alcuni giorni dopo l’intervento, cominciano a crearsi nuovi vasi sanguigni che vengono integrati dalla rete vascolare esistente.  Viene ripristinato l’apporto di ossigeno consentendo l’inizio della guarigione dell’osso.  Circa 1 settimana dopo l’intervento, comincia la formazione di nuovo tessuto osseo che collega l’osso mascellare e l’impianto. Il rimodellamento Poche settimane dopo l’intervento, comincia a rimodellarsi la nuova struttura ossea. Di norma, questo rimodellamento avviene attraverso strutture ossee che si collegano al perno in titanio ad angolo retto. Col passare dei mesi, si crea una struttura ossea forte che permette al dente impiantato di essere pienamente funzionale.  I tempi di osteointegrazione impianti dentali I tempi possono dipendere da vari fattori, ma, solitamente, vanno dai 3 ai 4 mesi per l’arcata inferiore e dai 5 ai 7 mesi per l’arcata superiore. La durata diversa di completamento del processo di osteointegrazione dipende dal fatto che l’osso mandibolare è più compatto di quello mascellare. Dunque, fornisce un maggior supporto. È meglio non applicare subito le protesi, capsule o ponti, per aumentare la possibilità di riuscita dell’osteointegrazione. Consigliamo di aspettare per dar tempo agli impianti di integrarsi all’osso mandibolare. Esistono, però, gli impianti a carico immediato. È una tecnica che permette di applicare le protesi fisse subito dopo l’inserimento degli impianti. Se l’osteointegrazione impianti dentali non avviene? Se l’impianto non si integrasse perfettamente all’osso,  cioè se non avvenisse l’osteointegrazione impianti, parliamo di fallimento degli impianti dentali.  Il fallimento può dipendere da: inesperienza o scarsa preparazione del chirurgo, uso di materiali di scarsa qualità, mancanza di sterilità o igiene durante l’intervento.   Precisiamo che non esiste il rigetto in implantologia. Infatti, il fallimento degli impianti dentali dipende da uno dei fattori sopraelencati e non dall’incapacità dell’osso di integrarsi con l’impianto.  Osteointegrazione e alimentazione All’osteointegrazione impianti dentali concorrono vari fattori: successo dell’intervento chirurgico, qualità e quantità dell’osso a disposizione e condizioni di salute generali del paziente. Ci riferiamo anche all’alimentazione. I principali micronutrienti che favoriscono gli impianti dentali sono:  vitamina D. Stimola la crescita, la mineralizzazione e il corretto mantenimento dei denti. magnesio. È fondamentale per l’assorbimento del calcio  fluoruri. Favoriscono la formazione delle ossa supportando la mineralizzazione dei denti resveratrolo. Stimola la formazione ossea  vitamina C. Concorre alla normale funzione di ossa e denti  calcio. È ampiamente dimostrata la sua correlazione positiva con la salute dei denti potassio. Contribuisce alla salute dei denti   zinco. Concorre alla formazione e alla salute delle ossa e dei denti   Una dieta ricca di questi nutrienti contribuisce alla salute delle

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limatura denti

Limatura denti

Limatura denti: cos’è? Salute Indice Limatura denti: cos’è?  La limatura dei denti è una tecnica ortodontica indolore di rimodellamento dentale. Può risolvere sia problemi estetici sia funzionali.  Limatura denti a scopo estetico In caso di Limatura dei denti a scopo estetico, il paziente si sottopone alla limatura denti per cambiarne la forma o le dimensioni. Può capitare che i denti non siano uguali tra di loro. Ciò non ha conseguenze dal punto di vista funzionale. Ma può dar luogo a disagio o imbarazzo in quei pazienti che vorrebbero una dentatura più armonica. Ecco che allora possono ricorrere al rimodellamento dentale. Limatura denti: problematiche funzionali che risolve La Limatura Denti viene effettuata anche per risolvere problematiche funzionali. Infatti, limare i denti consente di: migliorare la chiusura del morso in caso denti superiori e inferiori abbiano dimensioni differenti avvicinare tra loro denti che non sono vicini per via della loro forma particolare allineare i denti senza effettuare estrazioni in caso di moderato affollamento dentale (il cosiddetto stripping dentale) Quando limare i denti? Di norma si ricorre alla limatura denti in caso di aggiunta di protesi e rivestimenti.  Parliamo di faccette dentali e corone dentali. Faccette e Limatura dei Denti È necessario limare i denti naturali per applicare le faccette estetiche? La risposta è no.  Ormai, infatti, è possibile lavorare la ceramica in spessori molto sottili. Questo consente di applicare le faccette senza limare i denti naturali.  Devono, però, sussistere le condizioni necessarie. La prima condizione tra tutte è che i denti siano perfettamente allineati.  Se, tuttavia, i denti sono accavallati, storti o scuri, può essere necessario ricorrere alla limatura dei denti per l’applicazione delle faccette.  Denti Accavallati La Limatura Denti crea gli spazi necessari all’applicazione delle faccette.  Denti storti In questa ipotesi, può non rendersi necessaria la limatura.  Si può evitare, infatti, di ricorrere alla limatura se è possibile anteporre un apparecchio all’applicazione delle faccette dentali che allinei i denti naturali.  Denti Scuri Se i denti sono scuri e il paziente vuole ottenere un sorriso bianco, la limatura potrebbe essere condizione necessaria. Inoltre, lo spessore delle faccette deve essere maggiore.  Può non rendersi necessaria la limatura se il paziente effettua uno sbiancamento dentale prima dell’applicazione delle faccette.  Limatura Denti per inserimento di capsule dentali In passato, per poter incapsulare un dente era necessario che venisse limato fino a diventare un moncone. Venivano limati tutti i lati del dente mantenendo solo la parte centrale che fungeva da supporto per la capsula.  Oggi, invece, grazie ai nuovi materiali di cui sono costituite le capsule, è possibile limare pochissimo il dente.  Come limare i denti? Innanzitutto, come abbiamo detto all’inizio, la limatura dei denti è una tecnica indolore.  Non viene, quindi, effettuata l’anestesia.  Intervenendo in superficie, infatti, la porzione di smalto interessata non è innervata.  La procedura consiste nel limare una quantità di smalto normalmente compresa tra 0,1 e 0,5 mm.  A seconda, poi, delle caratteristiche del dente e della situazione in cui si interviene, queste misure possono cambiare.  La scelta di quanto limare un dente viene presa dall’odontoiatra dopo aver eseguito una radiografia dentale. Questa ha, per l’appunto, lo scopo di misurare lo spessore dello smalto.. La procedura La rimozione dello smalto può essere effettuata manualmente o meccanicamente.  Alla fine di entrambi i tipi di procedura, viene effettuata la lucidatura delle superfici con apposite striscette e può essere applicato del fluoro per ridurre la sensibilità. Rimozione manuale  L’odontoiatra utilizza una lima e una carta abrasiva con granulometria decrescente. Rimozione meccanica L’odontoiatra usa una fresa diamantata o un disco. Questa tecnica viene utilizzata soprattutto nel caso in cui sia necessario rimuovere una grande quantità di smalto.  I vantaggi della limatura  Prima di tutto, questa tecnica indolore può evitare il ricorso a estrazioni di denti in caso di moderato affollamento dentale.  La limatura dei denti permette, poi, di eliminare le macchie che si erano create come conseguenza del mal posizionamento dei denti.  In sintesi, la limatura dei denti permette di ottenere facilmente omogeneità nell’aspetto.  Consente, inoltre, di ristabilire la piena funzionalità dei denti senza ricorrere a procedure troppo invasive. Esistono controindicazioni alla limatura dei denti? Innanzitutto, l’odontoiatra deve attenersi a regole e protocolli precisi al fine di evitare complicanze.  La rimozione dello smalto, poi, non è una tecnica consigliata nel caso in cui i denti non abbiano una quantità di smalto sufficiente o abbiano difetti di formazione dello smalto.  Ci stiamo riferendo all’ipoplasia, ossia la mancanza parziale o totale dello smalto dei denti.  Inoltre, la limatura dei denti può causare un’eccessiva sensibilità dentale al caldo o al freddo riducendo lo spessore dello smalto che riveste il dente.  Infine, la cosa più importante da ricordare è che la limatura è una tecnica irreversibile: una volta che si lima il dente, non può più essere riportato allo stato precedente. Cosa fare dopo la limatura? Consigliamo, in primo luogo, di utilizzare un dentifricio al fluoro per rinforzare lo smalto dei denti e per rimineralizzarli.  Inoltre, è necessario dedicare particolare cura all’igiene orale onde evitare il formarsi di carie, macchie dentali o il sorgere di problemi a carico delle gengive.  Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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visita alla cervicale

Cervicale e denti: possono essere collegati?

Come sono collegati denti e cervicale? Salute Indice Come sono collegati denti e cervicale? Cervicale e denti sono collegati tra loro da catene muscolari. Come tutte le altre parti dello scheletro umano. Nello specifico, la mandibola è collegata al cranio da due articolazioni, chiamate temporo-mandibolari. Queste ci permettono di masticare, parlare e deglutire. L’occlusione dentale è il modo in cui i denti dell’arcata superiore e dell’arcata inferiore si chiudono tra loro. Occlusione ed elasticità muscolare influiscono sulla stabilità e sull’equilibrio dei muscoli masticatori. Si parla di malocclusione dentale nel caso in cui siamo di fronte ad un allineamento scorretto tra l’arcata superiore dei denti e l’arcata inferiore. In poche parole quando siamo nella situazione in cui i denti delle due arcate non combaciano. Anche solo la mancanza o il malposizionamento di un dente può modificare i movimenti della masticazione e interferire, così, col resto delle articolazioni.  È possibile che la malocclusione favorisca l’insorgere del Disordine Cranio Cervico Mandibolare e del dolore cervicale a esso associato. Per capire se la causa del dolore cervicale è dovuta a un problema ai denti o ad altri disturbi, è necessario sottoporsi a una visita medica.  Cominciamo, in primis, a vedere cos’è la cervicalgia. Dolore alla cervicale: cos’è? Quando parliamo di cervicalgia intendiamo uno stato di tensione della muscolatura del collo. Ossia l’infiammazione delle ultime sette vertebre che collegano il collo alla testa e ne permettono i movimenti. Il dolore può essere più o meno esteso, in quanto può arrivare a interessare anche le spalle, e può essere accompagnato da altri sintomi. Tra i più frequenti abbiamo mal di testa, vertigini, nausea e disturbi sensoriali. Il dolore cervicale può dipendere da diversi diversi fattori: predisposizione genetica  colpi di freddo bruschi movimenti del collo postura scorretta (qui il nostro articolo su denti e postura) malocclusione o bruxismo artrosi Spesso, si tende a voler lenire il dolore quanto prima e dunque si ricorre all’assunzione di farmaci senza indagare sulle cause profonde del dolore cervicale che possono essere diagnosticate e corrette. Stiamo parlando anche di cause legate all’odontoiatria. Può, dunque, esserci un rapporto diretto tra cervicale e mal di denti. Per scoprirlo è necessario sottoporsi a un’accurata visita dentale che possa stabilire se la causa del dolore cervicale dipenda da un problema alla dentatura o da disturbi di altro genere. Legame tra cervicale e denti Come già accennato, una delle cause della cervicalgia può essere un problema all’articolazione temporo-mandibolare. In particolare, fattore determinante per il dolore cervicale può essere la malocclusione.  Infatti, se i muscoli responsabili dei movimenti mandibolari di apertura e chiusura non si muovono in maniera simmetrica, la mandibola si ritroverà a lavorare sbilanciata. Portando a conseguenza negative su tutti i muscoli e i nervi interessati che rimangono contratti. La contrattura si ripercuoterà, poi, sui muscoli limitrofi e, di riflesso, sui nervi presenti nella zona cervicale. Inoltre, anche il bruxismo può essere causa di dolore cervicale. In sintesi Ricapitolando ciò che abbiamo detto finora sul legame tra cervicale e dolore ai denti:  i denti, in particolare i muscoli della mandibola, possono contribuire all’insorgere della cervicalgia. la mandibola, di norma, si muove senza inficiare le strutture e i muscoli circostanti. Ma può capitare che i muscoli mandibolari lavorino male e rimangano contratti e rigidi anche per breve tempo. i muscoli mandibolari rimangono contratti quando siamo di fronte a una malocclusione, ossia una cattiva chiusura dei denti. La mandibola è l’unico osso che ha la necessità di muoversi in modo simmetrico: qualora questo non accada, la mandibola si troverà a lavorare più da una parte e tutta la muscolatura mandibolare ne risentirà, contraendosi. la contrazione della muscolatura mandibolare avrà ripercussioni sui muscoli collegati e, quindi, sui muscoli e i nervi presenti nella zona cervicale, provocando la cervicalgia. anche il bruxismo può portare al dolore cervicale, in quanto anche questo disturbo comporta una contrazione lunga della muscolatura della mandibola. Cervicale e denti: in breve, le cause della cervicalgia legate a problemi di dentatura sono 2:  la malocclusione il bruxismo Mal di denti e cervicale: come arrivare alla giusta diagnosi Per poter risolvere il dolore alla cervicale causato da problemi ai denti, è necessario arrivare alla corretta diagnosi. Solo un medico specialista è in grado di individuare le esatte localizzazione e natura del dolore: solitamente un ortopedico o un fisiatra attraverso radiografia, TAC, risonanza magnetica o elettromiografia. Ma anche un dentista o uno gnatologo possono giungere a una corretta diagnosi, nel caso in cui sospettino una correlazione tra dentatura e dolore cervicale. Quando si trovano di fronte a una malocclusione e alla manifestazione di sintomi dolorosi, allora possono ragionevolmente ascrivere il dolore cervicale a un disturbo temporo-mandibolare. Quali sono i rimedi? Finora abbiamo visto il legame tra cervicale e denti, le cause della cervicalgia dovute a problemi ai denti, cosa siano la cervicalgia e la malocclusione e come si arriva alla giusta diagnosi. Ma quali sono i rimedi al binomio cervicale mal di denti? Per risolvere la malocclusione e di conseguenza il dolore alla cervicale, ci sono varie strade percorribili: terapia ortodontica con apparecchio fisso o mobile estrazione dei denti che creano affollamento correzione delle abitudini che danneggiano le arcate (con bite o apparecchi passivi) trattamenti chirurgici per la riduzione o l’allungamento dell’osso mandibolare Nel caso in cui la malocclusione che genera la cervicalgia sia dovuta alla mancanza di denti, il consiglio è quello di pianificare un percorso di cura basato sull’implantologia a carico immediato. Hai letto l’articolo e vorresti prenotare una Visita Dentale con i Medici del Centro Medico Unisalus? Prenota la tua visita dal pulsante qui sotto oppure chiamaci al n.0248013784. Puoi anche scrivere a info@unisalus.it oppure contattarci tramite la sezione contatti del nostro sito. Prenota Visita Dentale News PRENOTA ONLINE oppure Chiamaci 02 4801 3784 SCRIVICI PER INFORMAZIONI ORARIO CENTRO MEDICO Lunedì – Venerdì dalle 08:00 alle 20:00 Sabato dalle 09:00 alle 16:00

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